Un episodio denso e, tra l’altro, concitato. Sostanzialmente: il secondo passo di Kasuga verso l’Inferno.
Kasuga sta ancora rimuginando su quel che ha fatto, rimpiangendo di averlo fatto; dal suo punto di vista la situazione si sta facendo sempre più insostenibile decide quindi di fare l’unica cosa sensata gli sia venuta in mente dall’inizio della serie: sbarazzarsi della divisa di Saeki. La mattina si sveglia come al solito ma salta la colazione per impiegare quel tempo alla ricerca di un luogo ove occultare il “corpo del delitto”. Quella che segue dovrebbe essere una scena di tensione, anche un po’ drammatica se volete, ma a me ha fatto parecchio sorridere. Ecco cosa succede: Kasuga corre per il quartiere in direzione della scuola cercando anfratti vari, ma ogni volta che trova un posto papabile per nascondere gli abiti della ragazza salta sempre fuori qualcuno; una persona qualsiasi che gli lancia un’occhiata (non indagatrice, non accusatrice ma che Kasuga percepisce come tale). Kasuga in questo momento sta vivendo un dramma, per lui è come portarsi sulle spalle un cadavere a pezzi in un sacco della spazzatura e trovare per strada decine di testimoni che potrebbero giurare sia stato lui a gettare quel sacco lì. Ma il tutto sembra quella scena di Batman del ’66 con Adam West; quella della storica frase “Certi giorni non riesci proprio a liberarti di una bomba!“. Ecco l’idea è quella.
Il nostro protagonista non riesce nell’intento, suona la campana della scuola in lontananza e mentre si appresta a varcare i cancelli spunta fuori Nakamura. Bene, la ragazza gli dà nuovamente appuntamento in biblioteca dopo le lezioni: dovrà consegnare il saggio su ciò che ha provato il giorno prima entrando in contatto con Saeki. Kasuga è sull’orlo della disperazione, ma una comunicazione dell’insegnante sembra aprirgli una scappatoia: alcuni studenti hanno visto un uomo sospetto aggirarsi per la scuola. Un maniaco? Uno squilibrato? Non si sa, fatto sta che a fine delle lezioni meglio filare dritti fino a casa. Chissà se è stato lui a fregare la roba di Saeki. La classe è in subbuglio fatta eccezione per Saeki (vittima di un maniaco, perchè proprio io? che figura ci farò?), Nakamura (sembra non sbattergliene per niente) e Kasuga (sembra sconvolto, ma questa per lui non può che essere una buona notizia: i sospetti si allontanano da chiunque sia uno studente).
Biblioteca. Per Kasuga è venuto il momento di affrontare il drago e spera di cavarsela con un trucco. Alla richiesta di Nakamura “Dov’è il saggio?” il ragazzo le rifila I fiori del Male dicendole che quel libro lo rappresenta fino all’ultima virgola e che quindi, leggendo quello, potrà comprendere tutti i suoi stati d’animo ed emozioni. Nakamura però non sembra interessata a queste “stronzate”, il suo interesse è rivolto a ciò che è più basso, più carnale (in definitiva più perverso) nei pensieri di Kasuga. E il suo non risulta essere un interesse distaccato. Scatena infatti un’ira che sembrerebbe immotivata ma se guardiamo tutto dall’ottica di una mente che si nutre delle morbosità altrui, allora, possiamo meglio comprendere questo comportamento come da crisi d’astinenza.
La sfuriata di Nakamura risveglia, in qualche modo, Kasuga; questi sospetta che alla ragazza manchi qualche rotella, e ne riceve una prova come risposta all’aver osato ribattere. Cosa succede? Kasuga decide di incenerire la divisa di Saeki (finalmente un’idea decente) e ce l’avrebbe fatta se Nakamura non l’avesse: placcato, denudato e vestito con la divisa di Saeki. Lo so, vi lascia perplessi. Questo punto e anche un altro che si mostrerà in futuro hanno dato vita, quando uscì il manga, a lunghe disquisizioni. Come può un ragazzo subire una violenza/violazione simile da parte di una ragazza? Semplice espediente narrativo, o fatto che potrebbe realmente accadere? Nel manga Kasuga è un ragazzino mingherlino che sembra avere forze equivalenti a Nakamura, quindi credibilmente poco capace ad opporsi. Nell’anime è invece un ragazzo che volendo potrebbe fermare Nakamura quando vuole, rendendo meno reale la scena. Ciò non toglie che lo stato mentale di Kasuga potrebbe tranquillamente influire sulle sue capacità difensive in quel momento.
