Recensione delle due opere di prossima pubblicazione "Blue" e "Condizioni" da Edizioni BD
Nel corso degli anni, ho sempre apprezzato la scelta di Edizioni BD di pubblicare storie e opere “particolari”, fuori dall’ordinario, che, in certi casi, pare quasi che con il mondo del fumetto a cui la maggior parte dei fan sono “legati” abbia poco, o niente, a che fare. Per cui ritrovarmi a recensire due opere che saranno in vendita a partire dal 28 Maggio, e che, per certi aspetti, hanno più il sapore di un libro di racconti pieno di illustrazioni che accompagnano il lettore all’interno della narrazione mi fa un enorme piacere ma, per altri versi, mi mette anche in soggezione: come si fa a recensire qualcosa che è realizzata in modo tanto personale, intimo, quasi maniacalmente legato alla realtà dell’autore, senza rischiare di sembrare un “saccente esperto” che vuol dire la sua, a tutti i costi, sull’operato di altri? In ogni caso, nonostante le “paure” che un tale lavoro possa generare, eccoci qui, a presentare due fumetti, due “romanzi disegnati” che, credo, potranno interessare molti di voi per le tematiche sviluppate.
Blue – di Pat Grant. Sin dalla copertina è chiaro che questo albo abbia più di una caratteristica peculiare: la “stranezza” della storia che, per quanto sembri assolutamente autobiografica e piena di piccoli riferimenti ad una vita vissuta intensamente, in molti casi ha il gusto di un racconto di fantascienza o, per meglio dire, di quelle storie fantastiche e strambe tipiche di serie quali “Ai confini della realtà” dove, spesso e volentieri, il senso da dare al finale può cambiare molto, a seconda di come abbiate interpretato le vicende narrate dall’inizio alla fine della storia.; il fatto che le tavole siano ritmicamente alternate tra immagini a tutta pagina (e in un paio di casi da Splash page a due pagine) o da una sequenza di 10, 12, 16, 20 vignette tipiche delle strisce americane; o, ancora, al fatto che tutto l’albo sia realizzato in una particolare tricromia in cui, accanto a tutte le possibili varianti della scala di grigio, i due colori a farla da padrone sono tutte le possibili variazioni del seppia e, in modo quasi prepotente, tanto da occupare intere pagine esclusivamente disegnate in questa tinta, da una tonalità bluastra quasi sporca, che va schiarendosi o scurendosi a seconda di quanto “forte” risulti l’immagine proposta. Il “Blu” del titolo, a prima vista, e anche guardando la copertina, fa pensare al blu del mare ed in particolare delle onde, in un certo senso protagoniste mute insieme ai tre “adolescenti” che ci accompagnano durante lo svolgersi della breve storia: tuttavia è solo da un certo punto in poi che ci si rende conto che il vero blu è qualcosa legato al “diverso”, che la storia narrata non è quella di tre giovani alla scoperta di un segreto, ma piuttosto di tre figure umane che si trovano a fare i conti con la straniante banalità della vita e la meschinità dell’animo umano. Una storia psicologica e fuori da ogni canone convenzionale che colpisce, forse anche perché volutamente disegnata in modo “rozzo” e “infantile”, per sottolineare, ancora di più, quanto sia “strano” il senso della vita.
Condizioni – di Nate Powell. Potremmo quasi definirlo un fumetto “muto”, se non fosse che, di quando in quando, appaiono racconti (di solito brevi) ricchi di dialoghi. Questa raccolta di racconti rientra perfettamente nella collana “Psychopop” promossa da Edizioni BD come “contenitore di storie ‘reali’ e pregne di significati psicologici”: il tratto marcato, la scelta accurata delle ombre e dei chiaroscuri, l’impostazione non proprio canonica, a volte, delle tavole, lo stesso stile narrativo, che in alcuni casi è portato avanti da una interminabile sequenza di dialoghi, in altri da un susseguirsi di vignette “mute” e, infine, molto spesso, da un’unica, enorme tavola, che con la sua ricchezza di particolari racconta, da sé, una storia in tutto e per tutto, fanno apparire questa raccolta come il taccuino di un sapiente psichiatra che ha raccolto, anno dopo anno, meticolosamente, le impressioni, le sensazioni, le voci urlanti, gli sguardi perduti, le allucinazioni e i flash a volte luminosi, altre sbiaditi, delle vite dei suoi pazienti, riuscendo a ricostruire più che un quadro clinico, la complessa anatomia mentale di coloro che prendevano posto sul suo lettino e iniziavano a parlare. Un particolare degno di nota è proprio lo stile narrativo quando esso non sia accompagnato da dialoghi: in questi racconti muti, lo scrosciare dell’acqua, il tintinnio di due pezzi metallici, il sospiro di una ragazza, il rumore in lontananza di un’autocisterna che si allontana nella notte, il latrato di un cane alla luna sono tutti suoni che compaiono, da sé, nella testa del lettore, mentre il suo occhio scorre le pagine che compongo il racconto, e riescono a comunicare molto più di quanto migliaia di parole potrebbero fare.