Secondo appuntamento con l’Anime Time in pillole per questa stagione invernale… non so voi ma il tasso di serie che ho smesso di seguire è particolarmente elevato. Dopo aver droppato senza nessuna pietà al primo episodio titoli come Mahou Sensou, Nobunaga The Fool, Super Sonico e altri, ho smesso di seguire anche Imoucho (proprio non ce la faccio), Nourin e Wake up, Girls. Resistono ancora, tra i titoli non presenti in questa mia analisi Buddy Complex, Sakura Trick e Space Dandy; serie, la terza, che mi lascia ancora abbastanza dubbioso, mentre non ho dubbi su Mikakunin, Nisekoi e The Pilot’s Love Song che sono i titoli ad aver maggiormente conquistato il mio interesse fino a questo momento, insieme all’intramontabile Chuunibyou. Però sto ancora aspettando altri episodi di Robot Girl Z. Bando alle chiacchere, vediamo cosa ci hanno riservato queste due settimane…
The Pilot’s Love Song (03-04)
Partito in sordina, con elementi abbastanza comuni in questo tipo di anime, The Pilot’s Love Song si è rivelato in questi due episodi ampiamente degno di essere inserito nell’Anime Time. Partendo da un complesso background, nonostante gli intrecci tra i personaggi siano ancora tutti da formare e scoprire, la storia procede in modo molto semplice descrivendo e narrando con l’uso di poche ed essenziali scene. In questi due episodi i due protagonisti, Karl e Claire approfondiscono il loro legame di compagni e piloti, mentre viene presentato il passato del protagonista: principe ereditario di un regno distrutto e spazzato via da una guerra qualche anno prima, costretto a portare con sè il disprezzo di tutto un popolo, che ha etichettato lui e la sua famiglia di origine come la radice di tutti i mali. Esistono però persone di buon cuore, e Karl cambia il suo nome in Kal-el e viene adottato da un meccanico, che gli apre le porte per realizzare il suo sogno di volare nel cielo. Il problema è che colei che ritiene la causa della sua rovina, Nina Viento, una sacerdotessa in possesso di poteri che le permettono di controllare la furia dei venti, è proprio la timida Claire in persona. Cosa farà il protagonista quando lo scoprirà? Cederà alla rabbia e al desiderio di vendetta come temono coloro che abitano sull’isola volante e ritengono che il principe sia ancora vivo… oppure seguirà le ultime volontà di sua madre, di non odiare nessuno, poichè da questo sentimento non nasce niente di buono? La risposta mi pare abbastanza ovvia… ma nel quarto episodio, quando una compagnia teatrale mette in scena la morte dei genitori del povero Karl, non ho ancora capito perchè un campagnolo tirava sassi agli attori sul palco, quasi fossero realmente i personaggi che interpretavano…
Chuunibyou Demo Koi ga Shitai! Ren (03-04)
Nibutani, Nibutani ovunque. E non che mi dispiaccia, questo personaggio ha la straordinaria capacità di entrare in combinazione con tutti gli altri creando scene esilaranti. Tuttavia, in questi episodi abbiamo fatto la conoscenza di Sophia… Shichimiya Satone, la paziente zero: è stata lei infatti a trasformare Yuuta nel Dark Flame Master, che poi ha contagiato Rikka; e pare proprio sia stata sempre la presunta maghetta a rafforzare la sindrome di Nibutani, ai tempi delle medie, che a sua volta ha influenzato Dekomori con il libro magico, il Mabinogion, scritto durante i suoi giovanili deliri. Tuttavia, in una battaglia dove conta soprattutto la capacità di ritenersi invincibili Takanashi Rikka non ha nessuna speranza contro Sophia etc. etc. perchè la custode dello Shingan pare coi piedi per terra se confrontata a questa nuova folle entrata. Satone, inoltre, si comporta a momenti come una vera e propria bambina, e il suo essere incapace di staccarsi da Yuuta sembra mandare in confusione Rikka. Eppure, durante la delirante collaborazione tra Nibutani e Dekomori, allo scopo di vincere le elezioni per la presidenza del comitato studentesco, mi sono ricordato che chuunibyou vuol dire soprattutto solitudine: è la fuga dalla realtà scelta da quelle persone che, per incoscienza o timidezza, non trovavano modo di integrarsi normalmente. E Dekomori, folle e aggressiva, non è da meno, anche lei deve essere stata profondamente sola, ma grazie al cielo la tregua fra lei e Nibutani dura solo mezzo episodio. Ma soprattutto… chi è la misteriosa stalker?!
Nobunagun (03-04)
Comincia l’addestramento di Ogura, necessario per imparare a sfruttare i poteri concessi dalla fusione con lo spirito di Nobunaga… e ad addestrarla è Robert Capa (noto fotografo ungherese vissuto nella prima metà del novecento.. pensavo fosse morto, invece pare essere proprio lui…) il cui compito è soprattutto quello di far capire alla protagonista che questa guerra non è un gioco, che le sue abilità sono necessarie e che l’efficacia di un’arma da fuoco non dipende da quanti proiettili utilizzi, ma dall’uso che ne fai. Con un addestramento incompleto poi, Nobunagun (non Nobunaga, perchè Nobunagun è più figo) viene inviata in battaglia contro un invasore alieno abbastanza astuto. Questi si protegge all’interno di un tornado che rende difficile localizzarlo con l’ausilio di vari strumenti, ed è astutamente composto da due parti: la prima dotata della capacità di volare che funge da traino e specchietto per le allodole, la seconda che trasporta e protegge il carico di uova contenenti le truppe da terra. Ciononostante la combinazione tra Nobunagun, Jack lo Squartatore e Galileo riesce a respingere nuovamente il nemico, che pare tuttavia essersi evoluto più del previsto, sia per la maggiore complessità della strategia mostrata in questo secondo attacco, sia perchè un attacco proveniente dall’Oceano Atlantico non era previsto: dalla conoscenza delle strategia aliene si riteneva possibile un attacco sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Per ora guardo e aspetto, sono curioso di scoprire la vera natura di questi alieni in stile Zerg, anche perchè l’anime sembra aver perso parte della scintilla che ho visto nei primi due episodi. Che mi sia sbagliato?
