Quest’oggi vi parlerò di un’autrice che personalmente adoro soprattutto per la scelta delle sue trame le quali riescono a fondere molto bene elementi di shojo, fantasy, shonen e mitologia giapponese. Di chi sto parlando? Di Yuu Watase, ovviamente. Illustrerò in breve la sua biografia e poi farò una carellata sulle sue opere, soffermandomi in quattro in particolare – giacché sono quelle con cui sono venuta a contatto –.
Yuu Watase nasce il 5 marzo di un anno che lei stessa non ha mai rivelato (non si chiede mai l’anno ad una signora, vi pare?). Nei suoi vari tankobon si riesce ad estrapolare qualcosa della sua vita quotidiana, fra cui i suoi hobbies: la lettura e ascoltare la musica, malgrado non le piaccia il genere Enka (musica tradizionale giapponese) e l’Heavy Metal. L’uomo ideale rispecchia i canoni di Tasuki o Chichiri, anche se Nakago fa la sua bella figura (sono tutti personaggi di Fushiji Yuuji). Nel suo tempo libero adora fare shopping e giocare ai videogames. Inoltre ha un cagnolino di nome Yuu-chan. Il manga che l’ha fatta debuttare alla Shogakukan è Pajama de Ojama, uscito nel 1989 e da allora ha sempre lavorato per questa casa editrice, sfornando tantissimi manga e illustration book. L’opera invece che l’ha consacrata nel resto del mondo è indubbiamente Fushiji Yuuji, pubblicato nel 1992 e terminato nel 1996 con ben 18 tankobon, mentre in Italia è stato editato da Planet manga che l’ha serializzato dal 2001 al 2004. Narra la storia di Miaka Yuki, la quale è in procinto di entrare nel liceo Jonan, ma per farlo deve superare gli esami molto difficili ed è per questo che si fa aiutare dalla sua amica Yui. Un giorno in biblioteca trovano un libro chiamato Shinjitenchisho (“Il libro dell’universo dei quattro dei”), il quale li teletrasporta in un mondo fantastico molto simile alla Cina feudale, dove vengono aggredite da dei banditi, ma fortunatamente tratte in salvo da Tamahome. Dopo quest’episodio tornano nel presente, sebbene da allora Miaka cerchi in tutte le maniere di trovare un pretesto per tornare a cercare il suo salvatore. Finita di nuovo nel regno di Konan, scopre di essere la Suzaku no Miko (Sacerdotessa della Fenice), ovvero la sacerdotessa di Suzaku, una delle quattro divinità di cui parla il libro e rappresentato da una fenice rossa. Deve compiere una missione importante: evocare la divinità per impedire una guerra fra il regno di Konan e quello di Kutou e potrà riuscirci solo se raduna le sette stelle di Suzaku, cioè sette guerrieri con poteri particolari (che nemmeno loro sanno di avere) che rappresentano i sette Xiu dell’astronomia celeste associati all’Uccello Vermiglio (per l’appunto il Suzaku giapponese). L’amica Yui, nel frattempo finisce nel regno di Kutou diventando la Seiryuu no Miko, cioè la Sacerdotessa del Drago. La particolarità di questo manga è che la protagonista è disegnata “in carne” rispetto agli stereotipi legati alle protagoniste dei manga, le quali solitamente sono più magre e non rispecchiano la realtà; invece con questo piccolo stratagemma l’autrice è riuscita a farla apprezzare maggiormente dal pubblico. Dal manga sono stati tratti una serie televisiva e 3 OAV entrambi fatti dallo Studio Pierrot. Nel 2009, infine, è stato realizzato un live action movie intitolato Reminiscenza.
Prima di Fushiji Yuuji, nel 1990, sono uscite due storie brevi: Gomen asobase! E Magical Nan e nel 1991 inizia l’ideazione di Shishunki Miman Okotowari! (“Vietato ai Minori”), il quale esce inizialmente in 3 tankobon, ma che si sono poi aggiunti nel 1993 altri tre (Zoku-Shishunki Miman Okotowari! e uno special del 2000 intitolato Shishunki Mimam Okotowari! – Kanketsu Hen). Sempre nel 1991 esce la raccolta Otenami Haiken!. Nel 1994 e 1995 Megumi Nishizaki pubblica tre romanzi legati a quest’ultima serie contenenti illustrazioni di Watase-sensei.