Quindi ci ritroviamo con Kasuga steso a terra con t-shirt e bloomer addosso e Nakamura a cavalcioni, senza occhiali, accaldata e visibilmente eccitata dalla situazione. Non tanto per la sua posizione di superiorità in quel momento, ma dall’idea di quello che sta succedendo nella mente del ragazzo sapendo di essere vestito con la divisa usata della ragazza che ammira più di tutte. “Sono una persona perversa, proprio come te.” Queste le parole di Nakamura. “Sii orgoglioso, sei l’unico con cui ho stretto un contratto.“
In definitiva, Nakamura e Kasuga finiscono per passare i loro pomeriggi assieme, girovagando e concludendo il loro peregrinare spesso sull’argine del fiume. Tutto ciò con grande disappunto degli amici di Kasuga a cui lui comincia a tirare bidoni su bidoni, senza però dire mai loro perchè. Una settimana passa, i due ragazzi sono al fiume, si sta facendo sempre più buio e Kasuga continua ad esprimere la voglia di tornarsene a casa per non far preoccupare i suoi mentre Nakamura porta avanti un discorso completamente campato per aria sull’odore che hanno le mani. D’un tratto la ragazza prende la mano destra del protagonista e gliela annusa, tutta assorta. “E’ con questa mano che ti strofini addosso la divisa di Saeki?” A quanto pare dopo l’incidente in biblioteca Kasuga sì è tenuto la divisa, ma nega di averci fatto cose strane: per lui Saeki è una musa, come Beatrice per Dante; verso di lei non ha alcun pensiero “impuro”. Nakamura si fa però insistente e gli chiede di digli a voce quello che avrebbe dovuto scriverle nel saggio, Kasuga rifiuta sbraitando. La ragazza lo molla, si alza, si volta e gli dice che se ne torna a casa. Kasuga riceve una lavata di testa da parte della madre in apprensione, mentre il padre gli para le spalle: “So’ ragazzi!”
La mattina dopo, in classe, sembra che siano spariti i soldi per il pranzo che una ragazza aveva lasciato in armadietto. Chi è stato? Boh. L’amico panzone di Kasuga gli sussurra, a mo’ di battuta: “Sarà stata Nakamura!” Viene però sentito e preso sul serio, tanto che tutti si convincono sia stata lei. Perchè? Perchè è stramba, ovviamente. Subisce quindi un terzo grado non appena mette piede in aula. Una ragazza l’accusa di averla vista entrare in aula nel pomeriggio dopo le lezioni, cosa impossibile visto che era con Kasuga; infatti è quest’ultimo a intervenire sostenendo che non ci sono prove affatto per incolpare Nakamura. Con le spalle al muro e dopo aver perso la faccia, l’accusatrice ne spara un’altra: se Kasuga si mette a difendere di punto in bianco Nakamura, è perchè le piace. Quindi, come si conclude la faccenda? L’alunna derubata informa il docente che le mancano i soldi mentre tutta la classe parlotta sulla nuova “coppia”: già Nakamura è una pazza stramboide, se poi ci accoppiamo quel nerd di Kasuga che non fa altro che leggere libri…
Kasuga è smarrito: voleva fare un ragionamento logico sostenendo che senza prove le accuse non sono che semplici calunnie ed ora, invece, tutti lo ritengono legato a doppio filo con Nakamura. L’ultima persona al mondo a cui vorrebbe essere associato. Well… fuck!