Hamatora (03-04)
Hamatora sa essere visivamente accattivante, abbastanza interessante da restare godibile senza diventare troppo pesante, forse proprio per il fatto che il tema centrale della storia non sembra essere dei più originali: di anime/manga incentrati su una società composta da individui “speciali e vincenti” e “non speciali e perdenti” ne esistono già diversi. Quindi Hamatora non perde tempo a spiegare perchè i giovani sono disposti a fidarsi di ciarlatani per diventare “speciali“, o perchè i genitori dovrebbero riunirsi in associazioni allo scopo di combattere contro la deriva della società, contro i Minimum Holders, contro gli anime e contro i manga. Che poi questo ciarlatano si presenti fin da subito, e spieghi molto chiaramente di volere costruire un mondo migliore rendendo tutti “speciali“, non me l’aspettavo: ma vista la durata della serie il folle cattivo era meglio inserirlo subito. Perchè il professore Moral, ironicamente dotato di un nome che dovrebbe essere rassicurante, è uno psicopatico e un serial killer di tutto rispetto, irremovibile nella sua intenzione di salvare tutti gli sciocchi che popolano questo mondo. Spero che, attraverso la risoluzione di casi apparentemente isolati, in questi dodici episodi la vicenda verrà chiusa con un finale che non rimandi la battaglia a quando i personaggi saranno più forti e maturi, perchè Nice e Murasaki sono già i migliori tra gli Holders in circolazione. Hulk viola potevano risparmiarselo, però.
Sekai Seifuku (03-04)
Il terzo episodio di SS mi ha spiazzato, irritato in alcuni momenti. Da ex-fumatore posso immaginare facilmente come si possano sentire le persone ad entrambi i lati della barricata (anzi, per certi aspetti gli ex-fumatori sono più sensibili al fumo da sigaretta di coloro che non hanno mai iniziato), ma da qui a satiricamente considerare i fumatori come esseri senz’anima, in virtù del fatto che ogni schieramento ha sempre una buona dose di maleducati, il tutto mi è parso esagerato. Alla fine ha vinto la libertà, forse sciocca, di farsi del male volontariamente, e l’egoistica intenzione di una mocciosa che non sa scendere a compromessi con niente e con nessuno si rivela utile quanto un’offerta di aiuto non richiesta. Penso che questo resti comunque in tema con la serie, visto che la conquista del mondo deve comportare necessariamente un po’ di tirannia, anche considerando il fatto che, in Giappone, il fenomeno del tabagismo è molto meno tollerato rispetto a quanto avviene in Europa. Mentre a poco a poco ci vengono presentati tutti i membri di questa famiglia restano solo da chiarire le origini della piccola Kate, e della sua fissazione per la conquista del globo terrestre, eppure, il quarto episodio (e un suggerimento venuto da un’altra serie) mi sta facendo valutare l’idea che questo personaggio non sia proprio di questo mondo: viene dal futuro? Dallo spazio? Da un’altra dimensione? Questo non lo so, perlomeno è certo che le tecnologie in suo possesso sono tutte frutto del genio di un membro di questo pazzo gruppo: Natasha, che come il protagonista sembra aver avuto qualche problema con i suoi genitori. Solo che, mentre quelli del protagonista sembrano essere “normali“, la questione di Natasha ha indubbiamente connotazioni strane e oscure.
Noragami (03-04)
Essere una divinità non è tutto rose e fiori, neppure in Giappone, paese dotato di una quantità di spiriti e manifestazioni pressochè infinita: Yato, per continuare a esistere, per non essere dimenticato, deve continuare a darsi da fare senza sosta. E in questi tempi pacifici le persone non hanno bisogno di un Dio della Guerra… forse per questo Yato accetta praticamente qualunque lavoro, per quanto possa essere degradante o farlo apparire ridicolo. I rari momenti di serietà arricchiscono il personaggio, che resta comunque apparentemente rude ed egoista. Il quarto episodio poi, si presenta il migliore tra quelli trasmessi fin’ora: non solo per l’arrivo della cosiddetta fidanzata di Yato, una Binbougami (divinità della povertà) ma anche per come è stato intrecciato questo personaggio con uno dei tanti lavori che Yato accetta di prendere. La delirante discussione insieme a un aspirante suicida è una delle scene che più mi ha divertito, proprio perchè i personaggi sembrano non raggiungere mai il suolo. Questa coppia di episodi pare voler indicare come tema principale di questa serie le tristi conseguenze che un essere umano dovrà affrontare accettando di finire tra le grinfie di uno spirito, o di una divinità. Nel peggiore dei casi gli spiriti cercheranno di portare la vittima, spesso un giovane, a togliersi nella vita… nei casi migliori sembra quasi che gli esseri umani non possano evitare di vedere la loro vita crollare a pezzi, solo per aver avuto troppo a che fare con esseri non di questo mondo. Da chiedersi se la vita di Hiyori comincerà ad essere molto più complessa di quanto già non sia…