Aldnoah Zero – Recensione [07-12]

di Kirisuto Commenta

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Secondo articolo di ricapitolazione. Quest’oggi trattiamo Aldnoah.Zero da dove l’avevamo lasciato. Uno dei titoli migliori della scorsa stagione, se non il migliore. Di anime mecha ne vediamo tanti; ad ogni stagione una nuova pletora di titoli si fa avanti, come da tradizione, cercando di portare qualcosa di “nuovo” al genere riuscendoci raramente apportando soltanto qualche rimasticatura estetica o di trama senza però variare canoni solidificati. Gli ultimi due, tre se vogliamo esagerate, titoli innovativi che tornano alla mia mente sono i seguenti: Neon Genesis Evangelion, Tengen Toppa Gurren Lagann e, di straforo, Code Geass.

Ma quest’oggi possiamo aggiungere un nuovo titolo alla lista: Aldnoah.Zero (d’ora in poi AZ). E, se tutto andrà per il meglio, al termine della stagione invernale, in cui uscirà la seconda stagione di quest’anime, potremmo confermare questa decisione.

 

Da che ho memoria, a guidare mecha son sempre state persone giovani. Certo, NGE ha sdoganato la figura del liceale alla guida del robottone, ma anche prima non ricordo uomini/donne adulti e professionalmente addestrati che guidano mecha perché sanno come si fa. Di solito abbiamo un protagonista “scelto” per il compito in quanto in una relazione speciale col mezzo e dotato di super capacità per motivazioni particolari. In AZ i mecha sono strumenti militari di base, quindi usati da soldati professionisti specializzati. In scuole e accademie militari i giovani vengono addestrati all’uso delle Kataphrakt. Questo è il motivo per cui, troviamo alcuni piloti giovani all’interno di AZ: allo scoppiare della guerra con Vers, i tirocinanti sfruttano i mecha d’addestramento per aprirsi un varco e difendere i civili fino al punto di raccolta. Si è sempre visto un legame speciale tra il pilota e il suo mecha: il mecha del protagonista è solitamente riconoscibile dagli altri e, come il pilota, dotato di qualche asso nella manica. In AZ non è così, Inaho viene sì riconosciuto tra gli altri, visto il suo continuo uso del Kataphrakt arancione (dei novizi in addestramento) ma nessuno dei due possiede “poteri speciali” che rendano questa differenziazione non solo estetica.

Altro punto: i combattimenti tra mecha sono rari, nel corso della serie, e molto rapidi.  Buona parte degli episodi sono incentrati sul tradimento dei cavalieri, sulla ricerca di Slaine della verità e sul trasporto dei civili e della principessa Seylum. Le battaglie contro i cavalieri vengono quasi sempre risolte da Inaho, ma non dal punto di vista di abilità combattive quanto da abilità tattiche e di organizzazione strategica dei compagni, siano giovani o adulti.

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Come dicevo, molta parte dello “screentime” viene occupata dall’intrigo di corte ordito dai Cavalieri Orbitali. Tutti, escluso Crutheo, si decidono di attentare alla vita della principessa per avere un pretesto per il quale attaccare la Terra e conquistarla. Le motivazioni di Saazbaum, il leader, sono abbastanza comprensibili: su Marte la vita è una vita menomata priva di molto ciò che sulla Terra è considerato “normale”. Dal cielo azzurro alla fauna, cioè che caratterizza la Terra ha reso Marte inferiore per quanto riguarda la qualità della vita, nonostante sul piano tecnologico si possa ritenere notevolmente superiore. Ma a che pro avere una tecnologia avanzatissima se non ci permette di goderci una vita “piena”? Tuttalpiù che Vers si basa su un sistema feudale che impedisce uno sviluppo sociale completo; un sistema piramidale dettato dalla peculiare capacità della famiglia imperiale ereditiera del potere tecnologico Aldnoah.

 

La società umana, su Marte, ha compiuto un balzo, all’indietro, di un millennio “riscoprendo” la predestinazione divina dei regnanti. Una predestinazione associata al motore tecnologico della società che però sembra possa essere condiviso. L’Aldnoah può essere donato, in qualche modo e a riprova di ciò abbiamo due prove tangibili: i Cavalieri Orbitali e Slaine. Che il destino dell’impero di Vers sia collassare o di condividere con la popolazione il potere dell’Aldnoah?

 

Dalle notizie uscite in merito alla seconda stagione si può intuire come il tutto sarà incentrato su Slaine; pare che la prima stagione possa considerarsi una “genesi” del personaggio fulcro delle “vere” vicende. Una scelta interessante, sottolineata dall’ultimo episodio i cui ultimi 5 minuti formano caratterialmente il personaggio di Slaine maggiormente che i precedenti 11 episodi.

C’è da dire che una sola cosa non mi è chiara in tutti e 12 gli episodi che compongono la serie: per quale motivo Slaine salva Saazbaum da Inaho. Slaine conosceva gli intenti del conte e per di più quali misfatti abbia compiuto e tuttavia l’ha salvato nel momento in cui stava per soccombere a Inaho. Tutto ciò mi sorprende ancora di più quando Slaine si meraviglia che il conte spari alla principessa Seylum uccidendola. Ho trovato tuttalpiù inutile l’accanirsi su Inaho, ma quello può rientrare nello scenario di una qualsiasi guerra.

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AZ è un preludio, un prologo in preparazione a quello che sarà il nucleo narrativo in cui la questione si farà seria. AZ è quindi un titolo di rilievo, capace di innovare il genere e intrattenere? No, in parte. Se prima ho parlato di capacità innovativa di questo titolo, dopo aver letto questo articolo c’è da ricredersi e guardare la questione da un altro punto di vista: AZ è davvero un anime mecha? Partendo dal presupposto che non bastano i mecha a fare un anime mecha, allora no: AZ non è un anime mecha. Questo perché, quando i canoni infranti sono maggiori di quelli conservati/rielaborati allora non si può più parlare di innovazione ma di un genere completamente a sé. AZ non è un anime mecha innovativo, ma si tratta di un anime militaristico fantascientifico.

Ma se non bastano i mecha a fare il mecha, cosa rende mecha il mecha? Beh, contorsione linguistica a parte, posso dirvi che non sono il maggiore esperto in questione ma mi è possibile illustrarvi un titolo, recente e innovativo, che però rimane nei binari della classicità senza però risultare un noia mortale: Sidonia no Kishi. Un titolo che ho adorato alla follia e che mostra ambientazione e temi molto più vecchio stile, sebbene magistralmente orchestrati dal quel cervello pazzo di Tsutomu Nihei.

 

Ma, a conti fatti, vale la pena guardarsi questo non-mecha? Certamente sì. E’ raro ormai trovare anime che non si perdano in chiacchiere e vadano direttamente al dunque e AZ è uno di questi. Intrattiene, con una storia ben costruita e dei buoni personaggi. Urobuchi muove le sue pedine irriguardoso di tutto e tutti, stupendo gli spettatori. Ciò è un bene.

Consiglio vivamente, a chi non l’ha visto o lo ha droppato di recuperarlo in ottica S2. Un racconto epico, di grandi battaglie ci attende a Gennaio, e io spero potremo seguirlo assieme.

 

La prossima settimana iniziamo a recensire gli anime in corso, probabilmente partendo da Shingeki no Bahamut: Genesis.

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