Titolo strano quello che questa settimana ho deciso di presentarvi, preso dalla lista delle serie attualmente in corso… sebbene abbia da qualche settimana già deciso quali siano le mie preferite e gli appuntamenti immancabili, e che Cuticle Detective Inaba non sia tra esse, ho comunque deciso di spendere qualche parola e presentarvelo. Questo perchè com’è successo per altri prodotti di questa stagione in corso, è risultato essere un diverso dall’immagine che si era preventivamente formata nella mia mente. Quest’anime, finanziato dalla Sentai Filmworks e prodotto dallo studio ZECXS è tratto un manga sceneggiato e illustrato da Mochi, pubblicato sulla rivista Monthly GFantasy della Square Enix, in corso dal 2008 è già stato raccolto in 10 volumi.
Facciamo un gioco: io vi racconto la trama, così che possiate farvene un’idea, e successivamente vi spiegherò la struttura, vedremo così se dalle premesse anche voi vi farete un’idea non troppo corretta della serie. Hiroshi Inaba è un esperimento di laboratorio, la fusione di un essere umano e di un lupo (quindi non dovrebbe essere errata la definizione di “licantropo”) che lavorava per la polizia giapponese come segugio per il suo straordinario fiuto. Tuttavia, in seguito alla scomparsa del fratello decise di abbandonare la polizia e di iniziare a lavorare come detective privato nella speranza di trovare qualche traccia: lo aiutano come assistenti Kei, un ragazzo normalissimo amante dei gatti (ma allergico al loro pelo), e il travestito Yuuta, buffa figura fondamentale per permettere ad Inaba di usare le sue capacità speciali. Insieme al suo ex collega Ogino, capo ispettore della polizia, collaboreranno di tanto in tanto nel tentativo di acciuffare Don Valentino, una capra a capo di una potente famiglia mafiosa italiana che si nutre solamente di filigrana, che arriva in Giappone dopo l’introduzione dell’euro poichè solo lo yen è oramai di suo gusto.
Che idea vi siete fatti? Aldilà degli elementi sci-fi e quelli da poliziesco, Cuticle Detective Inaba è una serie a sfondo umoristico…e questo l’avevo intuito: non avevo capito quanto lo fosse. La parte delle investigazioni, i sottoplot quasi seri passano tutti in secondo piano, al centro vi sono sempre le gag e le scene comiche costruite piazzando i personaggi carichi di stereotipi e “punti deboli” in situazioni che vanno dal quotidiano a quelle propriamente investigative. Tolto per certi versi il quasi-protagonista Kei tutti i personaggi hanno caratteristiche molto ben marcate e estremizzate al massimo: Inaba è un feticista dei capelli che può essere distratto da una bella capigliatura, Yuuta, tremendo e gelosissimo del suo datore di lavoro è spesso più pericoloso dei folli terroristi capeggiati da Don Valentino; anche Ogino, apparentemente un personaggio serio perde le staffe e la sua compostezza ogni volta che c’è di mezzo la sua bellissima bimba. Inaba inoltre non è l’unico ad avere una morbosa passione, ogni personaggio della serie possiede una fissazione eccessiva su qualcuno o qualcosa. Presenti anche alcuni aspetti sovrannaturali: grazie alla pressione di precisi tsubo da parte di Yuuta, Inaba è in grado di svegliare i suoi poteri sopiti e utilizzare specifiche abilità a seconda del colore del capello che ingerisce…inutile dire che fin’ora quest’abilità non è mai stata decisamente risolutiva…
Gli episodi di Cuticle Detective Inaba, sebbene seguano quella che sembra una trama di fondo (che difficilmente progredirà una volta che tutto l’organico di personaggi sarà stato integrato) procede speditamente gag dopo gag preoccupandosi solo della coerenza cronologica: quando si ha a che fare con l’umorismo di stampo nonsense è sempre meglio non farsi troppe domande sul perchè di determinati avvenimenti e limitarsi a prendere le scene così come vengono. Qualche volta la serie mi strappa una risata, qualche altra volta no, e per questo penso si possa considerare come una visione non troppo impegnativa solo per appassionati del genere, poichè difficilmente diventerà un must per i fan di comicità animata alla giapponese.