Ne è passato di tempo dall’ultimo mio articolo e ci ritroviamo in circostanze poco felici. Dopo la decisione di tagliare dal programma The Plague Dogs, mi ritrovo a concludere la rubrica con un titolo che mi ha profondamente deluso. Non solo deluso, ma anche vagamente schifato.
Fantastic Planet non mi è piaciuto, per nulla. Ma non allo stesso modo di Una Tomba per le Lucciole, in cui il mio distacco era dovuto all’incapacità di immedesimarmi coi protagonisti; qui i fattori che han generato il mio giudizio negativo sono altri e sono in primis dettati da tecnica, stile e regia.
Una storia che ha degli spunti vagamente interessanti ma che si auto-demolisce in modo impietoso. Se Albert Einstein si fosse perforato il cervello con un trapano da muratore sarebbe stato comunque meno auto-lesionista di questo film. Sono estremo e forse dovrei più immedesimarmi nel periodo e nell’ambiente in cui questo film è stato realizzato.
Quest’opera francese è stata realizzata negli anni ’70. Si poneva innovativamente inserendo l’uomo in un contesto di non dominanza, all’interno di un’ambientazione fantascientifica. Un film basato su un romanzo. Come, infatti, dicevo l’unica cosa a salvarsi è la sceneggiatura e la trama di questo Pianeta Selvaggio. Selvaggio, non fantastico. L’adattamento inglese ha sbagliato completamente il significato del titolo per non si sa quale motivo. Francia anni ’70. E si vede.
Iniziamo col parlare di quali, secondo me, siano state le fatidiche 23 coltellate al film. Il lungometraggio dura un’ora e dieci, grosso modo, ma sembra l’ultimo film di Lars Von Trier e durare otto sempiterne ore. Ne ho visti di film. Ne ho visti di lenti. Ma nella prima metà di Fantastic Planet ho visto raggiungere livelli improponibili. C’è una qualche parvenza di ripresa nella seconda metà, ma è un’illusione data dal fatto che si introduce nel film una trama con elementi conseguenti. A mio avviso la storia si sarebbe potuta approfondire di più e restringere certe sequenze inutilmente lunghe. Non c’è approfondimento dei personaggi: lo stesso protagonista, anche se parla in prima persona, non ha una caratterizzazione degna di nota che faccia scattare l’empatia.
Sarà una mia impressione, ma nei film francesi c’è una certa tendenza alla pignoleria inutile. Cosa intendo? Una nave madre manda tre navicelle in cerca di umani tra delle rovine? Bene, per far capire che la missione è terminata bisogna inquadrare il ritorno di ognuna di quelle singole navicelle, nel loro completo percorso, per far capire che sono tornate tutte alla nave madre. Quando bastava un montaggio intelligente per far comprendere la situazione in 1/5 del tempo.
Ma ci sono film lunghi e lenti che comunque riescono a trascinarci dall’inizio alla fine, lasciandoci senza fiato. Qui rimaniamo senza fiato, ma il motivo è il decesso. L’arte scelta è molto particolare, davvero molto particolare, forse troppo particolare per un film d’animazione. Che io vi venga a dire che esiste arte “troppo particolare” per un film d’animazione vi sembrerà una bestemmia. Ma questo mi pare il caso. Prendete Bruegel, De Chirico e Dalì portateli al bar, chiedetegli di collaborare a un film d’animazione e fateli lavorare da sbronzi. Fantastic Planet ci si avvicina. Un’arte fine e bella a vedersi in uno still frame. Ogni inquadratura è un quadro, ma il dono del movimento è ciò che più di deleterio potesse esservi abbinato.
Questi i motivi per cui Fantastic Planet è un film che ho, personalmente, trovato terribile.
La trama è classicamente fantascientifica con una vena di morale finale ma che arriva totalmente slegata dal resto. Le cose succedono, buona parte slegate tra loro, e il finale “capita”.
Giungiamo al punto dolente di ogni film di questa rubrica, ormai al termine. Questo film è disturbante? Si merita la prima posizione assoluta della rubrica? No e no.
Ragazzi, e ragazze, devo ormai esprimere apertamente le mie perplessità in merito a questa lista. Per quanto chi l’abbia stilata ci abbia messo tanta buona volontà, devo affermare che solo un paio di titoli in lista meritano il loro posto nella lista. Molti di questi non li ho trovati disturbanti, ma quasi tutti li ho trovati bellissimi film. Non mi soffermo nel cercare di individuare il profilo cinefilo di chi abbia stilato questa lista, ma una cosa va affermata coi piedi di piombo senza ombra di dubbio: per poter affermare che Fantastic Planet abbia un livello di “disturbanza” over 9000 bisogna non conoscere movimenti artistici avanguardisti come il Dada, il surrealismo e il futurismo. Niente di quanto ho visto questa sera mi ha lasciato basito, perplesso o completamente incapace di formulare pensieri al riguardo. C’è una sola cosa, molto poetica e romantica, che salverei di tutta questa pellicola.
Gli alieni Draag per riprodursi astraggono le proprie coscienze tramite meditazione, le trasmigrano verso un planetoide che orbita il loro pianeta e lì le congiungono a dei golem umanoidi tramite i quali compiono il rituale di riproduzione. Un rituale che è una danza. Certo l’idea è completamente fuori di cranio, ma molto fine.
Un articolo breve. Ma per il semplice fatto che quando una cosa non mi piace preferisco non parlarne piuttosto che parlarne male. Non sono uno che si infiamma nel denigrare qualcosa o qualcuno. Mi accendo solo per gli elogi. Questo non è il caso, quindi vi saluto.
A breve avrete un articolo di recap per Sidonia e un articolo che annuncia la nuova stagione estiva.
Alla prossima!