Jojopedia – Joseph vs Whamoo

di Regola 1

 

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Non credo di sbagliare troppo quando affermo che lo scontro tra Joseph e Whamoo nella seconda serie di Jojo, sia uno dei più belli che si possano leggere in questo manga.. e quindi, anche uno di quelli che resteranno sempre indelebili nella memoria dei lettori di manga di tutto il mondo. È come se, prima di passare a quell’innovazione chiamata Stand, senz’altro la più significativa in tutta la sua carriera fumettistica, Araki volesse strafare tirando fuori il massimo dal suo stile di fare manga, dalle Onde e dal suo protagonista. E lo fa col suo stile più classico, mostrando con inganno e astuzia ma mai tralasciando l’intento omicida dei personaggi, perchè basta una singola distrazione per perdere la vita, e mai come in questo scontro: Whamoo, il guerriero, è anche l’Uomo del Pilastro più forte… se non fosse stato per le astuzie e gli inganni di Kars, probabilmente sarebbe bastata la sua fine per decretare la vittoria degli Eremiti in questa millenaria lotta.

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Questo scontro non manca di niente: ci sono le motivazioni da parte di Joseph di affrontare Whamoo allo scopo di vendicare la morte di Cesare, egli infatti non ha neppure ingerito l’antidoto lasciatogli dal suo migliore amico. Dopotutto, libero o meno del secondo anello, Joseph è conscio di poter morire comunque nello scontro contro Whamoo. Epico anche lo scenario scelto per questo duello: i due si affrontano in un anfiteatro, guidando due bighe trainate da ippovampiri, che Joseph è in grado di controllare e dirigere grazie a briglie che conducono le Onde. Questo scontro, intenso e breve, può essere diviso in tre fasi, che nonostante vari alti e bassi Joseph dimostra di essere in grado di dominarle tutte: il primo giro e il martello, il secondo giro e le balestre, il confronto finale.

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Alla partenza Joseph assesta già il primo tiro mancino a Whamoo: con la scusa di liberare le ruote da sassi per facilitare la sua partenza, ostacola quella del suo avversario, approfittando dell’assist fornitogli da Kars stesso. Questi infatti aveva decretato che la corsa avrebbe avuto inizio quando la luna in cielo non sarebbe stata più coperta dalle nuvole… giustamente Joseph approfitta del fatto che tutti stanno guardando il cielo lasciandolo agire indisturbato. In questo modo arriva per primo alla colonna dove è stata appesa l’arma del primo giro, un grosso martello, ma non aveva calcolato che era intenzione di Whamoo fin dall’inizio di ignorare il martello, e usare la colonna stessa per attaccarlo (contanto di vampiro attaccato a essa). La sequenza di eventi successiva è rapidissima: Whamoo distrugge la biga di Joseph e non riesce a investirlo con i suoi Ippovampiri perchè questi agilmente vi sale sopra; quando Whamoo, che si era nascosto fondendosi nelle cavalcature esce per colpire Joseph con la Tempesta di Sabbia Divina, il dannato Joestar finge di incassare il colpo riuscendo tuttavia a ferire gravemente le braccia del suo avversario con le briglie che loro stessi gli avevano fornito. Joseph assesta quindi il primo colpo vincente, causando uno shock temporaneo nel guerriero che ha di fronte (la Tempesta di Sabbia Divina non aveva mai fallito).

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Per far fronte allo smacco morale Whamoo decide di sfoderare la sua carta vincente: si acceca cominciando a far affidamento solo ed esclusivamente sulla sua perfetta percezione del vento. Così, mentre al secondo giro Joseph si appropria della balestra più grossa che non riesce a caricare, Whamoo con la piccola inizia a prendere la mira, e al secondo colpo, data la traiettoria “prevedibile” in cui Joseph si era posto, riesce a colpirlo. Solo la fortuna salva Joseph in questo frangete, poichè è la sua caduta dagli ippovampiri in seguito al colpo a permettergli di caricare la balestra; copiando poi la traiettoria usata da Whamoo stesso riesce a ingannarlo e colpirlo alle spalle con una pesante sfera di metallo carica di Onde. Sarebbe la fine dello scontro, ma Whamoo, deciso a portarsi nella tomba l’umano che l’ha disonorato, decide di sfoderare la sua ultima carta, l’Uragano di Tenebra.

