In molto mi hanno chiesto se avrei scritto qualcosa di speciale per il mio centesimo articolo di questa rubrica che ormai va avanti da più di due anni. Mi dispiace forse deludervi ma ho finito gli argomenti “hot” o, meglio, al momento attuale non mi viene in mente nulla di abbastanza adatto per essere trattato.
Prima di continuare, una comunicazione di servizio: non solo per la attuale mancanza di idee (spero, con l’aiuto di Oda, di guarire presto!) ma anche per il sempre minor tempo disponibile e per altri fattori, devo annunciare che non posso più garantire un articolo settimanale di questa rubrica. Questo vuol dire che scriverò non solo quando gli impegni me lo permetteranno ma, soprattutto, quando avrò argomenti validi da proporvi, questo per evitare di ripetermi e annoiarvi. Non preoccupatevi, comunque, perché cercherò di saltare meno appuntamenti possibili, quindi continuate a tener d’occhio le uscite del martedì sera!
Cosa fare quindi per questo centesimo articolo? Che argomento, di grande interesse, scegliere per questa occasione speciale? Alla fine ho optato per un argomento spinoso, che salta sempre fuori anche nei commenti ai capitoli settimanali: i difetti di One Piece. In particolar modo quei difetti che sempre vengono citati quando si vuole esporre una critica a questo manga. Lo scopo di questo articolo non è dimostrare che One Piece è il manga perfetto, senza difetti, ma piuttosto analizzare il più obiettivamente possibile queste imperfezioni cercando di smorzare i toni estremi con cui, a volte, questi difetti vengono “gridati” nei commenti.
#1 Le “non morti” in One Piece
Quando si vuole esporre un punto debole di One Piece, sempre viene citato la spinosa questione delle “non morti” ossia la mancanza assoluta di mortalità tra i personaggi del mondo di One Piece. In realtà qualcuno (non molti) tra i personaggi secondari e di sfondo è morto nel corso di questi anni ma le morti importanti, se si escludono ovviamente quelle dei flashback, nell’arco temporale in cui seguiamo le vicende di Rufy sono state solo due: Ace e Barbabianca. Non c’è da stupirsi che Rufy ( e in generale i personaggi “buoni”) non uccidano i loro avversari; l’umiliazione di una sconfitta, ci spiega Oda, può essere ben peggiore, come punizione, della morte stessa. Il problema sorge quando sono i personaggi da includere nella cerchia dei “cattivi” a non mietere vittime; esternazioni come “ora ti ammazzo”, perdono significato se tale azione non riesce ad essere portata a termine. Lo stesso si può di dire di attacchi e di armi ritenuti mortali ma cha alla fine non riescono a fare più di qualche ferita. La bomba che avrebbe dovuto ridurre in polvere e sabbia la città di Alubarna non riesce ad uccidere Pell, che sopravvive riportando solo una vistosa cicatrice (vanificando in parte il significato del suo sacrificio). Nessun attacco di Ener ha poi l’effetto mortale che ci si aspetterebbe e tutto ciò mina un po’ il realismo delle situazioni (ma che essendo uno shonen non è essenziale).
Ciò che non capisco è la superficialità con cui questo aspetto del manga di Eiichiro Oda, spesso, viene trattato. Vi siete mai chiesti perché Oda ha compiuto questa scelta? Di certo, se iniziasse a far morire i suoi personaggi sarebbe tutto più semplice per lui: avrebbe meno personaggi da gestire una volta finito il loro ruolo nella storia principale, con la possibilità di sbarazzarsi di quelli inutili con la cui morte però potrebbe creare suspense in momenti risollevando momenti piatti della trama, oltre ad evitarsi tutte le critiche che riceve per questo. Oda ha scelto la via più difficile: ha affermato di non voler sminuire l’effetto che la morte ha sulle persone utilizzandola “ a casaccio” nel suo manga ma di riservarla solo per quelle situazioni in cui è essenziale per la crescita del personaggio (flashback e la morte di Ace) o quando è essenziale alla preparazione degli eventi futuri (morte di Gol D. Roger e Barbabianca). Questa scelta stilistica e filosofica può essere condivisibile o meno, ha dei risvolti non sempre positivi ma è da rispettare. Io sono il primo che vorrebbe un tocco di realismo in più in un manga che ha questo spessore, ma prima si accetta questa scelta stilistica di Oda, più a lungo si può godere del manga.
