Un saluto a tutti i lettori di Komixjam! Oggi usurpo per nome e per data la rubrica di Bila(che spero non me ne vorrà) per parlarvi di un fumetto italiano che mi è piaciuto parecchio.
Il fumetto in questione si chiama Cassidy, scritto da Pasquale Ruju e disegnato da vari artisti(tra i quali Luigi Siniscalchi, Elisabetta Barletta, Gianluigi Gregorini e Alessandro Poli alle copertine). E’ stato pubblicato da Sergio Bonelli Editore, da maggio 2010 a ottobre 2011.
Cassidy è uno dei ‘figli’ di un tentativo di cambiamento da parte della Bonelli: quello di proporre, affiancate alle serie di stampo ‘classico’ (quelle come Tex o Dylan Dog per internerci, virtualmente infinite e con storie di uno o pochi numeri e di stampo episodico), miniserie brevi in 18 numeri. Questa trovata consente da un lato di raccontare un tipo di storia ‘con un inizio e una fine’ con molte più libertà, e dall’altro di spaziare maggiormente nello stile e nei generi: abbiamo infatti avuto miniserie di fantascienza(Brad Barron), fantasy(Gea), di stampo avventuroso-storico(Volto Nascosto e il suo seguito Shangai Devil), solo per citarne alcune.
E dovendo dare un genere a Cassidy, non c’è dubbio alcuno: il poliziesco anni 70.
Le premesse della storia sono piuttosto semplici: il rapinatore professionista Ray Cassidy, dopo un colpo andato male ed un inseguimento andato peggio, è in fin di vita. L’incontro(o forse è un allucinazione?) con il misterioso Bluesman gli garantisce diciotto mesi di tempo, per ‘rimettere a posto le cose’…dalla vendetta contro chi lo ha tradito fino alla complicata situazione familiare di Ray Cassidy.
La trama è molto ben articolata, e nei diciotto numeri in cui si dipana risponde praticamente a tutte le domande del lettore: scopriamo il passato del protagonista, la sua storia(e quella della sua famiglia) e perchè è diventato un rapinatore. Abbiamo anche modo di vedere il suo modus operandi sul ‘lavoro’ ed i suoi amici fraterni.
La cosa che mi ha colpito di più leggendo il fumetto è l’atmosfera: gli autori hanno infatti cercato di ricreare il più possibile il setting ‘anni 70’, affrontandone praticamente tutti i luoghi comuni: le grandi città controllate dalla malavita, i poliziotti corrotti, le strade polverose percorse da bande di motociclisti, le sparatorie e gli inseguimenti, le rapine progettate nel dettaglio…e potrei continuare per ore.
Numerosissime sono anche le citazioni, di attori famosi, di film e sopratutto di canzoni: la musica è infatti una componente fondamentale di questo fumetto e pezzi specifici, dal rock alla disco (con tanto di autore e anno di uscita in didascalia) sono esplicitamente citati in ogni numero.
Come già detto, ho trovato questa storia davvero bella…d’altronde, io sono un maniaco delle citazioni…e sono stato a fischiettare la canzone citata nell’ultima scena del fumetto(qui la citazione è doppia, visto che è la canzone fischiettata anche da un altro famoso personaggio Bonelli) per svariati giorni.
In definitiva, la consiglio fortemente per i fan del genere poliziesco, e per chi vuole provare una serie nostrana: in fondo, sono solo pochi numeri!
Alex Isabelle 17 Ottobre 2014 il 11:59
Io la scannerizzazione dell’ultima pagina dell’ultimo numero l’avrei evitata, ecco :