Nel 1993 e 1994 vedono la luce due raccolte di short shories: Suna no Tiara (La corona di Sabbia) e Mint de Kiss me (Baciami con la Menta). Nel 1995 escono due volumetti intitolati Epotrans Mai che evoca alcuni particolari di Himechan (Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare).
Alla conclusione di Fushiji Yuuji, la Watase comincia a lavorare ad Ayashi no Ceres (La misteriosa Ceres), un altro manga dalle tonalità shojo, fantasy, mitologico, che consta di 14 volumetti conclusi e da cui è tratto anche un anime di 24 episodi uscito nel 2001. Aya Mikage è la protagonista insieme a suo fratello gemello Aki di questa storia, nella quale i due giovani scoprono di essere dei discendenti di una Tennyo, uno spirito del cielo, di nome Ceres e che hanno dei poteri derivanti da questa eredità “divina”. La loro famiglia gli osteggia e cerca in tutti i modi di ucciderli, nonostante i genitori non siano dello stesso parere; infatti il padre di Aya si “sacrifica” per impedire che uccidino la figlia. La famiglia Mikage, inoltre, assolda un ragazzo Tooya, lo stesso che tempo prima aveva salvato la ragazza da una brusca caduta, che a quanto pare sembra immune al suo potere. Ora il compito dei due gemelli è quello di scoprire sempre di più su questi strani poteri e di salvarsi la pelle. L’elemento fantasy c’è, pure quello mitologico e lo shojo è di facile interpretazione (Aya e Tooya, logico no?).
Nel 1997 escono in due takobon delle storie brevi: Oishii Study (Un delizioso studio) e Musubiya Nanako. Un anno dopo esce negli scaffali Appare Jipangu! (Il meraviglioso Giappone!), un manga in tre volumi che racconta la storia di una ragazzina, Yusura, capace di trasformare la tristezza delle persone che incontra in felicità. Una storiella leggera, insomma.
A cavallo col nuovo millennio, la nostra prolifica autrice si permette la realizzazione di Imadoki! (Ai giorni nostri) che si concluderà in un anno appena e verrà raccolto in 5 tankobon, mentre nello stesso anno esce la ristampa di Shishunki Miman Okotowari!.
L’anno dopo, nel 2001, procede la serializzazione di Alice 19th che prevede 7 volumetti e si concluderà due anni più tardi. Questo manga tipicamente fantasy e shojo, ha inoltre degli elementi di maghette, giacché i nostri protagonisti si “trasformano” assumendo le sembianze di veri e propri “combattenti”. Stavolta la protagonista si chiama Arisu (ma che nei caratteri katakana corrisponde all’inglese Alice), una semplice studentessa innamorata del ragazzo di sua sorella Mayura, solo che non ha mai trovato il coraggio per dichiararsi apertamente. Un giorno salva la vita di un coniglietto, il quale si rivela presto uno spirito che l’aiuterà nel suo compito. Mayura si dichiara al ragazzo, Kyou Wakamiya, gettando sua sorella nello sconforto, tanto che la ragazza imprime una specie di maledizione su Mayura, liberando in questa maniera il suo potere di “custode delle parole magiche”. Sì, avete capito bene, in questo manga le parole sono la chiave di tutto e vengono impregnate di significati profondi. Ne esistono di due tipi: buone e quindi utilizzabili da Arisu e dai suoi compagni e cattive, chiamate Mana, che invece maledicono e aumentano il male nel cuore delle persone. Il compito della ragazza quindi è quello di impedire al Mana di diventare più forte e nel farlo deve per forza scontrarsi con la sorella, la quale per via di questa maledizione, finisce schiava e marionetta del Mana. Personalmente mi è piaciuto parecchio questo manga; merita.