2# Disegni
Se il primo punto può essere considerato un fatto obiettivo, questo invece è del tutto soggettivo. I gusti sono gusti, quindi ognuno è libero di non apprezzare questo stile di disegno che alterna personaggi “normali” ad altri evidentemente caricaturali, dalle proporzioni sballate e dalle facce deformi. Non dobbiamo dimenticare che uno dei pilastri di One Piece è la comicità e questo si riflette anche sullo stile di disegno. Un giudizio superficiale, però, sarebbe quello di dire che Oda non sa disegnare solo per questa sua scelta di stile …
NB: li sfondi sono dell’autore solo concettualmente, perché vengono disegnati quasi sempre dagli assistenti. Oda, invece, disegna ogni singola cosa dotata di vita e movimento nel suo manga: da ogni faccia di una gruppo di persone ad ogni gabbiano presente in cielo.
3# Ripetitività della trama
Spesso viene fatto notare come lo schema di ogni saga di One Piece si ripeta ad oltranza: sbarco su una nuova isola, nuovi amici, comparsa dei nemici dei nuovi amici, sconfitta dei nemici, partenza verso una nuova isola. Da un lato è vero, la scaletta è sempre quella, ma c’è una serie di contenuti sopra che variano da saga a saga e che le rendono una diversa dall’altra. Voi direste che la saga dell’isola degli uomini pesce è uguale a quella di Alabasta solo perché I Mugiwara salvano, in entrambi i casi, il regno della loro nuova amica principessa? Io direi di no …
La ragione di una tale rigidità di scaletta è poi da imputare al genere del manga stesso: One Piece è una storia d’avventura che si sviluppa attraverso un viaggio per mare, viaggio che è giocoforza composto da tappe, tappe che consistono nelle varie isole su cui i Mugiwara sbarcano. A meno che non volessimo leggere solo un resoconto di viaggio, è logico che in ogni isola si sviluppino situazioni in cui i Mugiwara si fanno nuovi amici/nemici, è inevitabile.
#4 La maturazione dei personaggi
Mi limiterò a parlare dei Mugiwara. Partiamo da un presupposto: non c’è crescita nei Mugiwara perché essi partano maturi già di loro. Fin dalla loro prima apparizione, ognuno dei Mugiwara presenta già quella sfera di valori ritenuti importanti e che, pertanto, non devono acquisire maturando. L’unico valore che acquisiscono o accrescono, incontrando Rufy, è il saper dar fiducia agli amici e impegnarsi ancor di più al raggiungimento del loro sogno ( in questo senso la “crescita” graduale di Robin, che piano piano si apre verso i suoi nuovi amici, è il miglior esempio).
Dopo i due anni di stacco, qualcuno ha fatto notare che Rufy non ha subito nessun processo di maturazione: è sempre avventato e disinteressato e sembra non prendere sul serio nessuna situazione. Maturare però non significa cambiare radicalmente carattere; un Rufy del tutto serio e compassato non lo vedremo mai. Rufy è maturato solo su un aspetto: la comprensione piena del suo ruolo di capitano. Se questo è abbastanza e vi basta, sta ai gusti di ognuno deciderlo …
#5 La lentezza dello sviluppo
Anche qui la questione è molto soggettiva. In un capitolo di molti dialoghi può risultare noioso ed “allunga brodo”per molti, interessante per altri. Leggo molto spesso commenti del tipo “questo capitolo è solo di transizione” o “allunga solo il brodo”. Io andrei cauto su questi aspetti; non possiamo sapere cosa sia di transizione o meno almeno finché la saga non finisce poiché non ne conosciamo lo sviluppo che Oda ha in progetto. Solo a saga conclusa possiamo permetterci di selezionare quelle parti che, a conti fatti, sono state inutile, riempitivi che potevano essere tagliati, cosa che ho fatto, per esempio, nei commenti finali della saga dell’isola degli Uomini Pesce dove, in effetti, Oda si è dilungato più del dovuto su aspetti che, alla fine, non meritavano tutto quello spazio.
