Un altro bel film. Un’altra opera per cui ringrazio quella beneamata lista per avermi dato l’ “opportunità di vederla”. Watership Down.
Sebbene io riscontri la stessa pecca di “Una tomba per le lucciole”, questo non mi impedisce di valutare positivamente il titolo in questione.
Watership Down, conosciuto in Italia come La collina dei conigli, è la trasposizione di un omonimo libro. Purtroppo tra una cosa e l’altra è stato un miracolo per me già riuscire a visionare la pellicola, mentre era mia idea riuscire a leggere pure il libro (che in casa mia gira di sicuro). Non potrò fare quindi un confronto tra le due forme dell’opera; affidandomi alla biblioteca alessandrina moderna ho potuto notare che i dettagli in cui differiscono sono minimali e dovuti ad un alleggerimento narrativo tipico delle trasposizioni cinematografiche. O almeno così lo valuto.
Tra i tre film finora trattati in questa rubrica è il più vecchio. Siamo infatti andati a ritroso partendo dall’ ’88 arrivando al ’78. Il libro di riferimento invece è del ’72. Sparo un po’ di date a caso, forse, giusto per contestualizzare ciò che stiamo affrontando. La collina dei conigli si inserisce, senza troppi dubbi al riguardo, nel filone della letteratura utopica. Cozzando un pochettino con i nomi e i titoli che fino ad allora avevano scritto in materia. Qualche decennio prima troviamo Orwell, Huxley e Goldwyn (giusto per citarne un paio). Questi hanno rivoltato l’idea di utopia calcando sull’idea di distopia, ossia di utopia distorta. Mondi perfetti a patto che tu, individuo, ti attieni a quello che ci si aspetta da te. I protagonisti di romanzi distopici sono sempre personaggi che mettono in discussione il bene e la felicità di cui tutti vivono quotidianamente.
Se è vero che Quintilio si scontra con il Gran Coniglio nelle prime battute dell’opera, non si può comunque parlare di una distopia. Anzi, il tema fondamentale di tutta l’opera non è la “distruzione” e il rinnovamento di un mondo “sbagliato” in cui i conigli vivono ma al contrario la volontà di creare un nuovo nucleo da cui dar vita ad una comune. Perché sì, diciamocelo, a conti fatti la conigliera fondata da Moscardo non è una monarchia (Gran Coniglio), non è una dittatura (Vulneraria) e non è nemmeno una democrazia in quanto mancano veri e propri organi sociali preposti alla gestione del gruppo e Ausla (corpi di polizia dei conigli) che ne mantengano l’ordine. Ma tutto ciò funziona per i conigli e non a caso stiamo parlando di letteratura utopica.
C’è da dire che non ho riscontrato una sottolineatura dell’idea filosofica, quanto piuttosto la volontà di raccontare una bella storia contornata da alcuni punti oscuri. Prima dell’inizio del film avevo una vaga idea della storia che mi apprestavo a vedere, e m’ero fatto una mezza idea che è stata totalmente demolita minuto per minuto. Da una storia così positivamente utopica mi aspettavo un insegnamento di questo tipo: i più grandi ostacoli per una società ideale non vengono da fuori ma da noi stessi, da “dentro”. Mentre il tempo passava mi chiedevo quando sarebbero nate faide interne al gruppo originario ma mi son dovuto rassegnare all’idea che Moscardo e i suoi, in quanto identificati come positivi, dovessero limitarsi ad affrontare minacce esterne. Certo, alcune di queste minacce provenivano da altri conigli, conigli di altre conigliere. Ma ciò non mette in discussione l’inossidabile gruppo. Non vi sono tradimenti, complotti o altro che intralciano Moscardo dal realizzare la sua conigliera ideale.
Piuttosto, è il suo modo di fare di Moscardo ad essere parecchio da bandito. Tutti quelli che decidono di andarsene via dal gran coniglio e partire per fondare la nuova colonia, son tutti maschi. Trovato il loco si pone il problema delle femmine. Quando va male il tentativo di liberare delle coniglie domestiche da una fattoria, Moscardo si propone di “rubarle” a un’altra conigliera. Certo, nel libro e nel film veniamo portati a provare astio nei confronti di quella conigliera, per come è gestita e da chi è gestita (Vulneraria), ma se non fosse per questo ci troveremmo di fronte a una replica del ratto delle Sabine. Con la scusa che la conigliera di Vulneraria è da lui gestita in modo dittatoriale e che alcune femmine vorrebbero andarsene ma non è loro concesso, ecco che veniamo portati a non pensare che il comportamento di Moscardo sia scorretto perché “beh ma alla fine le sta solo aiutando”. Forse mi sto perdendo troppo in ragionamenti contorti sopra quella che nasce come una storia per bambini dal minimo insegnamento morale. Però non posso fare a meno di riflettere su come sarebbe potuta essere l’opera con alcuni accorgimenti.
C’è ora da affrontare la questione delicata di sempre. Questo titolo l’ho trovato dentro una raccolta che ho rinominato Animazione Disturbante visto il tono con cui si proponeva. E finora solo un titolo su tre mi ha suscita il suddetto sentimento di disturbo. Come opera visuale non posso fare a meno di aspettarmi di essere colpito dai contenuti e/o dalle immagini proposte. Se, come ho già spiegato, gli argomenti trattati non si discostano troppo da una favola dei fratelli Grimm (morti comprese) non posso fare a meno di trovare le immagini proposte in linea coi temi. E’ probabile sia stato inserito in questa lista per le violente rappresentazioni dei conigli, delle loro lotte e dei loro denti ricoperti di sangue. Pochi conoscono anche questo lato dei conigli e vederselo sbattuto in faccia in quel modo può aver rovinato loro l’infanzia.
Ma per me, che conosco conigli che han fatto rissa con gatti (vincendo) non è stato di gran sorpresa. Probabilmente qui entra in gioco il fattore età: se avessi visto questo film da bambino probabilmente ne sarei rimasto sconvolto visto che, a quel che ricordo, mi turbarono parecchio Mangiafuoco e il suo parco giochi nel film Pinocchio della Disney.
In età adulta questo film risulta gradevole, leggero e ben bilanciato. Non sconvolgente. Consigliato vivamente.
Io vi ricordo che questo fine settimana c’è Sidonia no Kishi mentre settimana prossima ci aspetta Felidae. Che come vi farà supporre ci trasporterà nel mondo dei felini.
Rorschach 7 Maggio 2014 il 11:39
Il libro ha molti pi� dettagli e molte pi� situazioni rispetto a questo cartone animato, pur condividendone l’atmosfera di base. Alcuni personaggi che in questo adattamento latitano nel libro hanno il loro spazio…e possiamo capirne meglio alcuni altri come Parruccone (il mio personaggio preferito) e Vulneraria (nella top ten dei miei cattivi preferiti di qualsiasi opera).
Se si vuole, si pu� vedere la Collina dei Conigli come una specie di Odissea corale (quindi una specie di romanzo di formazione, piuttosto che utopia), dove il gruppo riesce a farcela in quanto gruppo: in ogni caso, non lo definirei un libro per bambini, allo stesso modo della Fattoria degli Animali.
Non mi ricordo se viene specificato solo nel libro, ma nella conigliera dei nostri eroi l’Ausla viene fondata, guidata ovviamente da Parruccone.