Diario di un Gaijin – Anteprima

di Redazione 10

In questo momento sto scrivendo utilizzando il mio mini-book, seduto in un treno della linea JR Yamanote di Tokyo. La stagione delle piogge è  iniziata ormai da una settimana ed ho deciso di sfruttare questa rara giornata di Sole per andare al parco Yoyogi a cercare ispirazione.

Ma vogliate scusare la mia mancanza di buone maniere! Il mio nome è Akiba (o almeno così ho deciso di firmare i miei articoli su Komixjam) e sarò, se mi vorrete, il vostro nuovo corrispondente dal Giappone.

Il nome di questa rubrica è “Diario di un Gaijin” e, come forse già saprete, la parola “gaijin” in giapponese è utilizzata per indicare gli stranieri..in realtà la cosa è un po’ più complessa di così, ma ci tornerò in futuro. Il motivo per cui ho deciso di scrivere questa rubrica è semplice, ma preferisco parlarvi un po’ di me prima.

Da grande appassionato del Giappone quale sono, ho sempre percepito una strana forza magnetica verso questo Paese ed è stato così che al primo spiraglio di possibilità ho fatto di tutto per poterlo raggiungere. La mail che mi ha cambiato la vita l’ho ricevuta circa due anni fa (già due anni…). Il mittente era l’ufficio per le relazioni internazionali del Tokyo Institute of Technology ed era stata inviata in risposta alla mia richiesta di partecipazione ad un programma di ricerca. Di tempo ne è passato da allora e molte cose sono successe, parte delle quali ancora adesso mi sembrano incredibili, ed ogni giorno che passa mi ritrovo sempre più legato alla città che ormai chiamo casa…Tokyo.

Ma adesso veniamo al punto cruciale. Quando si arriva a Tokyo per la prima volta l’impatto è a dir poco brutale, soprattutto per un ragazzo cresciuto in un paesino della periferia milanese. Ogni cosa appare nuova e straordinaria, come quando imbocchi per la prima volta l’uscita numero 8 della stazione di Shibuya, alla sinistra la statua di Hachiko, a destra il gate della linea JR e davanti a te gli enormi palazzi con i mega-schermi che sparano pubblicità e musica ad alto volume 24 ore su 24. Immerso in questo mare di persone, completamente inebriato dai suoni, dalle luci ed dal caos. Magari ti puoi trovare lì senza motivo, perché ti sei perso (cosa che a me accade di frequente…) o magari per tornare al tuo kaiten-zushi preferito (il tipico ristorante di sushi col nastro trasportatore). Fatto sta che quando ti trovi lì, a prescindere dalla ragione, ti senti al centro dell’Universo.

shibuya

Il problema è che giorno dopo giorno queste sensazioni vanno via via perdendo di intensità. In effetti, a volte, quando mi ritrovo a parlare con i miei amici via Skype, mi capita di descrivere luoghi e situazioni che per me iniziano a diventare quasi comuni, ma che per loro sono assolutamente assurde e divertenti.

È per questo motivo che ho deciso di scrivere, vorrei farvi vedere con i miei occhi quello che il Giappone e Tokyo sono in realtà, vorrei farvi capire com’è vivere da straniero in questa metropoli e farvi conoscere quelle cose che difficilmente la Lonely Planet potrà mai raccontarvi (sebbene sia la mia guida preferita). Tutto ciò almeno finché i miei occhi non saranno completamente diventati a mandorla e non sarò più in grado di vedere le cose dal punto di vista di un “gaijin”.

Di volta in volta ho intenzione di trattare un argomento diverso, ho molte idee che mi fluttuano in testa e non vedo l’ora di poterle mettere tutte per iscritto! Mi piacerebbe spaziare tra temi differenti, ad esempio vorrei descrivervi il periodo cruciale di ogni straniero a Tokyo, le “prime due settimane“! Senza dimenticare che Komixjam è ovviamente un punto di ritrovo nell’oceano di internet per appassionati di manga e anime, e che quindi non potrei non parlare della magia e dei luoghi più segreti di Akihabara, il più grande quartiere otaku di Tokyo, nonché il mio “posto di lavoro”. Come non raccontarvi poi della notte e dei club di Tokyo. Dovete sapere che le cose più assurde ed impensabili accadono tra l’1:00 e le 4:30 del mattino, in quel frammento dello spazio-tempo quando la metro è chiusa e un’intera città di noiosamente ordinari e pacati salaryman si trasforma in un girone dantesco.

