Benvenuti lor signori all’esimia scuola professionale di magia di Porco Rosso, lasciate i soprabiti e il senso di decoro all’ingresso, stiamo per fare un viaggio in un mondo magico con studenti e lezioni di magia che ricorderanno molto da vicino l’Italia e poco di ciò che Harry Potter ci ha abituati a vedere.
Ars Regia Vol.1 è (come si capisce dalla numerazione) il primo di una serie edita da Cyrano Comics che racconta il mondo magico nascosto alla realtà di tutti i giorni, da un punto di vista a cui non siamo mai stati soggetti: l’Italia magica.
Tralasciamo la Torino dei misteri e altri miti più famosi per soffermarci sulla scuola professionale Porco Rosso (omaggio sicuro all’opera omonima di Hayao Miyazaki, ambientata anch’essa in Italia), una scuola di magia veneta (come la Cyrano) con aule specifiche per ogni materia, giardini e sotterranei, dormitori per ragazzi e ragazze ma ovviamente, oggetti magici di ogni tipo: dalle classiche scope volanti fino ai passaporta (già ammirati nell’uso anche in Harry Potter), tutta la scuola di Porco Rosso è ricolma di magia ma c’è un dettaglio che a Hogwartsnon c’era o comunque non abbiamo MAI visto: la ribellione adolescenziale.
La magia presente al Porco Rosso deve far fronte agli ormoni impazziti dei suoi studenti tra cui Edward Webb che incarna il ragazzo italiano che storie, vicende e qualche volta cronache, ci hanno abituato a identificare.
Far soldi e farsi ragazze è il concetto, sopravvivere alla scuola (che a differenza di Hogwarts ospita ragazzi in età universitaria) e sfuggire a Mamma Rosa, inserviente della scuola, veneta che più veneta non si può.
In alcuni stralci di dialogo e grazie all’ausilio di una visita guidata sceneggiata nel fumetto, il lettore scopre la storia di Porco Rosso, del suo preside e delle vicende che legano il tutto all’Italia dei giorni nostri, che si ritrova ironicamente (e vergognosamente anche) nei corridoi della scuola di magia.
E prima di continuare devo avvisare i lettori: Ars Regia NON E’ un fumetto per bambini, dategli in mano tranquillamente un violentissimo Hokuto No Ken o un più lugubre Dylan Dog ma l’avviso è chiaro, Ars Regia affonda i suoi denti magici nell’Italia di oggi. Anche per quanto riguarda le pudiche nudità femminili e maschili, non si tira indietro, anzi.
Non siamo ai livelli di American Pie (perlomeno degli ultimi usciti) ma Ars Regia non disdegna di mostrare parti anatomiche nascoste la maggior parte delle volte e amplessi sessuali, oltre che divertenti doppi sensi erotici, spesso aiutati e supportati dalla “maggiorata” di turno.
I disegni creati da Enrico “Il betta” Bettanin e dalla mia bravissima coetanea Eleonora “Suri” Bovo aiutano ad esprimere al meglio le antiche aule di magia e gli attualissimi casini quotidiani di Webb e compagnia bella, il tutto a vantaggio della penna di Enrico “Nebbioso” Martini che oltre a dipingere le storie di Ars Regia, contribuisce ad arricchire il dietro le quinte dell’opera con quattro approfondimenti sottoforma di lettere di cui uno è omaggio ironico all’enciclopedia libera del web: Witchpedia.
Tecnicamente chi si butta su Ars Regia potrebbe trovarsi spaesato nelle prime storie di “presentazione” (il volume contiene sei storie totali più un’extra), potrebbe risultargli caotico districarsi tra i personaggi ed i loro ruoli e poi, una volta conosciuti, potrebbe rimanere interdetto dal capire che si è già arrivati in fondo al volume, con molte storie giustamente iniziate ma non concluse.
Fanno la loro comparsa personaggi che bene o male avranno un risalto maggiore con il progredire delle storie tra cui spicca soprattutto Rasputin, storico medico/mago degli Zar di Russia, qui riconoscibilissimo fin dal primo sguardo, con un piano possibilmente diabolico in testa.
Un dettaglio positivo che mi ha fatto sicuramente sorridere è l’omaggio quasi sempre parodiato del capostipite delle saghe fantasy di magia scolastica: Harry Potter.
Le tre casate di Porco Rosso (Bisso Galeto, Due Fauni e Anguana) rendono bene lo spirito di “competizione” già presente nella saga del mago quattr’occhi, sicuramente da veneto e veronese avrò sicuramente ridacchiato alle battute e alle citazioni sparse, più di altri connazionali che non riuscirebbero a cogliere le parole dialettali e alcuni piccoli rimandi della regione della scuola (e comprensibilmente, della casa editrice Cyrano) ma non per questo, dovete temere di trovare incomprensibile Ars Regia che si attesta su valori molto buoni sia in termini di storia e ritmo che di tecnica e disegno.
Come ho già detto, alcuni temi (ampiamente avvisati i lettori anche in copertina) potrebbero non essere fruibili da tutti ma sono certo che i benpensanti e i pudici figli della censura avranno di meglio da fare che leggere questo fumetto!
Unica nota un po’ stonata nel calderone della storia sono i nomi degli studenti dominanti nelle storie, Edward Webb non è propriamente il tipico nome italiano che potremmo aspettarci in una scuola italiana ma possiamo pure tralasciare questo dettaglio più che altro perché Ed non è italiano di nome, ma di fatto.
Un’opera a fumetti molto ostica che definisce un ritratto piuttosto veritiero (e disgraziato) dell’Italia in cui siamo stati abituati a vivere negli ultimi anni, l’Italia che non premia i meriti ma le conoscenze, anche a livello magico.
Consiglio Ars Regia Vol.1 a chiunque abbia interesse a leggere un buon fumetto italiano che rappresenta l’Italia, la magia e la demenzialità da un punto mai troppo sfruttato in passato.
Alla prossima.
[STUPEFICIUM]