Vediamo un po’… Kasuga è un personaggio che si dimostra sempre più passivo, in balia degli eventi e poco reattivo; quando risponde a quanto gli accade attorno lo fa quasi meccanicamente desistendo l’attimo dopo e tornando a subire. E’ molto riflessivo, troppo riflessivo: è bravo a parole ma quando si tratta di arrivare a soluzioni pratiche ci mette più tempo che una persona qualunque. In questo episodio salta fuori anche un altro aspetto: l’autonomia. Kasuga comincia a dimostrare di essere poco autonomo e indipendente: al momento è totalmente sotto l’influenza dei genitori, ma vedremo come le figure di riferimento cambieranno, in futuro. Nakamura è, per me, il personaggio più indecifrabile del manga, ed anche dell’anime. Ha covato un sentimento di negativo, dalle varie facce, per anni e finalmente ha trovato una persona da usare come valvola di sfogo: sia come vittima di tale sensazione opprimente, sia come complice per riversare su terzi questa negatività. Il suo interesse morboso verso i pensieri di Kasuga verso Saeki aumenterà. E’ ancora presto per capire quali siano le sue vere intenzioni, verosimilmente avremo un quadro con maggiori dettagli dalla settimana prossima. Se Kasuga non sembra avere interessi di tipo fisico/sessuale nei confronti di Saeki, ma anzi sembra vergognarsi di averne avuti, con Nakamura è tutta un’altra faccenda. Sarà l’equivocità della persona, sarà il suo comportamento, sarà quel che sarà, ma Kasuga durante il periodo al fiume non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. E tutto quel contatto fisico che la ragazza protrae nei suoi confronti lo scuote dal suo “torpore intellettuale”, diciamo così.
Altra cosa su cui vorrei porre l’accento è la classe. Questa conta come un personaggio unico e l’autore la fa parlare per mezzo di un membro casuale nelle varie situazioni. E la scena di accusa a Nakamura è emblematica. La classe percepisce se stessa come una società chiusa e “felice”, pronta a tutto per difendere l’armonia da chiunque tenterà di disturbarla. Un forte spirito di coesione insomma; il problema sorge quando non si trova il colpevole, colui che ha turbato lo status quo. Il furto della divisa di Saeki è irrisolto, e permettere che una seconda malefatta (il furto dei soldi) contamini la tranquillità della classe è inaccettabile, urge quindi trovare un capro espiatorio la cui incriminazione faccia “contenti” tutti. In questi casi, la Storia insegna, si va a parare sempre sull’elemento che già di sua sponte ha posto una distanza tra sè e la comunità: in questo caso Nakamura. Per non parlare di come, chi prenda le difese di quest’elemento, deve avere dei motivi personali per farlo e non disinteressati (da qui l’idea che a Kasuga piaccia Nakamura). Quella scena, a mio avviso, è un pochettino agghiacciante per il freddo cinismo con cui la classe dimostra di non essere composta da ragazzi, ma da adulti travestiti da ragazzi.
Se, come sembra, gli episodi copriranno un paio di capitoli alla volta, allora, dalla prossima settimana vedremo entrare in gioco il terzo elemento fondante di questa storia: Saeki. Fino a questo momento osservatrice esterna.
Vi rimando a domani con Oreimo e alla settimana prossima per il 4° episodio!
Stay tuned!
AOI 20 Aprile 2013 il 21:55
Finito di leggere 🙂
Guarda non so davvero che dire, complimenti per questa tua recensione enormemente dettagliata leggerla � stato un piacere, sopratutto perch� sei riuscito a farmi capire meglio le vicende a discuterne, a trarne delle conclusioni, a narrare la storia secondo i significati simbolici e non solo i fatti a parlare della psiche dei personaggi e a fermare quelli che sono i loro pensieri e le loro personalit� ecc …
davvero complimenti per questa terza recensione davvero bella, mi da un’idea moolto pi� chiara di questa oper�, perch� non avendo letto il manga, non riesco ancora a capire dove voglia andare a parare ( anche se � intuibili … ma lo st� dicendo DOPO aver letto questo articolo ).
Quindi … non ho niente da dire XD Condivido tutto ci� che hai detto. Grazie per l’analisi … attendo Oreimo ^_^//
…
AOI 20 Aprile 2013 il 22:23
PS: Mi dispiace fare un commento talmente stupido dopo cotanta erudita recensione ma ….
sono stato solo io a vederla … o in questo episodio c’� una donna con i baffi !? XD Mi � venuto in mente adesso ahahha
Kirisuto 20 Aprile 2013 il 22:28
La donna coi baffi c’�. E’ innegabile.
Ma anche quella studentessa con la faccia da uomo e le treccine mi inquieta! xD
Cmq mi fa piacere tu trovi piacevoli, ma soprattutto utili questi articoli. Aggiungo un invito a recuperare il manga il prima possibile.