Ciampax Manga Mondo 6: Superobots/Rocking Horse

Gli anime serializzati arrivarono in Italia, per la prima volta, nel 1976, quando la allora Rete Due (odierna Raidue) iniziò a trasmettere serie animate come Barbapapà, Vicky il Vichingo, Heidi ed Atlas UFO Robot. Sin dal loro approdo nell’immaginario dei bambini ed adolescenti, che iniziarono a passare buona parte delle loro giornate piantati davanti allo schermo per ammirare questo spettacolo che andava oltre la semplice animazione “Disney” che fino ad allora aveva regnato incontrastata, fu chiaro che era necessario creare qualcosa che fosse un segnale identificativo immediato per questa o quell’altra serie. Fu così che, man mano che le produzioni animate sbarcavano in Italia iniziarono a spuntare come funghi gruppi musicali (o pseudo tali), che si preoccupavano di comporre un solo genere musicale: quello delle sigle (anche se il termine giusto sarebbe colonne sonore) degli anime che venivano trasmessi ormai in gran numero sulle nostre reti.

Tra i primi gruppi a divenire famosi in questo ambiente ci sono i Superobots/Rocking Horse del grande e geniale Douglas Meankin. Partiti in sordina nel 1979 e attivi fino al 1984, questo gruppo, che vanta nelle sue fila musicisti del calibro di Dave Sumner (chitarre), Mike Fraser (piano), Mick Brill (basso) e Marvin Johnson (batteria), scrisse ed esegui alcuni dei più famosi brani di anime a carattere shojo e shonen (di genere avventuroso, fantasy) sotto il nome di Rocking Horse, mentre col nome di Superobots hanno cantato i brani di apertura ad alcuni dei più famosi anime robotici degli anni Ottanta.

Senza perderci in ulteriori indugi, seguiamo allora, grazie alle videosigle, l’evolversi della carriera di questo doppio gruppo, iniziando da quello dei Superobots che, sebbene fondato per primo, nel 1979, divenne famoso solo quando lo stesso gruppo, nel 1980, cantò la sigla di Candy Candy col nome di Rocking Horse.

Nel 1979, in seguito all’arrivo di Atlas Ufo Robot, la Rai si accaparrò i diritti di altri due celebri anime robotici, che costituiscono, con il primo, la famosa trilogia di Koji Kabuto creata da Go Nagai: Mazinger Z e Il Grande Mazinga (in tutti e tra appare questo personaggio, anche se nel doppiaggio italiano di UFO Robot il nome di Koji è divenuto Alcor, in quanto questo anime arrivò per primo in Italia ma era il terzo della triologia). I superobots vennero chiamati allora a creare la sigla iniziale de “Il Grande Mazinga”, sigla che forse risulta una delle loro più riuscite. Sempre nello stesso anno, il gruppo incise le sigle del telefilm Guerre tra Galassie e dell’anime incentrato sul mondo delle corse Ken Falco. (Qui trovate le versioni complete sia di Mazinga che di Ken Falco)

L’anno seguente, forse a causa dello scarso acquisto di nuove serie giapponesi da parte della Rai, o perché intanto un altro gruppo di famosi cantori nasceva 8ma ne parleremo un altra volta, i Superobots limitarono la produzione del 1980 ad un solo brano: la sigla iniziale di Grand Prix e il campionissimo altro anime ambientato nel mondo delle corse che, a mio parere, era una sorta di copia di Ken Falco. Anche di questo il link per la versione integrale.

Ma veniamo al 1981: durante quest’anno i Superobots ci danno dentro, creando, praticamente, quasi tutto il loro repertorio e legando il loro nome alle maggiori produzioni robotico-fantascientifiche degli anni Ottanta. Sul filone robotico, ecco 4 titoli davvero fondamentali: Daltanious; il famoso robot con la testa di leone in petto, Gordian, il robot matrioska formato da Protteser, Dellinger e Garbin e pilotato dallo scavezzacollo Daigo; Trider G7, il primo robot che doveva fare i conti con il fisco (Iron Man docet!); UFO Diapolon, il giocatore di football americano. Di seguito le videosigle dei quattro anime.

Accanto a queste 4 sigle robotiche, i Superobots crearono, nello stesso anno, altri 4 brani, 3 per anime e uno per un telefilm dal vivo: Blue Noah, mare spaziale, anime incentrato sulle vicende della “Nave spaziale” Blue Noah in lotta contro l’impero di Gotham; Koseidon, storia di un gruppo di viaggiatori del tempo, aiutati nelle loro avventure dal “Cavaliere del Tempo”; Starzinger, trasposizione fantascientifica della leggenda del Saiyuki; Supercar Gattiger, versione pseudo robotica degli anime di corse, con una mega automobile composta da 5 veicoli.

A conclusione della loro carriera, i Superobots incisero, rispettivamente nel 1982 e nel 1984, le sigle di due anime talmente diversi fra loro eppure all’epoca tanto famosi da tenere incollati migliaia di piccoli telespettatori agli schermi: Babil Junior, la storia del giovane esper che deve i suoi poteri all’influsso della Torre di Babele, e Super Robot 28, il primo robottone dotato di telecomando (che generò un merchandising inverosimile!). Ecco a voi le sigle di questi due anime.

