Per parafrasare l’Azzeccagarbugli dei Promessi Sposi Manzoniani: “Riccardo Zara, chi è costui?“. Leggendo il titolo di questo articolo, la risposta appare ovvia: il leader/fondatore/autore del gruppo I Cavalieri del Re, forse il più prolifico gruppo musicale che si sia mai occupato di realizzare sigle italiane degli anime del passato. Ma Riccardo Zara è, soprattutto, un musicista e compositore a tutti gli effetti: un professionista come pochi (se si scorre la sua carriera ci si renderà conto che non ha niente da invidiare a mostri sacri come Vandelli o Battisti), che nel corso di un decennio ha portato tante novità e innovazioni nel settore delle “musiche dei cartoni animati” da essere stato preso a modello da tanti altri mini-gruppi con cui ha collaborato.
Riccardo inizia a comporre brani per gruppi come i Dik Dik (ascoltate Viaggio di un poeta) o per show e serial televisivi (chi non ricorda la sigla di Lassie?), per poi dedicarsi all’attività che lo consacrerà come il più prolifico compositore di brani per gli anime. Dal 1981 e per circa cinque anni, coadiuvato dalla moglie Clara Maria Teresa Serina, la cognata Guiomar Serena Serina e il figlioletto Jonathan Samuel Zara (all’epoca degli esordi di appena sei anni), sotto il nome de I Cavalieri del Re, Riccardo Zara sforna alcuni dei brani più famosi che hanno fatto da sigle di apertura e chiusura agli anime maggiormente seguiti negli anni ’80 (e replicati infinite volte, in seguito, da emittenti locali), realizzando dei pezzi musicali che, lungi dall’essere pensati come banali sigle, erano composti, realizzati e registrati come opere musicali di tutto rispetto: si pensi solo alla multi-registrazione che lo stesso Zara eseguiva della sua voce, cantando lo stesso brano su ottave diverse e mixando poi le voci su canali differenti, riprendendo lo stile di molte composizione dei Beatles degli esordi.
Come dicevamo, il 1981 segna il debutto ufficiale dei Cavalieri del Re nel panorama canoro degli anime: il primo brano da loro realizzato è la sigla di Vicky il Vichingo, epopea di un giovane e geniale guerriero scandinavo (ha appena 10 anni) che, imbarcatosi con papà Halvar e la sua ciurma, affronta straordinarie avventure e si rivela fondamentale per sbrogliare più di una matassa.
La casa di distribuzione di questo anime in Italia, felice del risultato della sigla di Vicky, affida a Zara il compito di comporre la opening per un altro anime di futura programmazione. La Spada di King Arthur è una versione, neanche tanto lontana, dell’originario ciclo bretone dei Cavalieri della Tavola Rotonda e segna, per Riccardo e la sua Famiglia, anche la nascita del nome del loro gruppo: essendo i cantori delle gesta di Artù, il titolo migliore di cui possono fregiarsi è proprio quello di Cavalieri del Re
Il successo è definitivo: in breve tempo ai nostri viene commissionata la realizzazione di 3 nuove sigle che saranno destinate ad accompagnare degli anime che, in Italia a quel tempo, riscossero un grande successo. Riccardo Zara compone la sigla di Kimba il leone bianco, versione animato della magnifica storia del Re Leone ideata da Osamu Tezuka, che segna il debutto da solista della moglie di Zara, voce che in breve diventerà una sorta di marchio per tutte le sigle di anime non-shonen realizzate dal gruppo.
Si passa poi allo Scoiattolo Banner, storia di un piccolo roditore che, allevato da piccolo da una gatta domestica, crede di essere un felino, e che semina scompiglio nella comunità di scoiattoli con cui va a vivere. Anche questo brano segna un debutto come solista: quello del piccolo Jonathan che imita la voce del Banner dell’anime.
In successione ecco la “famosissima” sigla di uno dei fondamentali anime sui ninja (Naruto deve tanto a quest’opera!) mai arrivati in Italia: Sasuke, il piccolo ninja, narra le avventure del giovane Sasuke (dove ho già sentito questo nome??) in un Giappone vessato da violenza e soprusi. Oltre al video di questo anime, vi consiglio di guardare la versione parodica realizzata in quest’altro video: vi sganascerete dalle risate!
Il consacramento finale per la “Bravura” e le “Capacità” artistiche del gruppo arriva però nel 1982: è questo l’anno di sigle quali L’Uomo tigre, Lady Oscar o Go go go, Mach 5! (di cui è stato realizzato negli ultimi anni un lungometraggio dal titolo Speed racer) che non hanno bisogno di presentazioni.
Sempre in quell’anno il gruppo della famiglia Zara si dedica a musicare alcuni degli shojo anime più famosi dei primi anni ottanta, trasmessi dalla nascente Italia 1 nel fortunatissimo contenitore pomeridiano Bim Bum Bam! condotto da un esordiente Paolo Bonolis affiancato dal pupazzo Uan.
