Avete presente quando, da bambini, passavate le ore a giocare con i pupazzetti, facendo le vocine e immedesimandovi in loro? Probabilmente a quel tempo eravamo troppo piccoli per apprezzare il fumetto nella sua essenza e, quindi, quando ci capitava di trovarne uno ci fissavamo sulle immagini (che poi sono da sempre il primo mezzo del fumetto per arrivare al lettore), tante e (di solito) colorate, che riempivano le pagine degli albi di quelli che, nel giro di qualche ora, diventavano di volta in volta i nostri “nuovi eroi preferiti”. A tutti è capitato, anche solo per una volta (parlo soprattutto a quelli della mia generazione), di giocare ad essere uno dei Power Rangers (io personalmente ero quello Verde, poi Bianco, perché era il più trasgressivo), uno dei Cavalieri dello Zodiaco oppure uno…. non continuo per evitare, ai nati tra la fine degli anni ’70 e primi anni ’90, delle crisi di astinenza da gioco. Il punto è che se per noi era così, riuscite ad immaginare le nuove generazioni? La globalizzazione ha favorito una distribuzione, ed una crescita, esponenziale di questo settore, tanto che, i bambini di oggi, non hanno che da scegliere (mica come noi che ai “power rangers” ci abbiamo giocato tutti perché erano main stream e, in Italia, arrivava solo quello).
Se siete riusciti a seguire il mio discorso vorrei chiedervi: “immaginate cosa significhi essere un bambino in America?”. Migliaia di cartoni animati, giocattoli e fumetti. Quale scegliere? Come sceglierlo? La risposta non so darvela, ma alla fine i bambini sviluppano sempre una determinata empatia per qualche personaggio in particolare. Tutto questo non sarebbe un problema se non accadesse che, a volte, i bambini si immedesimano talmente tanto nei loro personaggi preferiti da cercare di comportarsi come loro e, come tutti sappiamo, la realtà, di solito, è molto diversa dal fumetto.
Tutto questo ci porta in New Hampshire a casa di Christina D’Allesandro e di suo figlio Anthony Smith. Il ragazzino, di 4 anni, che presenta un problema importante all’apparato auditivo, è una grandissimo appassionato di fumetti (lo so che vi starete chiedendo come fa a soli 4 anni, ma vi ricordo che negli U.S.A. si cresce a biberon e fumetti), talmente tanto appassionato che si rifiuta, categoricamente, di indossare il suo “orecchio Blu”, l’apparecchio di sostegno che gli permette di fronteggiare al suo problema, dicendo di non volerlo mettere “perché nemmeno i supereroi lo indossano”.
La signora D’Allesandro, nonostante gli innumerevoli tentativi, non è riuscita in nessun modo a risolvere la cosa e, questo, sarebbe potuto essere un problema per Anthony, visto l’avvicinarsi dell’inizio della scuola. Sfinita, ma non rassegnata, la mamma del piccolo fan dei fumetti ha deciso di usare un’ultima arma: una lettera alla casa editrice di fumetti più famosa del mondo: la Marvel.
Nella lettera la signora ha spiegato i suoi problemi e lo ha fatto con tutta la premura che solo una mamma può avere. La risposta non è tardata ad arrivare e, qualche giorno dopo, a casa D’Allesandro – Smith è arrivato un plico contenente una litografia di Hawkeye insieme ad un bambino, in costume, che indossa il suo “orecchio Blu”. La scelta di Hawkeye non è casuale, infatti l’arciere, per un certo periodo della continuity Marvel, ha indossato un apparecchio acustico.
Certo questo è stato un bel gesto da parte della casa delle idee, che di sicuro avrebbe convinto il piccolo Anthony ad utilizzare il suo apparecchio, ma alla Marvel sono stati talmente toccati dalla storia da decidere di fare di più tanto che, nel giro di un giorno, ecco arrivare nuovamente posta a casa del piccolo fan.
Dentro il pacco questa volta non c’è una litografia, bensì un vero e proprio fumetto fatto apposta per lui: “Blue Ear” (orecchio blu). Il bambino probabilmente sarà impazzito dalla gioia (e crediamo anche sua madre) vedendo che la copertina del fumetto recava scritto: Anthony Smith è Blue Ear. Non posso dirvi quali sono state le facce della mamma e di suo figlio, ma cercando di immaginarle (e lo stesso credo possiate fare voi) penso che il bambino abbia avuto un’espressione variabile tra lo stupito e il sorridente, mentre sua madre, probabilmente, avrà pianto di gioia. Quello che so di sicuro è che il bambino, stando a quanto dice la mamma, e lui stesso, nelle interviste, da quel momento vuole indossare sempre il suo “orecchio blu”. In fin dei conti anche i super eroi lo fanno!
Non so voi ma io leggendo la prima volta questa notizia sono stato davvero contento; sono quelle notizie che, anche se non ti tangono personalmente, riescono a metterti di buon umore e a farti amare ancora di più il mondo dei fumetti.
[ Fonte | Comic book resources ]
Driz 20 Giugno 2012 il 13:16
Hanno fatto un bellissimo gesto 😀 immagino la felicit� del piccolo 😀 � una di quelle notizie che non possono fare a meno di strapparti un sorriso… :tongue: