Salve a tutti, benvenuti a Collegamento in Corso, come avrete intuito dal titolo non si tratta di un regolare approfondimento o di articolo a se stante, ma della presentazione di qualcosa di più: una rubrica. Prima di cominciare ho ritenuto che fosse il caso di introdurre questo spazio, spiegando i motivi che mi hanno portato a proporre questo appuntamento settimanale, sempre il mercoledì alle 18, per i prossimi mesi. Non ho ancora stabilito bene la durata complessiva, ma dalla scaletta che mi sono prefissato dovrebbe durare all’incirca 3 mesi. Avevo comunque annunciato questa iniziativa la settimana scorsa nella mia analisi di Sword Art Online(SAO).
È un dato di fatto che due delle serie di maggiore successo del 2012 siano Accel World (AW) e SAO, e queste serie hanno svariati elementi in comune (e molti differenti) con i prodotti della serie .hack(leggi: dot hack); ho ritenuto potesse essere interessante un’analisi attenta di questi svariati elementi. La prima domanda che potrebbe essermi posta è: perchè solo questi tre progetti, e non altri titoli del panorama videoludico trasformati in animazione? L’elemento in comune che mi ha spinto a scegliere questi tre e non altri lavori è proprio per la presenza non di elementi videoludici (che riceveranno comunque il loro spazio) ma il fatto che i protagonisti di queste storie sono videogiocatori, ed è quindi possibile trovare qua e la spunti di riflessioni su fenomeni sociali che li coinvolgono (di cui molti, io compreso, probabilmente hanno avuto esperienza diretta o indiretta) che spesso portano alla chiusura delle persone in “spazi” virtuali: isolamento, solitudine, problemi famigliari, ma anche dipendenza, ossessioni di svariato genere e perdita di contatto con quella che è la realtà. Questi anime sono diretti a un pubblico che conoscono queste dinamiche, e vengono arricchiti pertanto di quegli elementi che sono tanti cari ai fan dei videogiochi online; spesso niente più che particolari senza un significato centrale per la storia, ma comunque parte di quello che è il linguaggio dell’animazione.
È importante a questo punto comunicarvi quali sono i lavori che terrò in considerazione, per due motivi: primo, per evitare di essere dispersivo ho deciso di limitare la mia ricerca di elementi a un ben definito numero di prodotti. Il secondo motivo, che considero importantissimo, serve più come avvertimento per coloro che saranno interessati nella lettura di questo mio lavoro, poichè di volta in volta non posso garantire l’assenza di alcuni elementi spoiler nelle mie analisi (non temete ogni articolo conterrà l’avvertimento per evitare incidenti di qualsiasi genere). Analizzando questi anime nello specifico, e speculando mi sarà impossibile non rivelare alcuni elementi principali delle varie serie, consiglio pertanto di visionare le serie che nominerò PRIMA e non DOPO la lettura dei miei approfondimenti, per non guastarsi la visione. Per due di queste serie (Accel e SAO) non dovrebbe essere troppo complesso, essendo la prima appena conclusasi e la seconda in corso (quindi la vostra visione sarà contemporanea alla mia); è più difficile per quanto riguarda .hack, essendo la mole di materiale maggiore.
Partendo dal presupposto che molti di voi hanno un’idea fresca di Accel e SAO, spenderò pertanto qualche parola su .hack. Si tratta di una serie di prodotti multimediali che hanno debuttato sul mercato nel 2002, inizialmente sotto forma di anime e videogiochi, successivamente sono stati prodotti anche svariati manga (che per semplificare di molto il lavoro non terrò eccessivamente in considerazione essendo perlopiù spin-off).
Il primo prodotto ad essere inoltrato sul mercato è .hack/SIGN, un’anime trasmesso per la prima volta nell’aprile 2002 che funge da prequel a quelli che saranno poi 4 titoli che considero tra i più divertenti per la Playstation 2, parlo di Infection, Mutation, Quarantine e Outbreak. Terrò anche presente, ma tenendolo marginale, .hack/Liminality, una serie di OAV distribuita insieme ai vari capitoli del gioco, che ci presentano una visione “alternativa” dei fatti descritti dai giochi e dalla prima serie animata. Non mancheranno riferimenti anche a .hack/DUSK (o Legend of the Twilight Bracelet) soprattutto per la descrizione degli elementi videoludici dell’universo hack, mentre farò un discorso a parte per quella che è la seconda parte di tutta la saga, .Hack/Roots e il film in Computer Grafica che chiude la saga, ma non potrò tenere in considerazione i 3 giochi della serie (Rebirth, Reminiscence e Redemption) perchè non ho avuto la possibilità di giocarli personalmente.