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Usando le sue appendici eoliche (che soffiando aria gli permettono di rendersi invisibile anche di giorno) Whamoo inizia ad aspirare aria, comprimerla ed espellerala attraverso il suo corno sotto forma di una Lama Eolica in grado di tagliare qualunque cosa: ma come tutte le tecniche più estreme questa ha un prezzo elevato da pagare, la sua esecuzione danneggia Whamoo stesso. Dopo aver bloccato la respirazione di Joseph con le sue braccia (staccate e sparate fuori dal suo stesso corpo) Whamoo punta ad usare la sua percezione del vento per assestare l’ultimo colpo, percezione che non è precisa per la vicinanza del Joestar a delle fiamme che la disturbano. È in quel momento che Joseph si gioca il tutto per tutto: lancia una bottiglia di olio a mo’ di molotov verso Whamoo ma questi la intercetta e distrugge prima che l’olio lo colpisca prendendo fuoco; successivamente lancia la bandana di Cesare in fiamme verso Whamoo, che riduce in polvere anche questa. Ed è lì, che lo scontro finisce, Whamoo assorbe senza rendersi conto le gocce di olio e i filamenti di bandana incendiata che lui stesso ha distrutto, assestandosi da solo il colpo finale. 

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L’epilogo dello scontro è un momento di incontro tra i due contendenti: si sono combattuti, si sono odiati, ma mai per un secondo hanno mancato di rispetto all’avversario. Whamoo stesso riconosce in Joseph un grande guerriero, un degno nemico con cui ha combattuto probabilmente il duello più intenso della sua lunga e millenaria vita, che quasi acquista un senso nella possibilità stessa di aver conosciuto un mortale dotato di tali qualità. Quasi fosse destino che Whamoo risparmiasse scioccamente Joseph al loro primo incontro, e riconoscesse prima il valore di Cesare (la cui presenza affianco a Joseph sembra essere costante per tutto lo scontro, quasi a dargli una marcia in più) e poi quello di Joseph: solo in questo modo Whamoo può accettare il gesto di rispetto e misericordia dell’umano che riduce le sue sofferenze in punto di morte, difendendolo addirittura contro una marmaglia di non morti che volevano attaccarlo. Ed è forse per questo motivo che il sottoscritto (e tanti altri) considerano questi capitoli tra i migliori di sempre: un Araki ancora giovane, ancora forte ed energico nella sua spinta a narrare bizzarrie; un Araki ancora influenzato dal lavoro di Hara e Buronson, che sicuramente hanno sempre rivestito una grande importanza per la sua formazione. Un frammento che ci delizia con eroismo e fratellanza, prima che questo manga diventi teatro di paranoici, folli e assurdità di ogni genere.

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Vi saluto gente, ricordandovi il prossimo appuntamento fra due settimane, sulle note di “Wake Me Up Before You Go-Go“, storico pezzo degli Wham! (Guarda un pò tu cosa sono andato a tirare fuori… si, quello è George Michael.)

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Commenti (1)

  1. “Wake me up! Before you go-go
    don’t leave me hanging like a yo-yo”…
    Ehm… Volevo dire…
    Bellissimo scontro, forse per me il pi� bello di tutto jojo. La passione che i due avversari ci mettono in questo scontro e l’impatto emotivo che Araki riesce ad esprimere attraverso le pagine viene raggiunta solo da pochissimi (altro che quelle porcherie di shonen che ci sono adesso)!
    Ma Araki non si limita soltanto all’emotivit� ma crea anche un duello in cui l’astuzia e l’inganno sono molto pi� importanti delle botte da orbi.
    Wham poi � un ottimo personaggio, ben caratterizzato con il suo peculiare senso dell’onore e la sua nobilt� d’animo, per quanto distorta dal suo spirito guerriero. Sicuramente il mio preferito tra gli uomini dei pilastri e forse anche uno dei miei cattivi preferiti nell’intero manga.
    Per non parlare poi di Ceasar (anche il suo scontro con wham � stato stupendo!), non presente ma la cui morte ha dato quella carica emotiva in pi� che ha contribuito a rendere questo scontro davvero eccezionale!

    Grandissimo Araki, grandissimo Wham e grandissimo Joseph!

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