Ascoltando la sigla di Super Robot 28 ci si rende conto di come lo stile dei Superobots ad un certo punto tenda a divenire più dolce e meno rockeggiante rispetto ad altre loro composizioni robotiche. Probabilmente ciò si deve al forte influsso del loro gruppo alter-ego Rocking Horse che, in realtà, fu da sempre il vero spirito guida di questi musicisti. Nel 1980, lasciando da parte per un attimo le composizioni degli anime robotici, Doug Meankin decise di creare una sigla che, per dolcezza e qualità musicale, rimane nella storia delle sigle dei cartoni animati: Candy Candy. C’è da osservare che le sigle firmate col nome di Rocking Horse sono, spesso, molto più curate e risultano ottime composizioni al di là del loro “ruolo” prestabilito: spesso per ammissione dello stesso Meankin alcuni di questi brani erano stati composti per partecipare a concorsi canori “ufficiali” o altri eventi e in seguito riutilizzate per creare le sigle degli anime. Non c’è da stupirsi se alcune loro composizioni, quali Mimì e le ragazze della pallavolo e Tyltyl, Mytyl e l’uccellino azzurro siano state cantate poi da Giorgia Lepore, ai tempi giovane promessa del panorama canoro italiano. Ma di qeusto parleremo un’altra volta. Per ora ascoltiamo la sigla della giovane orfanella Candy Candy.

Nel 1981 i Rocking Horse si cimentano con tre generi sostanzialmente diversi: la sigla di Lulù, l’angelo tra i fiori, antenata delle majocco alla Creamy ed Evelyn; il brano Mysha, sigla di un anime per bambini che parla delle avventure di un giovane orsetto; infine la sigla di Toriton del mare, giovane discendente di Atlandide che lotta per proteggere gli oceani del mondo (e che sarebbe stato un pezzo più da Superobots che da Rocking Horse, a dirla tutta).

Il 1982 vede la realizzazione di due sigle di anime che sono rimasti nella storia dei “cartoni animati in italia” degli anni Ottanta: da una parte Lalabel, ovvero le vicende di una giovane streghetta (altra progenitrice delle majocco) alla ricerca della valigetta della magia cattiva; dall’altra invece Sampei, il pescatore dalle orecchie a sventola e amico di una “canna fatta di magia” (citazione del testo!) alla continua ricerca di nuove avventure. Sempre lo stesso anno, i Rocking Horse scrivono la sigla di Mimì (come detto prima) ed anche quella di un telefilm non proprio famosissimo (o magari sono l’unico a pensare sia poco famoso e voi lo conoscete tutti!): Superdog Black, un poliziesco antesignano del commissario Rex, con protagonista una splendida Midori Kinouchi nel ruolo della poliziotta ed il suo cane Karl.

Nel 1983 i Rocking Horse danno l’addio al panorama musicale italiano, lasciando però due brani a mio parere stupendi e perfetti per i due anime che accompagnano: Dr. Slump & Arale, l’altra immensa opera di Akira Toryama, incentrato sulle vicende della bimba robot e degli allegri abitanti del villaggio Pinguino; e Forza Sugar, storia di un ragazzo del liceo il cui sogno, sin da bambino, è quello di diventare un pugile professionista per vendicare il padre morto durante un violento combattimento.

Bene, spero che questa visione vi abbia divertito e vi lascio con… come dite? Se ho dimenticato qualcosa? Ah, ma allora ve ne siete accorti? Ovviamente ho tenuto la chicca per la fine di questo articolo. E già, perché i Superobots sono famosi (e hanno scatenato una leggenda che è stata messa a tacere solo nei primi anni Novanta) per il brano inziale di un anime robotico che, probabilmente, è il simbolo di tutti gli anime di questo tipo. Nel 1979, mentre un gruppo di semisconosciuti realizzava delle sigle originali per Atlas UFO Robot (esiste un CD di 14 tracce come colonna sonora) i Superobots prendevano la sigla originale dell’anime di cui stiamo parlando (che, detto tra noi, nella versione giapponese che trovate qui fa cagare!), la riarrangiavano (a dire la verità neanche tantissimo) e la facevano cantare a tale Fogus, il quale, suo malgrado, sarebbe stato scambiato per Piero Pelù, scatenando la diceria che fosse stato il cantante dei Litfiba, in tenera età, a incidere questo brano. L’anime parla di Hiroshi Shiba, figlio del dottor Shiba e custode della Campana di Bronzo, un manufatto archeologico dai poteri mistici dell’impero Yamatai, che gli permette di divenire il super robottone dell’anime in questione. All’ordine: “Miva, lancia i componenti!” il giovane Hiroshi, spiccando un balzo da una rupe, si raggomitolava su se stesso in posizione fetale, divenendo così la testa di… ma come, ancora non avete capito? E allora godetevi l’ultimo brano di questa volta:Jeeg, Robot d’Acciaio, in attesa del prossimo articolo in cui parleremo di un “cavalleresco” quartetto di cantori!