.hack/SIGN
L’anime che funge da prequel a tutto la prima parte di .hack ci racconta la storia di Tsukasa, la cui reale identità non ci viene rivelata prima della fine (alimentando parecchi dubbi nel corso della serie). Tsukasa ha seri problemi famigliari e cerca evasione nel gioco di maggior successo: The World. Non prende parte attivamente a molte delle tipiche attività ludiche, come salire di livello, completare “dungeon” o stringere amicizie, passando la maggior parte del suo tempo da solo, fino al giorno in cui per qualche misterioso motivo si ritrova bloccato nel gioco, mentre nella realtà è in un letto di ospedale in coma. Inoltre in The World per qualche motivo i suoi sensi funzionano tutti: non solo vista, ma anche olfatto, tatto, gusto, e senso del dolore (è una differenza assoluta con Accel e SAO, in questi due è previsto si possa fare mentre in .hack no). Tsukasa conoscerà diverse persone che l’aiuteranno, sia ad uscire dalla pessima situazione in cui si trova nel gioco, sia in quella nella vita reale. Ma il caos in The World deve ancora arrivare…
.hack, la serie di giochi
Gli avvenimenti del gioco (centrali della saga) hanno luogo nel 2010, ovviamente una versione alternativa del nostro mondo in cui un virus informatico chiamato Bacio di Plutone ha praticamente mandato nel caos l’intero pianeta. Furono necessari due anni perchè internet potesse tornare utilizzabile. The World, creato dal misterioso Harald Hoerwick è l’unico gioco online disponibile, tuttavia a causa di strani virus alcune persone finiscono in coma durante sessioni di gioco; il fenomeno è ancora poco comune quando Kite, il protagonista, inizia a giocare invitato dal suo amico Orca. Tuttavia i due verranno attaccati da un virus, e Orca cadrà in coma: solo l’intervento della misteriosa Aura che dona a Kite il Bracciale del Crepuscolo (un oggetto in grado di portare un attacco “hacker” e quindi sconfiggere i virus) riesce a salvarlo, affidando poi a lui il compito di salvare questo mondo virtuale dalll’incombente minaccia…
.hack/Liminality
A differenza della serie SIGN e dei giochi in cui non viene mai mostrato niente della vita reale dei personaggi (spesso neppure il loro aspetto) ciò non vale per questa mini serie di OAV, che ci mostra come nella realtà alcune persone combattono per salvare coloro che sono in coma a causa di The World.
.hack/Dusk
Questa breve serie di dodici episodi è collocata dopo i fatti dei videogiochi, in un The World oramai pacifico. I due protagonisti, Shugo e Rena, fratelli gemelli, separati a causa del divorzio dei genitori decidono di incontrarsi nel gioco (e vincono anche un concorso che gli permette di usare l’aspetto dei leggendari Kite e Blackrose). Sebbene si tratti di una serie a tono umoristico e scanzonato, a un certo punto alcuni dei pochi virus che Kite non ha eliminato rispunteranno, e sarà ora compito di Shugo proteggere The World.
.hack/Roots
I fatti della seconda parte di .hack avvengono nel 2015, con la seconda versione di The World rilasciata (e senza più nessuna traccia della prima). Ma la musica non cambia, ci sono sempre in giro virus e lasciti misteriosi del creatore di questo direi infernale gioco. Il protagonista questa volta è Haseo, al quale però non viene fatto nessun dono in particolare (almeno all’inizio). Il tema centrale della serie è tuttavia diverso, egli vuole infatti sia salvare Shino, una ragazza conosciuta in gioco, ma anche vendicarsi della misteriosa figura del Tri-Edge che l’ha ridotta in coma (tema ridondante). La furia, la rabbia e l’ossessione di Haseo lo rendono un personaggio unico in tutta la saga, sebbene, a mio dire, la singola serie anime di Roots lasci un pò a desiderare (è necessario giocare i giochi e vedere il film che conclude la serie per farsi un’idea precisa).
Detto questo, signori, calo il sipario per questa settimana, e vi aspetto per la prima analisi vera e propria tra sette giorni.