Per quanto possiamo criticarli per alcuni atteggiamenti troppo obsoleti o troppo radicati, i giapponesi sono anche uno dei popoli meglio organizzati del mondo. Dopo una simile catastrofe qualunque paese starebbe ancora cercando di ripulire le zone colpite, invece, i giapponesi, hanno già ricominciato la ricostruzione e non sembrano intenzionati a rimanere tanto a lungo senza tutti i loro 54 reattori nucleari. Alcuni giorni fa è stata divulgata la volontà, da parte del governo giapponese, di effettuare “stress test” sulle varie centrali nucleari sparse per il paese. Stress test che aiuteranno i nipponici a capire come affrontare e sconfiggere un cataclisma tanto distruttivo come lo tsunami. Inoltre, questi test, aiuteranno a capire quali reattori potranno essere fatti ripartire al più presto e quali invece dovranno aspettare. Intanto, nella prefettura di Saga, Hideo Kishimoto, sindaco della città di Genkai, ha autorizzato la riattivazione dei reattori locali. Questa è la prima riattivazione dopo il sisma dell’11 marzo scorso e segna un passo importante verso il raggiungimento di un regime energetico più completo. Pensate che, dei 54 reattori esistenti in Giappone, dopo il sisma dell’11 marzo, ne sono stati disattivati ben 35. Quindi, il fatto che ne vengano riattivati alcuni, porta una boccata d’aria fresca per i residenti di quelle zone, che non saranno più costretti a limitare i consumi. Come invece si sta facendo nelle grandi città, dove i consumi dovranno essere abbassati almeno del 15% per evitare i tanto fastidiosi e problematici black-out.
Il governo ha approvato un piano di finanziamenti per la ricostruzione da 2.000 miliardi di Yen. Il piano verrà esaminato verso la metà di luglio dal Parlamento e comprende: 800 miliardi di Yen per la ricostruzione della regione del Nord-Est, la più colpita, 550 miliardi di Yen per il territorio devastato, 300 miliardi per le persone che hanno perso la casa e 275 miliardi per i problemi causati dall’incidente di Fukushima. Nonostante questo, il ministro per la ricostruzione, Ryu Matsumoto, ha rassegnato le dimissioni dopo appena una settimana di lavoro. Da alcuni giorni giravano voci su alcune sue dichiarazioni, nelle quali affermava di voler aiutare solo i municipi che avrebbero fornito delle idee e non gli altri. Per queste sue dichiarazioni e per il gran polverone alzatosi intorno, il ministro, ha deciso di dimettersi.
Altra defezione importante nel governo giapponese è quella di Toshiko Kosako, uno dei più grandi esperti nucleari del Giappone e membro del consiglio nucleare dello stato. Lo scienziato ha deciso di dimettersi perchè, secondo lui, il governo non stava informando dovutamente il popolo. Secondo Kosako infatti, i rischi dovuti alla contaminazione sarebbero ben peggiori di quanto fatto sapere dal governo. Kosako ha lanciato inoltre un allarme sui rischi che corre il mercato del riso. Secondo lui, il prossimo autunno, periodo in cui si raccoglie il riso, ci sarà un calo dell’offerta dovuto alla contaminazione. Questo potrebbe portare a un incremento del prezzo di vendita, che potrebbe creare non pochi problemi soprattutto ai più poveri. Kosako lancia inoltre un grido d’allarme alla situazione generale in cui versano la flora e la fauna marina e della scarsa attenzione che il governo e i media stanno dedicando ad esse.
Saremo ancora qui, come sempre, con altri aggiornamenti dal Giappone.