Per Blogger per un giorno oggi siamo lieti di dare spazio a Giga che ci propone un approfondimento sul rapporto tra cinema e animazione. Buona lettura
Il cinema e l’animazione: un rapporto contrastato (Giga)
C’è stato un periodo in cui non esisteva differenza tra anime e cartone animato, nessun contrasto tra comics e manga, un epoca di sperimentazioni, tra il cinema e le animazioni. Due arti che, per uno sguardo poco attento, hanno poco in comune, ma che nella loro storia si sono incrociate numerose volte e condividono la stessa origine: la Lanterna Magica.
Non stiamo parlando di nessuna invenzione strampalata o di qualche artefatto dell’antichità, ma di una sorta di antenato delle moderne – ormai nemmeno quello – diapositive. La Lanterna Magica nacque nel 1646 e utilizzava lo stesso meccanismo che sarebbe stato utilizzato dalla fotografia secoli dopo: una lastra di vetro veniva inserita capovolta all’interno di una lanterna accesa, che l’avrebbe proiettata su un muro rendendola visibile a tutti. Evolvendosi la tecnica, la Lanterna Magica permetteva di visualizzare immagini in movimento, come in un vero cartone animato, però con lastre di vetro. Questa piccola invenzione avrebbe ispirato i fratelli Lumierè a creare il cinematografo, che sarà anche la base per il cinema. Nascono, insieme alla sperimentazioni cinematografiche, le prime animazioni: il primo animale ad essere mai animato fu Gertie il dinosauro di Winson McCay, americano; luogo dove l’animazione, in special modo durante il periodo dello studio system, si sarebbe ancora più sviluppata. Ma anche in Germania abbiamo il primo esempio di animale antropomorfo: il Gatto Felix di Otto Mesmer, icona di tutti i bambini della Germania della Prima Guerra Mondiale, abile e scattante, dotato di forza ed umorismo, in grado di superare ogni avversità. Un animazione che infondeva fiducia all’interno dei cuori dei Tedeschi, martoriati dalla guerra.
Proprio in Germania abbiamo la più grande sperimentazione artistica dell’epoca: surrealismo, dadaismo, astrattismo e purtroppo anche nazismo convivono negli anni venti all’interno di questo paese, martoriato allora dei debiti della guerra. Una di queste correnti, il surrealismo, fa un uso intenso dell’animazione: ogni sogno, ogni immagine particolare, ogni sfondo era completamente disegnato a mano.
Uno degli obiettivi del surrealismo era la riscoperta della cultura “spazzatura”, di tutte quelle forme dell’animo umano che erano stata relegate in secondo piano. Tra queste c’era l’animazione, vecchia arte sempre messa dal cinematografo nella prima parte del Novecento. La stessa che verrà utilizzata molto da un’altra corrente cinematografica, l’Espressionismo, che la utilizzerà per esprimere il voluto orrido delle sue storie, come possiamo vedere in uno – per alcuni l’unico – capolavoro del cinema espressionista tedesco: il Gabinetto del Dottor Caligari di Wiene. Gli sfondi, che cambiavano ad ogni inquadratura, si animavano reagendo alla pazzia dei protagonisti.
In Italia abbiamo il primo utilizzo dell’animazione per un intento drammatico: Cabiria di Pastore, in collaborazione con d’Annunzio.
Considerato il primo cine-poema al mondo, racconta di Cabiria, una giovane fanciulla di una famiglia patrizia dell’Impero Romano, rapita e quasi sacrificata per far finire le eruzioni continue dell’Etna. E’ il primo film che utilizza una scenografia quasi faraonica, movente, in tutt’uno con i personaggi che ci si muovono dentro con grandissima grazie; inoltre Giovanni Pastore, il regista, è il primo il mondo ad inventare il “carrello” cinematografico: un movimento fuori asse della macchina da presa per allontanarsi o avvicinarsi ad un determinato oggetto – una sorta di antenato del moderno zoom. Abbiamo l’uso di pupazzi animati e di prime animazioni sperimentali all’interno di una stessa scena o di un sogno; mentre però l’Espressionismo e il Surrealismo tedesco utilizzavano l’animazione solo come intermezzo artistico, all’interno di Cabiria i pupazzi assumono una propria personalità drammatica e un significato, legato alla stessa figura della fanciulla.
Siamo ancora agli inizi degli anni ’20: un epoca, quella dopo la prima Guerra Mondiale, che provoca l’impulso di tante idee per evadere dalla realtà; e da queste nascono i primi esperimenti sulla macchina da presa, le prime prove di racconto tramite immagini. Mentre però il cinema conoscerà subito un grande sviluppo, in special modo dal montaggio analogico di Griffith in poi, e un enorme fiorire di idee sulle immagini in tutta Europa, l’animazione seguirà un percorso decisamente più tortuoso. E il suo primo lungometraggio sarà lontano dal Vecchio Continente o dall’America dello Studio System: nascerà infatti in Argentina.
Giga
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Rei 20 Marzo 2014 il 19:02
Articolo molto bello, la dimostrazione che non si finisce mai di imparare. Complimenti davvero. Una piccola ma splendida lezione di storia per me che sono ignorante in materia.
fabrytom89 20 Marzo 2014 il 20:43
L’ho letto per pura curiosit�, ma ne sono uscito culturalmente arricchito… Tutto � andato meglio del previsto!