Nella saga attuale di Punk Hazard, comunque, non mi è sembrato di notare particolare punti morti ed ogni capitolo ha un certo equilibrio di parte dialogate, d’azione e di rivelazioni. Alla fine della saga (ancora lontana all’orizzonte) faremo tutte le considerazioni del caso.
Bene per oggi ho concluso, fatemi sapere cosa ne pensate 😉
doncosciadipollo 6 Novembre 2012 il 20:40
Ottimo articolo Ceasar, mi trovi d’accordo con gran parte delle tua analisi :whistle: Lascio un piccolo commento su ogni punto da te trattato:
#1 la questione “non morti” mi tocca relativamente poco, gi� nelle SBS Oda spiega quale sar� il modo di trattare l’argomento e motiva anche la sua scelta, quindi sta ad ognuno di noi accettare o meno questa scelta. Personalmente io l’ho accettata senza troppi problemi, salvo per� alcune occasioni in cui sarebbe stato meglio sacrificare qualcuno (parlo soprattutto di Pell e del padre di Konis a Skypea).
#2 su disegni rischio di scatenare un mega flame se esprimo con troppa sincerit� quello che penso su chi bistratta il modo di disegnare di Oda. Capisco l’avere i proprio gusti (che sono insindacabili e sacrosanti), ma quando leggo cose come “Oda non sa disegnare” (l’ho letto spesso), l’unica cosa che mi viene da scrivere sono insulti 🙁
Capisco che alcune volte � confusionario, spesso rappresenta le proporzioni come meglio gli pare, ma in pochi altri manga ho visto la cura nel rappresentare fondali e ambientazioni come fa Oda e il suo staff. (un paragone che mi viene da fare � con Bleach: i disegni sono spesso fantastici, superiori alla media di altri manga shonen, ma quegli sfondi sempre dannatamente bianchi non mi piacciono proprio 🙁 )
#3 qui c’� poco da dire, come hai detto tu OP � un manga che parla di un’avventura, il viaggio � uno dei principali protagonosti dell’opera, un viaggio per mare, quindi � inevitabile il presentarsi della sequenza: mare-isola-avventura sull’isola-fine-mare-nuova isola ecc….
Sta ad Oda lavorare per creare situazioni il pi� possiibile diverse tra loro :biggrin: Per me ci � spesso riuscito, alcune volta alla grande altre invece proprio no (saga di Foxxy ad esempio).
#4 su questo punto concordo con te, l’unica cosa � che mi aspetto qualcosa di pi� in questo Time Skip. Un piccolo accenno si � gi� visto con Rufy a FI (quando dice ad Hody che non vuole perdere nessuno dei suoi amici) e con Zoro a PH quando rimprovera Rufy. Decisivo sar� l’icontro di Rufy (anche solo “di vista”) con Akainu o BN.
#5 questa penso sia un p� la crocie che tutti i manga subiscono nella loro lettura di un capitolo a settimana. Troppo spesso ho letto capitoli di OP o Naruto, pensando fossero troppo lenti, per poi rivalutarli di molto leggendoli nel volume. Quindi non posso che quotare le tue parole.
Regola 6 Novembre 2012 il 21:15
Mi trovo sostanzialmente d’accordo con te, complimenti vivissimi per questa esposizione, ma aggiungo qualcosa di mio.
