Buon sabato a tutti: siccome l’animazione giapponese non va in pausa neppure l’estate, così continuano le nostre analisi dei titoli attualmente in corso… e questo sabato ho scelto, dopo essere stato abbastanza titubante nelle settimane precedenti, Inu to Hasami wa Tsukaiyo, che gli amici chiamano InuHasa o Dog&Scissors. Dico titubante perchè questo è uno di quei titoli che, sebbene abbia visto senza alcun problema i sei episodi fin’ora trasmessi, è stata necessaria da parte mia una maggiore riflessione data la presenza di alcuni aspetti in questo anime che mi lasciavano perplesso. Come molte delle serie di questo genere nasce tutto da una light novel di Shunsuke Sarai pubblicata da Enterbrain, mentre la versione animata è ad opera dello studio Gonzo, che vanta pochi titoli all’attivo (Rosario + Vampire, Ozuma, Romeo x Juliet). Dato il tipo di lavoro e lo studio che se n’è occupato siamo evidentemente di fronte a un anime prodotto “al risparmio” come facilmente si intuisce dai primi minuti del primo episodio, ciononostante, sorvolando le aberranti animazioni a cui ho dovuto assistere in alcuni frangenti, e i disegni che di tanto in tanto calano di dettaglio e qualità, la serie si può ancora salvare.
Protagonista della vicenda è Kazuhito Harumi, uno studente delle superiori interessato solo ed esclusivamente ai libri: al punto tale che per non rischiare di perdersi alcune uscite non segue la sua famiglia in un trasloco, restando a vivere da solo in un appartamento, che poco a poco diventa un’immensa biblioteca. Un giorno, mentre si diletteva con qualche nuovo libro in un caffè, Kazuhito si è ritrovato ad assistere a un tentativo di furto da parte di un criminale palesemente disperato: per proteggere una ragazza talmente tanto concentrata nello scrivere viene ferito mortalmente, e perde la vita. Ma il rimpianto per non essere riuscito a leggere l’ultimo libro di Shinobu Akiyama, il suo autore preferito, compie il miracolo, e fa reincarnare Kazuhito nel corpo di un bassotto. Quando questi però si sta per rassegnare alla sua vita da cani, compare nel negozio di animali la ragazza che aveva protetto in quel caffè, che a quanto pare sembra essere in grado di sentire i pensieri del povero Kazuhito: costei, di nome Kirihime Natsuno, che utilizza il nome d’arte Shinobu Akiyama quando pubblica i suoi libri, finisce per “adottare” questo cagnolino senza padrone come segno di gratitudine verso l’umano che l’aveva protetta, e in questo modo, Kazuhito diviene nuovamente in grado di leggere i suoi amati libri.
InuHasa è un anime dai toni palesemente umoristici, dai canoni molto classici: svariati personaggi caratterizzati da caratteristiche tutte esagerate fino all’assurdo, in modo da creare quella tipica comicità un tantino nonsense che accomuna molte serie. Personaggi stereotipati quindi, a cui sono palesemente attribuite alcune “perversioni” caratteriali: laddove Kazuhito sembra essere l’unica persona normale, sebbene sia un cane, Natsuno ricopre perfettamente il ruolo di regina sadica pronta a tormentare tutte le persone con cui viene in contatto, soprattutto la sua masochista redattrice Suzuna Hiiragi; tra i primi personaggi a comparire anche la sorella di Kazuhito, Madoka si dimostra essere poco normale, essendo completamente persa in un complicato amore per il suo fratello maggiore, al punto tale da convincersi che questi si è reincarnato in un bassotto (tutto nella sua mente, ma ironia della sorte…). Il tutto viene arricchito da quelle che sembrano le dinamiche dei più classici serial investigativi: una scrittrice che sta passando un periodo senza ispirazione che si ritrova ad indagare sui misfatti nel suo quartiere insieme al suo cane.
Laddove i personaggi, e le loro stereotipate caratteristiche, si intuiscono in pochi secondi, ci vuole un pò di più a capire dove vada a parare la storia… probabilmente da nessuna parte, si potrebbe dire, ma spesso i protagonisti si lanciano in queste indagini le cui risoluzioni sono inaspettatamente rese quanto più assurde possibile, probabilmente nella speranza di apparire inaspettate allo spettatore. Così come il primo criminale acquisisce tecniche di combattimento dopo aver letto e adorato alcuni libri di Shinobu Akimiya, compaiono altri personaggi che sfoggeranno gadget e abilità che finiranno per rendere il tutto molto poco credibile: ma se InuHasa vuole essere un pò una parodia, sovrannaturale, questi elementi aiutano molto a non prendere sul serio la trama, e i suoi sviluppi. Ma poi, almeno nel mio caso, si è formato un groppo in gola: sarà stato forse un effetto degli episodi riguardanti Madoka, della sofferenza di questa ragazza che ha perso la persona più importante della sua vita. Il modo in cui la scomparsa del protagonista, il lutto e la sofferenza delle persone intorno a lui sono stati trattati, non mi ha soddisfatto; mi ha anche amareggiato al punto tale da chiedermi se era proprio necessario caricare la serie di questi elementi caratterizzati da un questionabile modo di essere stati sviluppati. Tutti questi elementi fanno di InuHasa una serie che personalmente si trova in un precario equilibrio sulla linea che divide i titoli che vale la pena di vedere da quelli che andrebbero ignorati, equilibrio che nella prima metà della serie è stato in qualche modo mantenuto: da vedere se così sarà anche per la seconda parte.
Dumah Brazorf 11 Agosto 2013 il 11:43
LOL!
E l’articolo per “Gli Inguardabili” di questa settimana � servito!!!
Regola 11 Agosto 2013 il 13:08
50 e 50 diciamo, non me la sono sentita di bocciare totalmente questa serie… dopotutto non mi ha fatto arrabbiare come altri titoli!