Nello stesso periodo escono le ristampe di Mint de Kiss Me e del suo primissimo manga, Pajama de Ojama. L’anno successivo, invece, tocca alla versione lusso di Fushiji Yuuji – Fushiji Yuuji Kanzeban – la quale è una bellissima collana in 9 volumi, ma molto costosa, le cui copertine sono state riproposte ex novo. Alla fine di Alice 19th esce una nuova edizione di Appare Jipangu!, l’ennesima ristampa di Fushiji Yuuji, stavolta raccolta in 8 tankobon e con le vecchie copertine e dei nuovi “filler” di quest’ultimo, i quali escono ad ottobre dello stesso anno con il titolo Fushiji Yuuji – Genbuu Kaiden (Fushiji Yuuji – la leggenda di Genbuu) e di cui sono previsti 8 tankobon.
Zettai Kareshi (Assolutamente un fidanzato) è un’altra opera parallela a questi progetti di cui la protagonista, Rikou, è alla disperata ricerca di un fidanzato e alla fine lo trova “chiamando” un’agenzia particolare, la quale le invia per posta un ragazzo tutto per lei, che si scoprirà una specie di cyborg. Il manga consta di 6 volumi pubblicati sulla rivista Sho-comi della Shogakukan e recentemente ne hanno fatto anche un drama.
Nel 2004 riesce a trovare il tempo per realizzare una storiella breve per un librettino extra che viene dato in omaggio con la rivista Sho-Comi n.6, dal titolo Shounen Aromatic (il ragazzo aromatico), storia che è stata in seguito aggiunta all’ultimo volume di Zettai Kareshi. L’uscita di un albo (Watase Yuu no Shoujo Manga Nyuumon – Manga Yuuji), nel 2005, le permette di creare una specie di guida su come disegnare gli shojo manga, dove può illustrare le sue tecniche e segreti.
Per la rivista Rinka (la stessa che ha serializzato Anastasia Club di Chiho Saito) ha realizzato uno shonen-ai – Sakuragari – il quale è ambientato nel Giappone del 1920. Il primo tankobon è uscito nel 2008 e il secondo un anno dopo. Sempre nel 2008 esce una raccolta – Watase Yuu the Best Selection – che sembra contenere sia racconti nuovi che storie un po’ datate. E’ riuscita anche a trovare il tempo di illustrare due romanzi di Anice Lee (Pairetica). Nel 2009 la serializzazione di Fushiji Yuuji Genbuu Kaiden ha un breve arresto dovuto a problemi personali dell’autrice, ma ha comunque la forza di portare avanti Sakuragari e Arata Kangatari. Il 2008 è l’anno delle ristampe ed ecco che si profila Zettai Kareshi, uscito nella collana Shougakukan Bunko.
Che altro aggiungere? Sicuramente Yuu Watase è una instancabile mangaka, che fra ristampe e uscite nuove di zecca ha sempre affascinato il suo pubblico, il quale l’ha amata per il suo stile narrativo, per la scelta di mischiare generi diversi e, ovviamente, per la capacità di disegnare personaggi maschili alquanto bellocci e “piacioni”.
Come ho già detto, la sua caratteristica è quella di saper coniugare elementi di shojo a temi ben diversi, come la mitologia, il fantasy che nulla hanno a che vedere con i soliti canoni destinati a quella tipologia di utenza. Si può notare una certa maturità professionale, legata anche al suo tratto che ad ogni manga evolve divenendo sempre più raffinato e realistico (infatti i suoi personaggi sembrano assumere tratti più “normali” e “in carne”), cosa che si distingue nettamente con i soliti stereotipi e in questo modo è riuscita ad entrare maggiormente in comunione con i suoi fans.
hinata-chan 11 Maggio 2011 il 21:30
Grande! Siamo sulla stessa lunghezza d’onda!! stavo giusto rispolverando questa autrice!! Mi piace un sacco! Penso che i suoi disegni siano cos� dolci…