1) uno dei motivi per cui Oda tiene in vita la maggior parte dei personaggi � anche per avere, col passare del tempo, elementi e personaggi su cui tornare nei momenti in cui lo consideri necessario (o si ritrovi a corto di idee nuove). Per quanto riguarda i cattivi che non uccidono, non credo pesi ai fan perch� OP � indirizzato a ragazzi che vogliono leggere una storia da toni scanzonati. Ricordo che questo “problema” esiste anche per altri shonen.
2) lo stile di Oda non piace troppo neppure a me (soprattutto quello dei personaggi femminili), sebbene il design di qualche personaggio mi piaccia. Ci� che riconosco a Oda, motivo per cui lo ammiro, � la quantit� di elementi presenti nelle sue tavole, sempre piene.
3) l’ambientazione di OP permette una cosa che a mio dire rischia di guastare l’opera a lungo andare: Oda pu� andare avanti all’infinito, finch� ha in mente un a nuova isola (o il ritorno a una vecchia). La struttura quasi “autoconclusiva” del manga mi ricorda quella di altri lavori umoristici: sono scelte che gli autori fanno anche in base a quelle che sono le loro capacit� di sceneggiatore.
4) in OP ho assistito a una “maturit�” forzata in alcuni momenti dei personaggi (mi viene in mente il litigio tra Rufy e Usop per quanto riguarda la Going Merry), inserita a mio avviso per continuare a tenere interessati i fan di vecchia data. quando un manga dura molto accade che alcune persone crescano con esso, e spesso le necessit� e gli interessi del lettore cambiano. Oda si trova nella difficile condizione di dover accontentare chi ha creduto in lui nel 1997 e chi inizia a leggere il suo manga oggi.
5) il successo di un manga dipende anche da quanto tempo i tuoi fan passano a discutere di esso: in questo Oda ben sa che ogni piccolo elemento verr� analizzato e studiato dai suoi fan, che a loro volta, abituati a un determinato tipo di prodotto, si aspettano questi elementi. nessuno leggerebbe qualcosa se non ne fosse realmente interessato e coivolto, dopotutto.
Prendete queste mie parole con le pinze, d’altronde non seguo OP da Gekko Moria (motivo: il punto 3), ma vengo comunque informato dei progressi della storia…quindi…
Furucush 7 Novembre 2012 il 00:25
Ottimo articolo come sempre.
1) � vero che in questo senso Oda manca di realismo in modo piuttosto pesante, per� sinceramente preferisco come fa lui che si tiene i personaggi “di scorta” per un uso futuro alle gradi resurrezioni stile marvel :getlost: (attacco alla foglia di Pain)
2)i disegni sono la parte di cui piu mi lamento in One Piece, li trovo incasinati e a volte difficili da capire. a volte ho dovuto rileggere il capitolo 3 volte per capire che stava succedendo
3) su questo punto sono completamente in accordo con te, lo schema ripetitivo � inevitabile e soprattutto tipico di questo genere (dragonball non era ripetitivo, vero? :whistle: )
4) come punto 3, la maturazione in questo manga � rendersi conto di quello che si � e migliorarsi, non fare il figo tenebroso e serio
5)stesso discorso, alcuni capitoli possono essere, in apparenza, vuoti e privi di significato, ma si dovr� vedere la saga nel complesso. quante volte Oda ha messo in capitoli inutili indizi per capire come si svolger� la storia 😉
Mirokusama 7 Novembre 2012 il 00:58
Complimenti per l’articolo e auguri per aver raggiunto il ragguardevole numero di 100 articoli, complimenti anche per questo!Sui difetti in s� a me l’unico che davvero non se ne scende sono le non morti, ovviamente capisco la scelta di Oda, l’ha spiegata lui stesso quindi non � proprio il mistero di Fatima, ma trovo cos� mortificante per la storia e i personaggi metter su dei salvataggi cos� impossibili (Pell,Wiper,Pagaya i principali che mi vengono in mente) che non posso fare a meno di dispiacermi, qualsiasi sacrificio perde importanza di fronte a questo dogma inattaccabile, ci manca solo che alla fine di Punk Hazrd i Marine del G5 colpiti da Shinokuni si salvino miracolosamente e avremmo fatto l’ enplein….tolto questo gli altri per me non sono nemmeno difetti ma “caratteristiche” del manga, se non si accettano non si pu� amare One Piece…e io li accetto volentieri, tranne uno!
