Da novembre internet ed i maggiori canali di comunicazione sono stati invasi dalle notizie più o meno velate di questo evento legato all’ultimate universe della Marvel Comics, dal 9 marzo 2011 gli assidui frequentatori di edicole americane hanno potuto prendere il primo numero di quella che è stata dichiarata la più sconvolgente delle storie Ultimate nella loro vita editoriale (lunga 11 anni).
Brian Michael Bendis, autore famoso ed molto apprezzato della Casa delle Idee prende quindi in mano il personaggio di Peter Parker e comincia a creare ciò che avrà il suo apice in Ultimate Comics Spider-Man #160 ossia la morte di Spider-Man così come lo conosciamo, e povero lui secondo me…dopo aver superato Ultimatum “quasi” indenne.
Una morte che, fin da subito non ha convinto tutti ed infatti, leggendo le recensioni dell’ultimo numero uscito (Ultimate Comics Spider-Man #157) sta già cominciando a vacillare sotto il peso della responsabilità che la figura dell’uomo-ragno porta con se.
Alla fine una morte “fisica” del personaggio è quotata praticamente a zero, siamo lontani quindi dalla saga dei Fantastici Quattro dove uno di loro è morto.
Ma qualcosa sta cambiando…scorrete in basso e capirete.
Andando con ordine però, dobbiamo partire da tre numeri indietro, parliamo dell’uscita #155 nel quale il Peter Parker dell’ultimate universe ha compiuto, sulla carta, i suoi sedici anni d’età.
Non sembra essere passato troppo tempo da quando una visita alle industrie Osborn ha mutato i geni di Peter portandolo a diventare Spider-Man, non sembrano essere nemmeno passati troppi nemici sulla carta tanto è in forma il buon Petey ma forse questa manifestazione di gioia per il compleanno è solo un pretesto per mostrare forse l’ultima vera boccata d’aria che il personaggio avrà.
Vengono analizzati perlopiù tutti gli aspetti relazionali del ragazzo, da Mary Jane, passando per zia may fino a JJJ che in questo volume, appare molto più vicino di quanto ci si aspettava. La sua relazione con Peter è forse la migliore di tutte quelle presentate.
Una scelta fastidiosa è quella di non dare spessore al gruppo di comprimari che in questo volume ci sembrano piazzati come a voler dire “Guardate com’erano, guardate come sono ora…bene ora pensate che muore Peter fra un po’ e come reagiranno!”
Insomma qualcosa che sarebbe potuto essere realizzato in diversa maniera, comunque l’intento funziona e l’ultimo albo con un Parker in pace sembra funzionare.
Fabius Bile 2 Maggio 2011 il 23:04
Bah, ci credo poco che sar� una “morte” definitiva, vedremo.
ghost2099 17 Maggio 2011 il 17:37
Be io non credo alla morte fisica di Peter Parker, ma ad un cambio d’identit� ormai molti criminali conoscono chi � Spider-man i suoi familiari sono in pericolo quindi dopo l’addestramento da parte degli Ultimates, il Peter muore e nasce un Ben Really o un Miguel O’hara