È passato un po’ di tempo, settimane, da quando ho cominciato a descrivere brevemente alcuni personaggi dell’italianissimo fumetto Dylan Dog di Sergio Bonelli Editore che dura ormai dall’anno 1986, con grande successo insieme a Topolino e Tex. La prima figura ad essere descritta è stata ovviamente quella di Dylan e mi ero ripromesso di tornarci un secondo, quindi eccomi qua.
La mia intenzione questa volta è quella di tirare fuori qualche particolare in più sul carattere, psicologia, manie. Le particolarità sicuramente ci sono e già dalla gioventù, quindi ritiro fuori la sua prima vacanza estiva da sedicenne raccontata nel numero 74 della serie e ricordo quindi le frasi filosofiche (“chi ti vuol bene ti fa piangere”) o il suo essere in qualche modo romantico e innamorato per davvero tanto da tentare quasi il suicidio per gelosia. Posso rimanere ancora sull’argomento andando altrettanto di nuovo su Liellie Connolly, agente dell’I.R.A. con cui si era sposata prima della condanna a morte per i precedenti attentati, rendendo la vita di Dylan come fallita spingendolo a lasciare la polizia per darsi all’alcool. Sembra che fu comunque da allora a decidere di tenere i suoi soliti vestiti quasi come una divisa, fra camicia rossa e giacca scura.
Dopo aver smesso di bere alcolici è diventato astemio oltre ad essere già vegetariano e ci appare chiaro che non fumi. Pur mostrando tutto il coraggio del mondo nell’affrontare situazioni come depressione o semplicemente il risolvere casi da incubo, quasi ironicamente Dylan soffre di svariate fobie: sempre dal solito numero 74 vediamo che soffre di vertigini mentre si trova su una ruota panoramica con Marina Kimball, oltre che aver paura anche dei luoghi troppo stretti e non areati – claustrofobia – ma, soprattutto, ha paura di volare ed è ipocondriaco. Se deve spostarsi da un luogo a un altro utilizza la sua cara vecchia automobile ricevuta come pagamento per il primo caso risolto o, altrimenti, la nave (soffre anche di mal di mare!). Che altro dire? Nel numero 191, “Sciarada”, sembra non sapere utilizzare un telefono cellulare nonostante sia giovane, probabilmente per il suo disinteresse nei confronti di alcuni elementi della vita più moderna, ritenendo inutili persino gli ombrelli talvolta. Si interessa invece di vari tipi di musica come la classica o più in genere l’heavy metal, poi ci sono senza ombra di dubbio i film horror e la lettura di poesie e non solo. Tanto di cappello. Poi, nonostante durante ogni episodio notiamo che i problemi economici sono all’ordine del giorno così come il rischio di dire addio a corrente elettrica o telefono, Dylan non nutre un interesse veramente profondo per il denaro se non per la sopravvivenza. Insomma, del nostro indagatore dell’incubo ci possiamo fare una immagine davvero unica e “piena”.