winston smith 7 Novembre 2012 il 01:14
Inizio complimentandomi con te, Caesar, e per il traguardo raggiunto con questa rubrica e per la coraggiosa scelta di dedicare un articolo dal numero cos� significativo ad un argomento tanto spinoso quale questo rappresenta per ogni appassionato di One Piece. :biggrin:
Procedo, ora, a esporre brevemente la mia su ognuno dei cinque problemi da te sentiti come emblematici per quanto riguarda il manga in questione.
1. Se non ricordo male, in una delle SBS Oda spiega che ha maturato questa scelta in seguito ad una conversazione con la nonna, che lo ammon� sperando che il suo manga non fosse una di quelle opere in cui la morte � pane quotidiano. Per quanto io personalmente non la condivida (poich�, essendo paradossalmente la morte parte integrante della vita, trovo giusto includerla in un’opera narrativa di siffatto stampo), non intendo far pesare pi� di tanto questa resa della (im)mortalit� sul mio giudizio complessivo del manga. La politica adottata � questa, pertanto quando mi appresto alla lettura entro nell’ottica secondo cui nessun personaggio perder� la vita.
2. Non vado pazzo per lo stile di disegno adottato: lo trovo troppo caotico e francamente poco adeguato alla categoria shonen, che dovrebbe essere caratterizzata da immediatezza grafica ed espressiva. Ciononostante, adoro il design di molti personaggi, pertanto concedo ad Oda un lasciapassare anche su questo punto.
3. Concordo in tutto e per tutto con quanto ha esposto Regola. Oda deve stare attento a evitare una eccessiva ripetitivit� delle situazioni e dovrebbe cercare di diversificare il tutto ora che i nostri sono approvati nel nuovo mondo.
4. Gli ultimi due sono i problemi che a mio avviso compromettono, a lungo andare, la godibilit� dell’opera. Sono della scuola di pensiero per cui i personaggi di opere pluridecennali dovrebbero crescere insieme al lettore: palesemente in One Piece questo non accade. Prendendo Rufy come esempio, non chiedo che muti completamente il proprio carattere, ma mi sarebbe piaciuto se, dopo il time skip, posto di fronte ad avversari pi� seri, come lo � Caesar Clown, si fosse dimostrato pi� maturo. C’�, per�, ancora tempo per smentirmi. Mi affido ad Oda.
5. Credo che qui possiamo essere tutti d’accordo nell’affermare che Oda � OGGETTIVAMENTE prolisso e ridondante. Lo � nel dipanamento della narrazione e lo � nella reiterazione forzata delle stesse gag in ogni capitolo. Mi piacerebbe, dunque, se sfruttasse di pi� personaggi importanti, interessanti e misteriosi (nonostante abbiano fatto la loro apparizione anche centinaia di capitoli orsono) che gi� si conoscono e meno tizi che sono co-protagonisti nella singola saga e poi scompaiono praticamente nel nulla.
Uff! Ho scritto un po’ tanto. Spero che troviate il commento piacevole e quanto pi� possibile condivisibile! :w00t:
SteBO 7 Novembre 2012 il 10:36
Aggiungerei
#6 effetti dell’acqua. Il discorso � sempre poco chiaro. In un precedente articolo facevi delle ipotesi, ma c’erano troppi “secondo me”.
