Caro amico mio

di Blurry Commenta

A seguito di un grave evento familiare che ha coinvolto un nostro amico e collaboratore, abbiamo scelto di sospendere l’attività del blog per due giorni con le parole di Matteo (Blurry), che più di tutti sa esprimere in scritto le emozioni ed i pensieri di tutti.

Caro amico mio,

E’ buffo che le cose che più sarebbe bello sentirsi dire vengano sempre dette nei momenti più critici e dolorosi, lo so. E’ come se in questi momenti il tempo si fermasse e si entrasse in una dimensione in cui le nostre priorità si rimescolano. Tutto cambia in un istante, e cambiamo anche noi. Spesso siamo costretti a crescere per il bene di chi ci sta intorno, per salvare il futuro di chi amiamo, ci costringiamo a essere forti per tante persone, e finiamo col dimenticarci di noi stessi e del dolore che proviamo. E’ una cosa normale. Non ho mai capito quale sia il modo “migliore” di reagire a qualcosa di simile, mi è sempre stato difficile trovare il giusto modo di parlare agli amici che si sono trovati via via in situazioni simili. Pensando a te e a quello che credo tu stia passando mi è tornato alla mente un ricordo particolarmente felice, e mi sono detto: “forse è questa la cosa migliore che possa dire per esserti vicino”. E allora ti racconterò quello che ricordo, quello spezzone che per me fu come una finestra spalancata su un ragazzo che ancora conoscevo poco. E allora, prova a ricordare, io e te in macchina, una sera di inizio novembre, stanchi morti dopo tre giorni meravigliosi al Lucca Comics con i nostri amici. Ti ricordi quanto avevamo riso? Quelle serate passate ad aspettare che la misera connessione che arrivava su quel cucuzzolo sperduto in mezzo al nulla riuscisse a caricare i video del Nido del Cuculo, e le risate con i Teletubbies che parlavano in livornese, con Gandalf che cerca di organizzare quella dannata settimana all’Elba (anche in campeggio eh!) e i “purmi” da prenotare, le trasferte… Te che non volevi dormire da solo perché avevi paura del buio o di chissà cos’altro, e noi che in quel momento ti sentivamo soprattutto come un fratellino bisognoso della presenza dei fratelli maggiori. La verità, però, è che tu eri già cresciuto un bel po’ dall’ultima volta che ci eravamo visti, a scapito della tua faccia ancora liscia liscia e di quel modo di fare ancora scanzonato e infantile quel tanto che basta per essere simpatico ed irresistibile per tutti. Già, ci siamo sempre divertiti un sacco ad inseguirti per le strade di Lucca cercando di ripescarti e di evitare che facessi danni. Lo so, adesso per te sarà difficile mantenere il tuo sorriso sbarazzino e quel fare giocoso, e non può essere altrimenti…
Ma siamo rimasti nella macchina, e lì vorrei tornare. Ricordi? Io dico che in coda ci passammo almeno un’oretta con tutte quelle macchine. In qualche modo l’abitacolo di quella macchina diventò il contenitore di una delle discussioni più belle che abbia mai avuto con un amico. Ti parlai del “male” che mi affligge e tu ascoltandomi riuscisti a farmi calmare; e poi, mi permettesti di scrutare un lato di te che non sarei riuscito ad immaginare a prima vista. Chi l’avrebbe detto che sotto quegli occhi furbetti e il tuo modo di fare a ragazzino, che sta sperimentando l’ebbrezza della trasgressione e della ribellione, si nascondesse l’anima di un ragazzo incredibilmente maturo e riflessivo? Ricordo benissimo le cose che mi dicesti: stavi iniziando a preoccuparti per la tua vita, sentivi la necessità di trovare una passione, qualcosa in cui credere realmente e che potesse rappresentare l’obiettivo della tua vita. Mi spiegavi come la maggior parte dei ragazzi che ti stanno intorno fossero totalmente privi di queste aspirazioni, di questo desiderio di non vivere una vita mediocre e priva di eventi e passioni. Parlavamo dell’amore, delle ragazze nella nostra vita. E tu in quel momento non eri più il mio “fratellino”, eri a tutti gli effetti un mio amico, un mio pari, qualcuno che si faceva le stesse domande che io mi stavo facendo da una vita. Vedi, tu sei un’anima limpida e preziosa. Potevo avvertire chiaramente che la vita ti spaventava ed eccitava al tempo stesso, che chi possiede questa sensibilità deve aspettarsi grandi gioie e grandi dolori.
Perché ti dico tutto questo? Perché quella che ti trovi davanti in questo momento, ciò che la vita ti ha dato in sorte in questo momento, è forse una delle più grandi prove che dovrai mai affrontare. E io ti dico tutto questo perché probabilmente dovrai sostenere un peso che pochissimi di noi conoscono. In tutto questo, amico mio, io vorrei che ricordassi sempre chi sei e chi volevi diventare. Resisti e sii forte per te e per chi ti sta intorno, ma non dimenticarti mai che non puoi fare tutto da solo e che non puoi pretendere da te stesso l’impossibile. Continua a credere nella vita realmente vissuta, nell’impegno e nella passione che metti nelle cose. Sarà durissima, ma puoi farcela perché hai tutte le carte in regola per diventare un Uomo degno di questo nome. Solo, non avere troppa fretta. Qualunque cosa tu decida della tua vita, ricordati che tu sei e rimani quello che è cresciuto con noi, e per questo noi saremo sempre qui per te, sempre.

Il blog, la comunità e tutto lo staff ti è e ti sarà sempre vicino. Condoglianze