Spero davvero che l’idea di questa rubrica possa piacervi e che possa smuovere ancor di più il vostro interesse verso questo strano, difficile ed affascinante Mondo.

A questo punto non mi resta che ringraziare tutti voi lettori e lo staff di Komixjam per avermi concesso questa splendida opportunità e darvi appuntamento a presto per il primo “vero” articolo del “Diario di un Gaijin“!

 

Commenti (10)

  1. Questa s� che � una presentazione!!! Non vedo l’ora di poter leggere i tuoi articoli.

    Giappone… che invidia!!!

    Ta-bayaaa

  2. like it! attendo con ansia i prossimi capitoli del tuo diario

  3. Scrivi davvero bene e la tua “storia” sembra davvero interessante.
    Non vedo l’ora di leggere i tuoi primi articoli.
    Sono anche curioso di sapere cosa ne pensano i giapponesi degli eruopei.. non sto pi� nella pelle 🙂 a presto allora….

  4. Grazie per i vostri bei commenti!
    Mi fa davvero piacere che abbiate apprezzato quest’anteprima e cercher� assolutamente di non deludere le vostre aspettative!

  5. Splendido articolo! Non mancher� di seguire il tuo diario 😉
    P.S.
    Te ne sei andato dalla provincia si Milano 2 anni fa, mentre io ci sono arrivato circa un anno e mezzo fa: c’� stato il ricambio xD

  6. Bell’articolo. Io sono stato a Tokyo una volta. L’ho odiata. Ma da gaijin ero sperduto in un paese dove il tasso di persone che parlano inglese � al di sotto di quello italiano (almeno mia impressione). Una burocrazia pazzesca per fare la minima transazione. Mi hanno fermato in stazione per chiedermi il passaporto che avevo lasciato prontamente nella cassetta di sicurezza dell’hotel da idiota e mi hanno portato in centrale per degli accertamenti (mai mi � successo che controllassero i passaporti in nessun’altra parte del mondo, i giapponesi sono anche troppo ligi al dovere, ma a volte questo � un pregio). Infine ciliegina sulla torta, il trionfo del consumismo… ti danno un sacchetto e poi ti impacchettano il sacchetto. E gli mettono un fiocco. Ed avevo comprato solo dei chewing-gum per la gola. Prodotti su prodotti, incartati in involucri su involucri, la maggior parte delle volte mi sono anche chiesto chi avesse concepito quella cag****a. Pubblicit� ovunque, solo che essendo in giapponese la trovi divertente (ma sfido chiunque a sopportare il pulcino pio, 24h su 24h, messo l� in alto, su un grande schermo che ti scruta e ti dice comprami!).
    Per non parlare del fatto che i posti che cerchi non li trovi mai a meno che non siano il palazzo imperiale o delle torri gigantesche. Ma per fortuna le persone sono talmente cordiali che anche nell’ignoranza ti aiutano e ti mandano da tutt’altra parte.
    Spero riuscirai a mostrarmi quei lati nascosti di Tokyo che un turista non coglie, che solo un “locale” pu� vedere! Grazie per gli articoli, anche quelli futuri.

    1. Caro Cornice,
      grazie del tuo commento.

      Non posso nasconderti che leggendo quel che hai scritto non abbia provato un qualche moto d’orgoglio e voglia di difendere quella che ormai considero la mia citt�…tuttavia non posso che ammettere che tutto quel che hai scritto corrisponde alla verit�.
      Quel che per� vorrei dirti � che, secondo il mio modesto parere, di quelle verit� tu ne abbia visto soltanto una faccia.
      Per ogni cosa che hai detto esiste un lato in ombra difficile da notare a prima vista.
      Scusami se non entro nei dettagli, non ti chiedo di credermi sulla fiducia, ma posso assicurarti che nei miei articoli futuri ho intenzione di toccare ognuno dei “problemi” che hai citato.
      Sebbene credo che sar� difficile, spero vivamente di poter essere in grado di farti ricredere almeno in parte sull’astio che provi verso questa citt�.

      Akiba

  7. Presentazione perfetta! 🙂

    In bocca al lupo per la rubrica 😉

    1. Grazie mille e…crepi! 🙂

  8. Molto interessante…

    Io andr� a Tokyo in agosto, leggere questi tuoi articoli mi sar� utilissimo per la vacanza..

    Non vedo l’ora…sia di partire che di leggerti.. 😀

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