Furucush 7 Novembre 2012 il 14:14
Oda ha detto chiaramente che i misteri sul frutti verranno svelati, presumo anche gli effetti dell’acqua :happy:
SteBO 8 Novembre 2012 il 09:20
Speriamo
Ad esempio, secondo me, prima o poi uscir� anche un rogia dell’acqua. Anche se si pensa che sia incompatibile con gli effetti che l’acqua ha sui fruttati, come mai esistono i rogia del ghiaccio e della neve ?? In fondo ghiaccio e neve sono acqua allo stato solido !! 😉
ningen 7 Novembre 2012 il 16:23
Grande Caesar! E complimeti per il centesimo articolo :biggrin: Non � da tutti decidere di fare un’articolo sui difetti di una cosa che piace. Quindi doppiamente complimenti, anche per la tua ogettivit�.
Andando all’articolo in questione:
1) La scelta di Oda di non far morire quasi nessuno dei suoi personaggi (escludendo quelli nei flash-back e BB ed Ace), non mi disturba pi� di tanto. Credo che sia anche un modo per mantenere alto l’interesse dei lettori fan di qualche personaggio passato. Spesso infatti si sentono frasi del tipo “Ah spero in un ritorno di Ener, era un gran bel personaggio”. Oda in questo modo ha gestito la cosa bene, perch� un’eventuale ritorno di questi personaggi far� felice parecchie persone.
2) Il disegno di Oda � particolare, ed il suo stile � questo, bisogna mettersi l’anima in pace. A me il disegno piace, appunto per questa sua particolarit�, che lo rende diverso da altri shonen. Io non riuscirei ad immaginarmi un Op disegnato in altra maniera, anzi credo che un disegno differente farebbe perdere gran parte del suo fascino all’opera. Certo se siete dei maniaci del disegno realistico e perfetto… Beh leggetevi Vagabond, l’immortale o Berserk a questo punto :biggrin:
3) La trama deve essere per forza di cose cosi, per 2 motivi fondamentalmente:
Il primo, come ha detto Caesar, � perch� la storia narrata � una storia di avventura da un’isola ad un’altra, e questo prevede per forza di cose lo sbarco nelle varie isole :whistle:
Il secondo motivo � invece l’appartenenza al genere stesso degli shonen, che porta il manga a parlare di amicizie scovate nelle varie isole e nemici da affrontare via via sempre pi� forti.
E’ la scelta del tipo di storia da raccontare che ha portato a questa “ripetivit�”, anche se in fin dei conti, trovo che le varie saghe riescono a differenziarsi a sufficienza, e ti lasciano sempre qualcosa (escluso il Devy back fight).
4) Sulla non-maturazione non sono del tutto d’accordo, perch� abbiamo esempi di cambiamento e maturazione dopo il time-skip (ed anche prima con Robin, come ha giustamente detto Caesar), come ad esempio Zoro, che mi sembra molto pi� serio rispetto a prima, Usopp che sembra molto pi� sicuro dei suoi mezzi e della sua forza, Brook, che sebbene faccia sempre quelle battutine, sa anche fare delle belle riflessioni (come ad esempio quella sulla morte a FI). Purtroppo ancora Franky, Robin, Nami e Chopper non hanno manifestato cambiamenti di sorta per il momento. Per quanto riguarda Rufy… No dai un Rufy serio sarebbe snaturalizzare completamente il personaggio :biggrin:
5) Qui la faccio breve (anche perch� ho gi� scritto troppo :tongue: ), e trovo questo punto il difettaccio di Oda.
Scusate se ho scritto un p� troppo :biggrin:
kur 7 Novembre 2012 il 19:33
….non so, anche se sono pi� o meno d’accordo con le tue argomentazioni, e nonostante la premessa, mi � sembrato che “lo scopo di questo articolo � dimostrare che One Piece � il manga perfetto”….come dire come se fossi sulla difensiva?
bluclaudino 12 Novembre 2012 il 10:52
Non mi sono ancora espresso, mi piacerebbe motivare i miei gusti.