Il Libro Cuore è l’anime ispirato al famoso romanzo di De Amicis, ambientato in un’Italia post-Unità, in cui, attraverso gli occhi di una classe di scuola elementare e delle storie che i maestri raccontano, scopriamo le vicende del nostro Paese a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.
Segue L’isola dei Robinson, adattamento del libro di Johan Wyss ispirato al Robinson Crusoe di Defoe, storia del naufragio di una famiglia (padre, madre e tre figli) su di un’isola (apparentemente) disabitata e dei loro sforzi per adattarsi a sopravvivere. (Vi consiglio di ascoltare anche la versione completa.)
Altro brano famoso, La Maga Chappy narra le avventura di una giovane streghetta che viene spedita (con tutta la famiglia) sulla Terra per imparare le usanze delle persone non dotate di poteri magici.
Nel 1982 i Cavalieri del Re musicano la sigla di un anime appartenente ad una serie di cui, nel futuro, diventeranno i cantori ufficiali: Calendar Men è il primo anime della serie delle Time Bokan (Macchine del tempo), i cui protagonista indiscussi, più che i buoni, sono i tre più famosi cattivi della storia dell’animazione giapponese: Duronio, Tonsula e Boyakki (anche se in questo anime hanno altri nomi).
Bene, siamo arrivati agli anni caldi. Il 1983 e il 1984 sono, per i Cavalieri, gli anni di maggiore produzione e datano alcuni dei brani più famosi e importanti creati dal gruppo.
Nel 1983 si parte con Moby Dick 5, anime fantasy che racconta la storia (vera??) del perduto continente Mu e di Atlantide, attraverso le gesta di 5 giovani ragazzi, discendenti della stirpe atlantidea, alla guida di un’enorme balena bianca, arma finale dell’esercito di Atlantide, appunto.
Contemporaneamente i Cavalieri musicano l’anime che, probabilmente, risulta maggiormente legato alle loro voci: Yattaman, la storia del grande paladino del bene della Tatsunoko, che mischia saghe robotiche e comicità in modo davvero unico, grazie alla presenza del trio di “cattivi” più sconclusionato della storia dell’animazione mondiale (quie Dronio, Tonsula e Boyakki di cui si parlava prima – vi consiglio anche di guardarvi questo video!).
Chiudono questo anno 3 brani che accompagnano altrettanti anime totalmente differenti tra loro per genere, trama e animazione. Le avventure del fantastico Ganba narrano le vicende di un simpatico e intelligentissimo topolino in un mondo favolistico (molti degli episodi sono ispirati ai racconti di Fedro o Esopo) e dai toni prettamente educativi (l’anime era pensato per un pubblico di bambini, originariamente). Non sono riuscito a trovare la videosigla, purtroppo.
La Ballata di Fiorellino è, a mio parere, uno dei brani più belli inciso da questo gruppo per un anime: accompagna in maniera perfetta la vicenda della dolce Fiorellino, inseguita in tutto il Mondo dai pretendenti alla mano di una viziata principessa, poiché il suo gattino Lily ingoia l’anello Sorriso dell’Amazzone che la stessa principessa ha posto come condizione per sposarla.
Infine i CDR incidono la sigla di un anime robotico molto particolare: Godam narra di una guerra tra la razza umana e il Popolo degli abissi, basato sul classico “party of five” (gruppo di cinque elementi) che però porta una novità. Mentre di consueto l’unica donna del gruppo riveste, in altri anime, un ruolo di subordinata, qui è proprio Yoko ad essere il comandante del gruppo di resistenza agli invasori.
Il 1984 va ricordato per la realizzazione di 4 brani dal forte impatto, anche se hanno accompagnato anime forse un po’ meno noti di altri che andavano per la maggiore in quegli anni. Ugo il Re del Judo è una storia a metà tra la parodia e il racconto sportivo: Ugo è probabilmente il prototipo di alcuni personaggi scapestrati e senza “regole” che popoleranno in futuro altri anime famosi (e di cui uno sarà musicato sempre dai CDR).
Lo specchi magico (ve la ricordate la formula magica “spechiemayamayakon”???) è uno dei tipici anime del filone “majokko” (di cui l’esponente più famosa è senza dubbio L’incantevole Creamy) che narra le vicende della giovane Stilly e delle sue mirabolanti trasformazioni grazie ad un piccolo specchietto per cosmesi donatole dallo Spirito degli Specchi.
Dai toni a volte drammatici, ma più spesso comici, Coccinella è la storia di 7 fratelli rimasti orfani (e poveri) che decidono, piuttosto che separarsi, di rimanere a vivere nella vecchia casa dei genitori, affrontando giorno per giorno le difficoltà che la vita presenta loro. Il tutto ruota attorna alla più piccola della famiglia, la piccola Coccinella appunto, bambina dal grande cuore e dal sorriso dolce e affettuoso.
