A causa di problemi logistici (problemi di connessione a internet) lunedì non sono riuscito ad essere “presente” all’appuntamento con la nostra rubrica delle 17.00. Per cercare di ovviare a questa mancanza, vi presento oggi l’articolo che sarebbe dovuto uscire lunedì.
Dato che in questa rubrica parliamo di fumetti che fanno parte di serie concluse, o comunque di one shot o mini serie (concluse), ho dovuto aspettare un po’ prima di potervi parlare del titolo che ho scelto per voi oggi.
L’opera che mi appresto a consigliarvi è : “Il Cacciatore“, una miniserie in 3 volumi di origine franco-belga recentemente ristampata dalla GP Publishing in edizione “bonelliana” (ridotta e in bianco e nero); autore della serie, originariamente pubblicata in 6 volumi da Glenat nel 1994 (sono pubblicate, infatti , 2 storie per ogni albo italiano) è lo scrittore e disegnatore belga Yves Swolfs , famoso anche per la sua serie western Durango.
Ne “Il Cacciatore” (titolo originale: “Il Principe Della Notte”) si fa “uso” di uno stereotipo ormai consolidato, cioè quello del vampiro, donando al lettore una piacevole storia dai tratti gotici che, al giorno d’oggi, trova sempre meno spazi a vantaggio di vampiri teenager e contaminazioni del nuovo millennio.
Trama
Il cavaliere Jehan De Rougemont, alla morte di sua moglie decide di dedicare la sua vita e, se non bastasse, quella dei suoi discendenti alla ricerca della vendetta. Vendetta da consumare contro colui che ha vampirizzato la sua sposa. Così facendo lascia il suo feudo ed i suoi beni materiali per “cacciare” il vampiro. Seguendo la scia di sangue lasciata dal suo nemico, scopre che costui si fa chiamare Kergan, il Trovatore. Nel presente (Parigi degli anni ’30) un suo discendente Vincent è perseguitato da incubi che gli mostrano storie di cavalieri e vampiri. La caccia è ancora aperta.
Pro & Contro
Pro
Storia: la sceneggiatura del fumetto segue uno modello classico (come dicevo in precedenza), in cui la trama, di stampo gotico, prosegue nella sua continuità dal medioevo al presente della storia. Il racconto di Yves Swolfs cerca di trovare una collocazione tra Polidori e Stoker, integrando alle storie dei due scrittori, quasi due secoli di racconti derivati. Il risultato è una storia narrante una lotta impari tra l’uomo e il mostro, nella quale il primo può solo cercare di farsi coraggio e andare avanti con tutte le proprie forze. Bisogna ammettere che, seppur argomento di innumerevoli storie, ne “il cacciatore”, la lotta tra i due mondi non risulta agli occhi del lettore come qualcosa di: “già visto mille volte”.
Disegni: i disegni sono molto intensi; viene data grande importanza ai dettagli, i quali ripagano la scelta dando al lettore una sensazione di verosimiglianza, che rende più piacevole la lettura. Oltre a quanto detto, va menzionato anche l’ottimo utilizzo del chiaroscuro fatto da Swolfs ( particolare non trascurabile, trovandoci in un’edizione in bianco e nero). Personaggi e ambienti si sposano perfettamente trovando, ognuno, la propria “dimensione”.
Personaggi: è interessante la scelta dei personaggi fatta dall’autore; una scelta che, inizialmente, porta il lettore a subire un paio di sbandate, credendo di aver già capito come sbrogliare la trama. Buona intuizione quella di alternare il passato e il presente, uniti dalla famiglia De Rougemont, probabilmente questa scelta stilistica può essere alla base di un’altra scelta, quella della GP di cambiare il titolo al fumetto, incentrando così le attenzioni del lettore sul cacciatore e non sul vampiro.
Contro
Colore e formato: come successo, più o meno nello stesso periodo, per The Wisher, così anche per Il Cacciatore la Gp ha optato per una scelta economica che ha portato ad una perdita di qualità non indifferente. La serie infatti è stata pubblicata in Francia sia in bianco e nero (versione più economica) sia a colori; quest’ultima più costosa, ma di certo più adatta a racchiudere determinate storie. Se nel caso di The Wisher il problema saltava all’occhio perché il fumetto sembrava “povero”, ne “Il Cacciatore” il problema è connesso al disegno, ricco di particolari, che formato ridotto e dicromia rendono meno “apprezzabile”.
Pro: Storia – Disegni – Personaggi
Contro: Colore e formato
Segni particolari
Oltre agli ottimi disegni, all’interno della serie si possono trovare riferimenti, velati e non, ad opere e personaggi famosi (alcuni sono anche stati ridisegnati per l’occasione, di un altro viene detto solo il nome).
Consigliato fortemente a tutti gli amanti del gotico, agli amanti dell’horror vecchio stile (non quello splatter) e a tutti quelli che vogliono gustare una storia tipicamente “europea”, così come il fumetto e il suo creatore.
[ Fonte | Gp Pubblishing ]