Buon giorno cari lettori e lettrici di Komixjam!
Quest’oggi vi parlerò di un’autrice che personalmente la metterei fra le punte di diamante che hanno segnato il panorama dello shojo degli ultimi 20 anni. Di chi sto parlando? Di Ai Yazawa, famosissima mangaka esportata anche in Europa. Dirò due parole su di lei e sulla sua produzione più conosciuta, concludendo con una breve analisi sullo stile e una mia personale considerazione.
Che dire della Yazawa…è nata ad Osaka il 7 marzo 1967; il suo è un nome d’arte, ispirato al cantante giapponese Eikichi Yazawa. Quando frequenta le scuole medie inferiori partecipa al suo primissimo concorso per mangaka indetto dalla Shueisha, di cui vince il primo premio come autrice esordiente. Oltre a disegnare, le piace la moda e questo traspare perfettamente dall’abbigliamento che continua a far usare ai suoi personaggi, ispirato allo stilista Vivien Westwood (questo soprattutto nel suo ultimo manga, Nana). Inoltre le piace confezionare abiti lei stessa. Si iscrive all’istituto di moda di Osaka, ma abbandona dopo essersi trasferita a Tokyo, dove intraprende la sua carriera di fumettista lavorando presso la Shueisha.
In Italia ha esordito con Gokinjo Monogatari, pubblicato dalla Planet Manga, da cui è anche tratto un anime (censuratissimo come al solito qui), conosciuto nel nostro paese con il nome di Curiosando nei cortili del cuore. Sono pubblicati anche il seguito di Gokinjo, Paradise Kiss (anche questo ha ricevuto l’onore di una trasposizione in anime), e Tenshi nanka ja nai (Non sono un angelo), che è un manga antecedente a Gokinjo. Ultimi raggi di luna è stata un’altra pubblicazione curata sempre dalla Planet Manga. Per concludere, Nana, il suo ultimo lavoro da cui, anche qui, è tratto un anime trasmesso non molto tempo fa da MTV e un drama non ancora sbarcato sul suolo italiano.
In questa sede illustrerò le trame dei suoi ultimi tre lavori, quelli più conosciuti diciamo: Gokinjo Monogatari, Paradise Kiss e Nana, lasciando ai più curiosi la facoltà di approfondire meglio il resto della sua produzione.
Il primo manga narra le avventure di Mikako, una giovanissima studentessa di un istituto d’arte e design, perdutamente innamorata del suo lavoro e ambiziosa di diventare una stilista di successo. Oltre al lavoro è anche innamorata del suo compagno di scuola, nonché amico d’infanzia Tsutomu, il quale invece frequenta il corso di scultura e riempie la propria stanza dei suoi piccoli grandi “capolavori” (spesso bistrattati dalla protagonista per il loro loro aspetto). Attorno alla coppia ci sarà tutta una serie di personaggi più o meno secondari, che andranno ad incorniciare la vicenda, fra cui le due migliori amiche di Mikako, P-chan e Lisa entrambe amanti della moda ma con due modi di vederla completamente diversi; Yusuke e Jiro, amici di Tsutomu; Mariko e suo fratello Shintaro ed infine Ayumi. Tutti insieme decidono di formare il gruppo dell‘Akindo, il quale ha come obiettivo quello di far conoscere al resto del “mondo” le loro creazioni. Mentre il club procede, le loro vicende amorose s’intrecciano e si fanno più complicate e tutte da scoprire (meglio di beautiful!)
