Come promessovi, sto continuando a seguire le vicende che riguardano la caccia alle balene e oggi vi propongo la storia di 3 attivisti australiani.
I 3 uomini, nella notte tra sabato e domenica hanno deciso di abbordare la baleniera giapponese Shohan Maru 2. La nave nipponica, accusata di praticare la caccia alle balene nelle acque antartiche, era ancorata a largo delle coste occidentali australiane. I 3 attivisti, a bordo di un gommone, col favore del buio, si sono avvicinati alla Shohan Maru 2 e sono saliti a bordo. Il loro scopo era quello di far intervenire le autorità australiane perché in Australia vige una legge che vieta alle baleniere di attraccare nei pressi delle acque territoriali australiane.
Attivisti di un gruppo ambientalista australiano, la Forest Rescue, i 3 uomini, sono stati aiutati dalla Sea Sheperd Conservation Society a salire a bordo della baleniera giapponese e sul sito dell’organizzazione che lotta contro la caccia alle balene si legge: “Sono cittadini australiani detenuti contro la loro volontà su una nave in acque contigue a quelle territoriali australiane e il governo deve intervenire“. La volontà di far intervenire i governi è molto forte, ma di difficile attuazione in quanto un governo non può rischiare un incidente diplomatico per 3 attivisti che hanno commesso un reato paragonabile alla pirateria. Ed infatti l’accusa con cui i 3 uomini sono stati trattenuti è proprio quella di pirateria e procurato allarme. I rischi per Geoffrey Tuxworth, 47 anni di Perth, Simone Peterffy, 44 anni di Bunbury, e Glen Pendlebury, 27 anni di Fremantle, potrebbero essere alti. Rischiano di essere processati in Giappone per un reato che coinvolge un’associazione come la Sea Sheperd Conservation Society, che in terra nipponica non è ben vista dal governo e dalla popolazione.
Fortunatamente per i 3 eco-attivisti, il Giappone ha deciso di liberarli dalla prigionia. Le motivazioni paiono essere molto ragionevoli e i 3 uomini verranno presi in custodia da una motovedetta australiana che li riporterà in patria. Il governo giapponese ha deciso di liberare gli attivisti di Forest Rescue, perché il loro abbordaggio non è stato violento e il loro comportamento a bordo della nave è sembrato sempre molto ragionevole e civile. Inoltre, se si fosse deciso di trasferire i 3 attivisti in Giappone per il processo, la Shohan Maru 2 avrebbe dovuto abbandonare la flotta e quindi la caccia alle balene.
[fonte – Nippolandia]
bluclaudino 11 Gennaio 2012 il 17:26
Non capisco davvero perch� continuino (i giapponesi) con queste iniziative incivili e anacronistiche, non ha proprio senso in un paese moderno e bello come il loro, � come la “caccia all’avorio”, non capisco..
xAlastorx 12 Gennaio 2012 il 11:31
Come al solito � sempre una questione di soldi che invogliano le grandi compagnie a questa caccia, ma la colpa va sopratutto all’indifferenza della popolazione che continua a comprare i prodotti derivati dal grasso di balena e delle loro carni finanziandone la caccia. Se imparassero di pi� dai loro beniamini dei manga magari non ci sarebbero queste situazioni.
bluclaudino 12 Gennaio 2012 il 13:05
Altra cosa che non capisco �: ci sono delle normative internazionali cos� come per l’avorio (proibito e quindi cacciato illegalmente da bracconieri), perch� questi riescono a scavalcare tali norme? Esse prevedono la cattura ed uccisione di un numero (bassissimo) di balene all’anno per studio e ricerca, e invece ogni anno ne vengono uccise a scopo commerciale diverse migliaia, � una cosa incomprensibile..
tappoxxl 12 Gennaio 2012 il 13:16
purtroppo il mare � troppo grande per poterlo controllare tutto…