Di argomento totalmente diverso (e spesso educativo, seguendo la falsariga dell’anime a cui fortemente si ispira e di cui è successore, Doraemon) Nino il mio amico Ninja si incentra tra il forte rapporto di amicizia tra Ken, bambino delle elementari dalla scarsa intelligenza e voglia di studiare e il giovane e saggio ninja Nino (Hattori Kanzo) che veglia su di lui e lo protegge dalle mire del perfido Amilcare (Kemuzo Kenumaki), anch’egli esperto ninja.
Il 1985 è l’ultimo anno di produzione dei CDR nell’ambito delle sigle degli anime… ma è un anno col botto! L’anno inizia con la realizzazione di 2 sigle che sono tanto note (quanto gli anime che accompagnano) da non necessitare di presentazioni. Devilman, tratto dalla più nota opera del maestro Go Nagai, e Ransie la strega, forse il più grande esperimento nel campo degli shojo che sia mai stato pensato, che mischia le tematiche amorose alla commedia demenziale e super deformed e ai temi horror di demoni e vampiri, consacrano definitivamente il successo e la notorietà del gruppo. Tra l’altro la videosigla finale di Ransie ha un tocco di “sexy” che, ai tempi in cui veniva passato in televisione, suscitò non poche polemiche!
Dopo questi due exploit, i CDR musicano l’ultimo anime della serie delle Time-Boka (forse anche quello più attinente con il titolo): I predatori del tempo mette di nuovo in lotta tra loro i personaggi del trio Drombo contro la coppia Ganchan e compagna, stavolta memebri di una misteriosa pattuglia del tempo dedita a mantenere inalterati gli eventi della storia. Il finale di questo anime, lasciatemelo dire, è veramente stupendo e consiglio a tutti di cercarlo e guardarlo!
La conclusione della carriera (almeno quella legata agli anime) è davvero eccezionale: musicando due tra i più famosi anime “sportivi” che siano mai stati realizzati, i CDR entrano ufficialmente nell’Olimpo dei “cantori” che noi appassionati di anime amiamo dal profondo del cuore! Il fichissimo del baseball è un altro di quegli anime a metà tra la parodia e la storia di sport che già era caro ai nostri dai tempi di Ugo: qui si parla dello sport nazionale giapponese, il baseball appunto, e delle sue molte sfaccettature, attraverso il gioco di una squadra di “schiappe” che si riveleranno essere grandi campioni (e che introduce l’invenzione dei vari colpi segreti che saranno tanto sfruttati in opere successive, come Capitan Tsubasa ad esempio).
L’ultimo brano musicato dai CDR è, secondo me, il più famoso di tutta la loro carriera, anche perché legato ad uno degli anime più famosi di tutti i tempi. Gigi la Trottola (Dash! Kappei!) rappresenta forse l’opera di genere sportivo più fuori dagli schemi di tutti i tempi: il terribile Gigi, mega campione di ogni sport, e la sua rivalità con il cane Salomone per l’amore della dolce Anna (e delle sue mutandine bianche) rappresenta forse una delle vette comiche dell’animazione giapponese più alte, e sicuramente la degna sigla creata dai CDR per accompagnare tale serie ha contribuito ad incrementare il successo di questo anime in Italia.
Bene, giunti a questo punto non mi resta che salutarvi (augurandomi che questa lunga carrellata di sigle vi abbia divertito o addirittura fatto commuovere per questo tuffo nel passato). Vi ringrazio per aver letto questo lungo articolo e vi do appuntamento al prossimo “numero” di CMM, in cui parleremo di…. no, non ve lo dico! È una sorpresa!
Echoes-Kun 10 Novembre 2010 il 10:19
Mamma quanti ricordi….
daniele 10 Novembre 2010 il 10:33
Intanto complimenti sinceri per l’articolo, seguo komixjam ormai da anni e difficilmente commento qualcosa ma stavolta era necessario quantomeno un ringraziamento nei tuoi confronti. La parola chiave nel tuo articolo � “commuovere”, tale � il sentimento dei ragazzi della generazione degli anni 80 che ormai hanno la mente piena di stress per gli impegni lavorativi/universitari … la mezz’ora che ho impiegato a leggere tutto l’articolo ha portato tanta nostalgia ma alla fine dell’articolo spunta un sorriso sul mio volto; questo secondo me � il vero senso di questo tuo splendido lavoro.
grazie
ciampax 10 Novembre 2010 il 10:52
Grazie a te! Mi fa immensamente piacere!
