Affondata la nave fantasma giapponese

Ve la ricordate? Ve ne avevo parlato qualche giorno fa in questo articolo. Se non sapete di cosa sto parlando andate a rileggervelo.

Comunque, la nave di cui vi avevo parlato, la nave che per ben 12 mesi aveva navigato nelle acque del Pacifico e che era giunta a largo delle coste dell’Alaska, ora riposa in fondo al mare. Il peschereccio, che era stato trascinato in mare dalla furia delle onde dello tsunami, seguendo le correnti era stato avvistato da una pattuglia di controllo nelle acque canadesi. Da subito la nave ha fatto parlare di sé, perché era una vera e propria nave fantasma, di quelle di cui si leggeva nei libri sui pirati e l’opinione pubblica ne ha discusso molto. Il Ryou-Un Maru, questo il nome del natante, dopo alcuni giorni di stazionamento nelle acque canadesi si è spostato in quelle statunitensi e la Guardia Costiera USA ha deciso da subito di intervenire per preservare la sicurezza delle varie navi cargo che transitano in quel tratto di mare. Così, dopo una veloce discussione, che ha fatto emergere i fattori di rischio che la nave, a causa delle sue dimensioni e della mancanza di luci di segnalazione porterebbe al traffico navale, si è deciso di affondarla. Perciò, in uno scontro alla Davide contro Golia, la nave giapponese(Davide) ha subito i colpi della Guardia Costiera americana(Golia)  e, a causa dell’incendio scoppiato a bordo a causa dei colpi americani, è colata a picco. La nave si trovava a 200 miglia dalle coste americane e lì il fondale marino si trova a circa 2000 metri di profondità, quindi il pericolo per le navi di transito in quel tratto di mare è cessato.

Finisce così la storia del più grande detrito prodotto dallo tsunami dell’11 marzo 2011. Chissà che in futuro non verranno ritrovate altre navi ancora più grandi? I detriti prodotti dallo tsunami infesteranno il Pacifico per parecchi anni ancora, ma, come disse Tom Hanks in Cast Away: “Devo continuare a respirare, perché domani il sole sorgerà, e chissà la marea cosa può portare”.

 

[fonte – Repubblica.it]