Il secondo manga, invece, è il sequel di Gokinjo Monagatari, ma stavolta la protagonista è Yukari, mentre Mikako e Tsutomu hanno avuto una figlia e la sorellina di Mikako, Miwako Sakurada, s’appresta a seguire le orme della maggiore e ad iscriversi all’istituto superiore d’arte Yaza, prestigioso per i suoi corsi di moda. Yukari è una studentessa svogliata, con poche ambizioni e innamorata di un suo compagno di classe, Hiroyuki, la cui vita però viene completamente stravolta quando Arashi, uno studente dello Yaza, la “ingaggia” per fare da modella al suo club (Parakiss, proprio come il titolo del manga abbreviato). Anche se titubante all’offerta, alla fine decide di posare per loro. Oltre ad Arashi, nel club c’è anche Miwako, Joji Koizumi un avvenente e bravissimo stilista che riempirà di pepe la vita di Yukari ed infine Isabella, un travestito (che personalmente non avrei mai detto!) altrettanto bravo. Tutti loro hanno uno scopo, un sogno a cui aggrapparsi e continuar a lottare, invece Yukari non ha altro se non il suo corpo da modella e spesso si sentirà fuori luogo, per questo non vorrà continuare a studiare, ma invece si dedicherà alla sua carriera appena scoperta. Alla fine del manga…beh, non vi spoilero nulla e chi vuole può andare a spulciare il manga.
L’ultimo manga di cui vorrei parlare è Nana. Quest’opera è particolare, perchè viene raccontata come una specie di scambio di corrispondenza fra le due protagoniste, le due Nana: la Osaki e la Komatsu. Le due hanno il nome in comune e si incontrano quasi per caso su un treno, mentre si stanno trasferendo a Tokyo. Si separano alla stazione, ma si ritrovano di nuovo per caso ad affittare e condividere lo stesso appartamento. Nana Osaki si trasferisce per cercar di avere successo con la sua band, i Black Stones, mentre la coinquilina, inizialmente per rivedere il suo ragazzo Shoji, ma pian piano vorrà una sua indipendenza. Di caratteri completamente diversi, sono riuscite a costruire un’amicizia molto sottile che va al di là del tempo e dello spazio e nonostante la vita le separi e le riunisca, il loro affetto sembra non cambiare mentre ad ogni capitolo si aggiunge una pagina della loro corrispondenza.
Indubbiamente tutti e tre i manga hanno dei tratti in comune. Lo stile della Yazawa è quasi inconfondibile, sia per l’attenzione ai particolari dell’abbigliamento, sia per la fisicità vera e propria della maggiorparte dei personaggi: sono quasi scheletrici e quasi tutte le ragazze (tranne P-chan) non hanno forme abbondanti; lo stesso vale per i maschi. Si vede molto l’influenza di certi disegni di stilisti anche in questo aspetto oltre che nella scelta vera e propria dei vestiti. Se avete mai visto un disegno di questo tipo, i modelli sono abbozzati e tutti magri. C’è da apprezzare il fatto che tiene particolarmente agli accessori, all’esaltazione del particolare, come ad esempio la cura con cui ha disegnato l’abito dell’ultima sfilata della Parakiss (vedi immagine). Il tratto è pulito, la comicità non manca a dare quel sorriso spontaneo a scene drammatiche e la posizione dei personaggi nelle vignette ci sta. L’uso dei neri è abbastanza bilanciato col bianco, per non dare troppo l’impressione di “scurezza” delle inquadrature. In complesso, la Yazawa è un’autrice coi fiocchi per quanto eccentrico possa sembrare il suo stile. Inoltre, oltre ad opere esclusivamente proprie, ha fatto delle collaborazioni con altri, come ad esempio ha creato i character design per Princess Ai di Courtney Love e D.J. Milky.
hinata-chan 27 Giugno 2011 il 08:59
Secondo me lei � fantastica!! Il suo tratto � inconfondibile e, ritengo sia anche il suo punto di forza, in un mondo dove troppo spesso si vedono figure troppo stereotipate, sia nel tratto grafico che come struttura caratteriale dei personaggi.
La Yazawa invece attinge alla vita quotidiana, senza per� far mancare originalit� e talento.
Qualcuno sa dove poter trovare l’anime di Gokinjo in lingua originale (anche senza sottotitoli)? Quello in italiano purtroppo � inguardabile…..