Keitradir 10 Novembre 2010 il 23:15
concordo ampiamente con quello che hai scritto, e poi….altro che commozione, ad alcuni pezzi a me viene ancora la pelle d’oca, letteralmente XD
Mila 11 Novembre 2010 il 17:12
Anche la generazione anni 70 ringrazia!!! 😀
marilla00 10 Novembre 2010 il 11:06
Questo � decisamente un articolo nostalgico, bisogna ammettere che molte di queste sigle erano davvero belle, onore al merito per il loro autore e anche per l’autore dell’articolo che ha fatto davvero un lavoro titanico, bravo ciampax, ti meriti un bel 10.
ilburchiello 10 Novembre 2010 il 12:06
Molta molta commozione gi�…
Devo dire che la sigla di Devilman � veramente spettacolare, oltre ogni sentimento nostalgico, � obiettivamente molto bella.
Grazie Ciampax!
P.S.: Ma Vicky il Vichingo � l’anime di cui parla sempre Oda? Purtroppo non me lo ricordo…
P.P.S.: Un appunto minimo: a dire la famosa frase “Carneade, chi era costui?” � Don Abbondio, non l’Azzeccagarbugli (e parafrasare vuol dire in realt� un’altra cosa).
marilla00 10 Novembre 2010 il 14:44
Si � proprio quello l’anime di cui parla spesso Oda, lo ricordo anch’io.
ciampax 10 Novembre 2010 il 17:25
Mapporc…. lo sapevo che c’era qualcosa che non mi tornava con quella frase. Purtroppo tra me e manzoni non � mai scorso buon sangue! Comunque, parafrasare una affermazione, in senso lato, indica modificare la stessa con altri termini spacciandola per proria (Devoto-Oli, vocabolario della lingua italiana).
ilburchiello 10 Novembre 2010 il 23:33
@ marilla: lo immaginavo, peccato che dalle mie parti le reti private non lo passavano, o almeno non lo hanno ripassato. grazie della risposta!
@ ciampax: beh s�, non so se vale per cambiare un nome proprio, il senso � un po’ diverso, ma va bene dai, non intendo certo polemizzare su queste piccolezze.
ilburchiello 10 Novembre 2010 il 23:43
Ah e dimenticavo: bello anche il video parodia Sasuke il piccolo ninja, ma soprattutto da l� ho trovato quello di Gaara dai capelli rossi, che � veramente divertentissimo!
Gilles 13 Novembre 2010 il 01:15
E in merito a questo Vichingo, cosa dice di preciso Oda??
ilburchiello 13 Novembre 2010 il 18:15
In qualche vecchio S. B. S. dice che era il suo anime preferito quando era piccolo e che da l� proviene la sua passione per i pirati (i vichingi erano appunto pirati) e naturalmente l’ispirazione per personaggi come i giganti Dori e Brogi.
Violet*77 10 Novembre 2010 il 12:31
Non posso che quotare quanto ha scritto Marilla00 e ringraziare Ciampax per il suo paziente lavoro anche se io comunque non ho mai visto alcuni cartoni come ad esempio “Il fichissimo del Baseball”. Chissa dov’ero quando lo trasmettevano, LOL!
Comunque Ciampax, volevo chiederti, ma tu li leggi i messaggi privati?Perch� te ne avevo mandato uno qualche giorno fa ma non ho ricevuto risposta. Magari sono cos� imbranata che ho fatto pasticcio e chiss� dove l’ho mandato. ^^’ Fammi sapere se ti � arrivato! Grazie.
Male. 10 Novembre 2010 il 13:31
Madonna che flashback che mi hai fatto fare .. complimenti per l’articolo un lavoro eccezionale 😉
Soulgeddon 10 Novembre 2010 il 14:34
Sicuramente un articolo ben strutturato e approfondito, davvero complimenti!
Comunque � don abbondio che dice “Carneade, chi era costui?” non l’ azzeccagarbugli.
MagicSton 10 Novembre 2010 il 15:36
Ecco, questo � un OTTIMO lavoro! Sono del 93, ma conosco quasi tutti questi anime, trasmessi da super3 ai tempi… GRANDE!
MagicSton 10 Novembre 2010 il 15:39
Ecco un GRANDE lavoro! Io sono del 93, ma ho visto quasi tutti questi anime e beh… GRAZIE! Sia per averci fatto fare un tuffo nel passato, sia per averli ordinati cosi meticolosamente!
shadow-san 11 Novembre 2010 il 08:28
uha che immersione nel passato…mi stavo commuovendo!!!!!
uriel80 11 Novembre 2010 il 19:30
Cmq, tanto per precisare, la sigla del cartone animato Lo scoiattolo Banner � cantata da Le mele verdi.
non so quanto possa essere veritiera la notizia che il figlio di Zara abbia esordito in gruppo concorenziale al suo. Dato che le mele verdi hanno fatto molte sigle negli anni 80
ciao