Torna, dopo diverso tempo, una nuova anteprima dalla casa J-Pop & GP; e più precisamente quest’oggi vi presento uno shonen che uscirà sotto l’etichetta GP. L’opera in questione, come evidenziato dal titolo dell’articolo, è Crimson Wolf uscito direttamente dalla matita di Seishi Kishimoto (già autore di 666 Satan e Blazer Drive).
L’opera conclusa si compone di soli 4 volumetti, che usciranno a partire da Febbraio con un costo ciascuno di 4,40 Euro. Corredati dall’ormai classica cura nell’edizione (sovraccoperta ecc). Date queste basilari informazioni tecniche passiamo ad una rapida sinossi.
Trama: immaginate l’animo umano diviso in due emisferi. Il primo, che chiameremo Lupo, è quella parte di noi che esprime i propri sentimenti più “veri” e crudi senza badare al mantenere le apparenze o al fatto che ciò potrebbe danneggiare qualcuno; il secondo emisfero, che chiameremo Pecora, è quello che al contrario del primo tende a nascondere le proprie vere intenzioni/sentimenti/desideri pur di salvare lo status quo e le apparenze con le altre persone. La vita è fatta di equilibri e com’è evidente, prediligere uno di questi due lati porta a conseguenze spiacevoli.
Quando il nostro Lupo viene alimentato (sia che questo abbia modo di esprimersi sia che venga tenuto “soffocato” dalla Pecora) alimentiamo un lato oscuro di noi che cresce come un mostro dalle sembianze caratteristiche del nostro desiderio/sentimento. Quando questi mostri (i nostri Lupi) fuoriescono visibili a tutti ecco che sta ad Ayame intervenire per eliminarli. Eliminare un Lupo lascia la persona (Pecora) in uno stato comatoso incapace di fare alcun che, mentre invece indebolire il Lupo fino a farlo rendere innocuo perfino per la Pecora permette alla persona di tornare ad un equilibrio interno tra le due parti.
Questo è il concetto su cui si basa Crimson Wolf. Ayame costringerà Yoichi ad aiutarla per affrontare i Lupi che si stanno manifestando nella circoscrizione di Grim; Ayame, Lupo senza Pecora (incapace di trattenersi dal parlare onestamente anche se questo la porta ad insultare o ad essere caustica), avrà bisogno di una Pecora senza Lupo: Yoichi (bullizzato e incapace di affrontare i suoi problemi, preferisce ritirarsi in solitari silenzi e subire senza reagire). Oltre a ciò troviamo una trama più ampia (ovviamente) che include la sorella gemella di Ayame e la sua Pecora, il Presidente del Consiglio Studentesco; entrambe le ragazze in cerca di diventare le “vera” Cappuccetto Rosso.
Stile di Disegno: non ho nulla da sottolineare. Mi vorrei soffermare velocemente su un aspetto solo: i Lupi. Dietro ogni Lupo si nasconde un desiderio/sentimento ben specifico, e ben caratterizzati sono anche i mostri che vengono partoriti. Una cosa interessante potrebbe essere il simbolismo dietro ogni Lupo e del perché assuma quella forma. Io purtroppo sono uno che coglie poco questi dettagli; o per meglio dire colgo la loro presenza ma non so identificarli. Ecco perché non seguirà una lettura simbolica dei Lupi e, anzi, mi fermo qui nel commentare il Disegno.
Commento: Se avete notato sono stato piuttosto asettico nel “commentare” l’opera diversamente da quel che faccio di solito. Questo perché volevo inserire tutti i miei possibili pensieri in un unico paragrafo. Come mai? Perché Crimson Wolf non mi ha per nulla impressionato, come mi sarei aspettato, ed anzi quelle poche parole che ho sono negative nei suoi confronti.
Se non tutte, ma buona parte delle mie critiche sono mirate alla narrativa dell’opera, ossia a come sono stati raccontati gli eventi nel primo volume. E le parole che possono racchiudere la mia opinione sono due: veloce (troppo) e caotico.
Io in primis non sono uno che adora quando i manga si dilungano inutilmente, nei loro primi capitoli, nell’introduzione di personaggi e status quo, ma qui accade tutto troppo in fretta come se Kishimoto avesse paura che, dilungandosi un po’ di più, non avrebbe avuto abbastanza mordente sul pubblico. Nel primo capitolo: i due ragazzi si incontrano, lei estrae il Lupo di lui, viene introdotta l’amica d’infanzia del protagonista, lui e Ayame si uniscono per battere il primo Lupo, lo mettono temporaneamente KO. A vederli sembrano pochi eventi, ma mettetevi nei panni del protagonista che passa in 24 ore dal non sapere nulla dell’esistenza di Ayame a sostenerla nella sua lotta contro i Lupi. E i capitoli successivamente non migliorano: se da un lato troviamo un rallentare dal punto di vista dell’azione, dall’altro veniamo inondati di informazioni e pezzi di trama generale come se piovesse.
Ho come il sospetto che il buon Kishimoto si sia trovato di fronte a un contratto che prevedeva un numero limitato di capitoli (e quindi pagine) che l’abbiano costretto a svolgere il tutto con margini di manovra strettissimi. E a queste condizioni sono disposto a chiudere un’occhio. Scenario possibile e anzi non del tutto improbabile.
Ultima piccola nota: c’è una cosa che mi rimane sempre indigesta quando gestita male, come in questo caso, ed è il passaggio da un Io Narrante a un altro. Passare da un Io Narrante a un altro non va a braccetto con l’immediatezza: non mi si può cambiare l’Io Narrante due o tre volte nel corso di una o due pagine. E non più volte nello stesso capitolo: a un certo punto il lettore prende e chiude l’albo.
Cosa che, però, non ho fatto.
J-Pop e GP credono fortemente in questo nuovo shonen targato Kishimoto, e fanno bene: la storia è sufficientemente interessante e accompagnata da dei buoni disegni. Peccato che questa versione di Cappuccetto Rosso sia raccontata male e in modo caotico. Purtroppo capita di trovarsi di fronte a titoli simili, o a loro opposti: storie magistralmente narrate che nascondono un’inconsistenza di fondo sbalorditiva.
Lascio a voi la decisione sull’acquisto o meno della serie ricordandovi tre cose fondamentali:
– Io ho letto solo il primo volume su quattro
– I volumi sono, appunto, quattro
– Il prezzo è di 4,40 Euro l’uno (relativamente basso di questi tempi)
Non mi resta che salutarvi e inviarvi al prossimo dei miei articoli.
Stay tuned!