Io dei tuoi 5 punti ne vorrei considerare 2 e mezzo perch� gli altri non li trovo difetti, quindi do la mia opinione su Finte-morti, Ripetitivit�, il mezzo-punto � per i disegni. Aggiungo per� un punto “personale”: Improvement dei poteri (non mi piace banalizzare la questione chiamandoli “power-up”).
1) Qui ho poco da dire, ci sono delle scelte davvero ingiustificate e lo scopo � piuttosto semplice: poter riutilizzare personaggi gi� metabolizzati ed assorbiti dal lettore quando e come gli pare per risollevare periodi stantiii. Quello che trovo ingiustificato � il fatto di premettere con forza e pathos qualcosa e smentirsi poco dopo: parlo della bomba che dovrebbe disintegrare 5 km di raggio ma non uccide Pell (e non gli stacca nemmeno una zampa), parlo di fulmini di 200 milioni di volt che non ammazzano il padre di Konis n� Wiper, parlo di tutte quelle situazioni in cui Oda cerca di farci credere che ammazzer� tutti per tenerci sulle spine salvo poi smentirsi sempre e comunque (due morti in 700 capitoli, al di fuori dei flashback). Ormai ci abbiamo fatto il callo, vero, ma a mio parere ormai Oda non ha pi� credibilit� in queste situazioni e ci� toglie pathos alla scena ed anzi appiattisce inevitabilmente e rende prevedibile gli sviluppi futuri (credevate che Barbabruna sarebbe morto? Pensate davvero che Mocha muoia?).
2) La ripetitivit� la trovo un difetto importante, ma abbastanza giustificato come dici bene nell’articolo. E’ un viaggio, lo schema “attracco, avventura, salpaggio” � obbligato, quello che non mi piace � l’eccessiva casualit� di questi viaggi. Dovunque arriva Rufy sta per succedere qualcosa che viene preparata da anni ed anni, capisco farlo ogni tanto, ma succede praticamente ovunque Rufy ha posato piede: Drum, Alabasta, Skypiea, Fishman Island, Punk Hazard, va benissimo lo schema fisso e vanno benissimo anche delle coincidenze (altrimenti sarebbe la storia di uno qualunque), ma fondare cos� tante saghe su cos� tante coincidenze mi sembra esagerato.
2,5) Non amo i disegni di Oda, apprezzando lo stile pulito e realistico di Kishi � ovvio che quello estroso e caricaturale di Oda non sia tra i miei preferiti. Per� ho imparato ad apprezzarlo ed a godere di tutti i particolari e dei dettagli che Oda inserisce nelle sue tavole, seppu spesso siano davvero troppo confusionarie ed affollate.
3) Quello dello sfoggio di potere in modo “random” invece � secondo me il difetto pi� grande di Oda (che ultimamente ha superato col TimeSkip, ma vedremo in futuro). Non vediamo mai i protagonisti allenarsi in una tecnica o in uno stile per poi farci vedere i risultati di tali sforzi, vediamo solo il frutto di tali obbiettivi e questo a mio parere toglie legittimit� ai suoi personaggi, i quali diventano semplicemente delle macchine sforna tecniche. Capisco che combattendo ogni 3×2 possano migliorare forza e riflessi, ma i Gear di Rufy sono tecniche pensate, non utilizzi istintivi di movimenti naturali ed assodati ma ad un livello superiore. Idem per il Diable Jambe di Sanji e per l’Ashura di Zoro, sono solo alcuni esempi ma si potrebbe fare un elenco lunghissimo. Troverei molto pi� corretto mostrare qualche allenamento o pensiero che in futuro si trasformer� in tecnica, al posto di vedere Zoro che solleva elefanti con le spade per “diventare pi� forte”.
P.s. Ora devi fare un ‘articolo coi tuoi “Cinque pregi” di One Piece! :w00t: