Gli Inguardabili – Evangelion You Can (Not) Redo 3.0

di Regola 7

 

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C’era una volta un anime bellissimo, che ha avuto il pregio di segnare un’epoca e unire sotto un’unica bandiera tantissimi appassionati dell’animazione, che per la prima volta si ritrovavano davvero a vedere messi in comune aspetti presi dai più disparati generi di anime e manga. Era il 1995 quando uscì Neon Genesis Evangelion, in Giappone, mentre si dovette aspettare il 2000 per vedere la serie adattata e doppiata debuttare nel nostro paese. Da allora non credo di aver mai visto così tante persone concordare sulla validità di una singola serie, tutti, chi per un aspetto chi per un altro, hanno riconosciuto che NGE è il titolo che ha traghettato l’animazione giapponese, e uno dei suoi generi di punta (mecha) nell’epoca moderna, svecchiando un genere paralizzato alla diatriba Fantascienza vs Super-eroismo, arricchendo il tutto con elementi presi dalle commedie romantiche, che NGE a sua volta influenza e modifica (Rei e Asuka saranno da quel momento stereotipi ricorrenti), piega per le sue necessità. E poi tanta psicologia, finalmente qualcuno che si poneva qualche dubbio circa il fatto che a pilotare il mecha di turno fosse un adolescente, e in nome della giustizia massacrava un malvagio antagonista senza pietà. In NGE c’è un adolescente, c’è un genere umano sull’orlo del disastro e solo la sua scelta di combattere può far tendere a favore l’ago sulla bilancia della sopravvivenza: questa volta però, il nemico, il misterioso nemico, è qualcosa che vent’anni fa non s’era ancora visto. E poi questi mecha non sono ferrosi robottoni, sanguinano! Sono androidi, fatti di carne, sangue, terminazioni nervose… tutto questo è troppo geniale perchè non venga onestamente ammesso anche dallo spettatore che, per proteggere il suo narcisismo, non ammetta che qualcosa a lui sgradito sia “fatto così bene”. Io non sono un appassionato di mecha, e guardo con nostalgia ai tempi in cui tutto quello che bastava era lanciare dei componenti… ma ritengo che NGE sia uno dei più bei lavori che si siano visti da quando qualcuno ha insegnato ai giapponesi l’uso del rotoscopio. Nonostante l’incredibile entusiamo di una Gainax ancora giovane, un budget mal gestito, un finale che non convinse e un film riparatorio che non riparò niente.

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Ed è per questo che ritorno su NGE nonostante la settimana scorsa abbia scherzato su un suo pessimo spin-off (alla prima stesura di questo articolo è ancora da scrivere, a dire il vero, essendo avvenuta l’8 giugno), perchè oramai col terzo passo è possibile cominciare a speculare sul progetto Rebuild, che è forse uno dei più chiaccherati, altisonanti e attesi degli ultimi anni. Perchè come NGE non c’è stato più niente, tutto quello che veniva dopo, che possiamo chiamare genere dei psico-mecha, non faceva che riaprire le ferite lasciate aperte da questa serie dopo quei finali che lasciavano a bocca aperta: non per l’assurdità, ma per la spiegazione ardentemente desiderata e mai concessa. Pigro, pigro spettatore che si rifiuta di fermarsi a riflettere, a ricostruire, informarsi, a capire che quello che Hideaki Anno fece vent’anni fa era qualcosa figlio di una mentalità in estinzione, un qualcosa che non mirava all’autocompiacimento, ma alla collusione delle più disparate opinioni. Anno ha mostrato tanto, ma ha lasciato spazio libero alle interpretazioni dei fan: NGE è anche nostro, proprio perchè ci abbiamo riflettuto sopra, io stesso ho studiato Kaballah e i simbolismi vari (e oggi, dopo i miei studi, essi mi appaiono chiari come non potevano esserlo un decennio fa). Kirisuto stesso, con cui sto trattando questo tema, e principalmente la terza pellicola You Can (Not) Redo, sta passando più tempo a leggere resoconti, ipotesi e studiare singoli frame su NGE di quanto ne passi effettivamente a cercare di capire come finirà Oreimo. Io leggo, io ricordo, io ipotizzo ma sono cauto: aspetto la parola fine da parte della Gainax per speculare sul “significato”, e quindi vorrei sottolineare quanto quello odierno, di giudizio, sia temporaneo. Revisionabile: la quarta parte potrebbe farmi cambiare idea.

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Consiglio prudenza: se la Gainax rimane se stessa, il quarto film non fornirà una spiegazione su un piatto d’argento, sarà qualcosa di mostrato ma taciuto, concesso ma non gratuitamente. Se vorrete capire la fine dovrete studiarvi bene la terza parte e di conseguenza la quarta: prudenza, perchè di spiegazioni chiare e semplici (e soprattutto oggettive) Anno (come Otomo, guarda caso) non ne ha mai date.

Doppio Entry Plug: a Guillermo del Toro deve essergli venuto un infarto.
Doppio Entry Plug: a Guillermo del Toro deve essergli venuto un infarto.

Inchino alle tecniche di animazione e computer grafica utilizzate, alle musiche, agli ambienti, ai dialoghi. Le critiche al prodotto però sono di altro genere… di critiche stiamo parlando, perchè siamo nella rubrica della vergogna (e per di più nel suo nuovo corso, se avete letto l’appuntamento della settimana scorsa). Fino alla fine della seconda parte You Can (Not) Advance sebbene fossero state stravolte alcune dinamiche si poteva affermare con certezza che il senso metaforico degli eventi fosse lo stesso della serie: Shinji rifiutava di combattere contro lo 03 e veniva usato il Dummy System, successivamente poi risaliva sullo 01 e andava in berserk in seguito al tasso di sincronia del 400%… nel film ci sono delle differenze, Asuka e non Toji pilota lo 03, Shinji viene esortato da Mari e non da Kaji a combattere, Rei muore contro Zeruel e non contro Armisael (se la memoria non m’inganna) e alla fine invece della fusione nel ventre materno avviene la trasformazione di Shinji in un essere simile a Rei e Kaworu… Fatti diversi ma identiche metafore, se non fosse che da quel punto in poi è possibile ignorare la serie perchè il Rebuild prende una strada tutta sua. Indipendente, sebbene il significato metaforico di alcuni eventi della terza parte sia riconducibile alla serie.

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Il problema, a mio avviso, è che Hideaki Anno non è più l’uomo che era vent’anni fa (questa vincerà l’Oscar dell’Ovvietà). Le persone cambiano in due decenni, è ovvio che l’Anno che scrisse NGE oggi non esista più, e che siamo di fronte a una revisione di NGE da parte di una mano più “matura”. Il problema è che con questo senno di poi dovuto a vent’anni di maturazione è fin troppo facile scrivere un nuovo corso, e dare un nuovo finale alla serie: dannazione, se devi darmi un finale vent’anni dopo almeno fallo tenendo le carte in tavola esattamente nello stato in cui le abbiamo lasciate al ventiquattresimo episodio! Se NGE di vent’anni fa è qualcosa che è stato reso grande e glorioso soprattutto da noi fan, quello di oggi mi sembra sempre più una sorta di auto-glorificazione di Anno che sfida i suoi spettatori in una gara di ricerca di senso (che potrebbe non esserci). Il senso di Anno, per inciso, non il nostro. Perchè noi possiamo elucubrare (lamentarci) all’infinito ma le nostre ipotesi rimarranno tali fino all’uscita della quarta parte. Ma analizziamo meglio la terza parte.

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Avevo al mio fianco Rorschach e un altro poveraccio che si mostrò disponibile alla visione (2.0 e 3.0 nella stessa serata). Ho due testimoni delle mie facce, delle mie isterie e delle mie minacce: esigevo una contestualizzazione avuta all’incirca alla metà della pellicola. Non mi preoccupa che tutto questo non abbia senso, quanto il fatto che i novanta minuti che mi sono trovato davanti sono poco più di una pessima parodia di NGE, un prequel come dicono alcuni che si stanno scervellando, un universo parallelo per altri, un errore per me. I primi minuti temovo seriamente di aver fatto partire il film di Gurenn Lagann, tra Asuka che si divide il ruolo di Capitan Harlock con Misato e altri personaggi mai visti, “chi è questa gente?”. Unità Eva modificate da un salto temporale la cui ragion d’essere è ancora ignota, uno Shinji che non ci vuole molto a capire che è non il vero Shinji ma qualcosa che esiste in virtù della funzione di qualcos’altro (perdonatemi, anche io sto cercando una risposta a tutto questo), tanti piccoli elementi che poi collimano nella distruzione di un’intera cosmologia, con un ennesimo Impact interrotto poco prima che la nostra Terra e il suo satellite cambino faccia per sempre. Posso provare a razionalizzare per le prossime quattromila parole, ma il succo del discorso rimane quello: non era NGE quello che ho visto nel 3.0.

Perchè per Evangelion sono disposto a chiudere un occhio, come tutti sono disposti a fare nei confronti di qualcosa a cui tengono… ma dopo un paio di sberle torno in me, e ricordo che amare significa anche opporsi a qualcosa che non si riconosce, qualcosa di così distonico da apparire perfetto per qualunque altro titolo tranne quello che ha ricevuto. Non siamo di fronte a un episodio/capitolo assurdo di qualcosa che ritornerà a farsi sentire la settimana o il mese prossimo, ci vorranno anni perchè vengano dati nuovi elementi per stabilire se questo film è valido o meno. Per carità, è sin troppo facile a mio avviso produrre qualcosa che accontenti il pubblico moderno (soprattutto quando di fronte a un titolo famoso), quello che andava evitato era di produrre qualcosa di incontestualizzabile come questo film, perchè qualunque riflessione, ricostruzione sembra fantasia, imperfetta, incompleta! Incompleta per l’appunto, è la parola che cercavo ed è venuta fuori da sola: dopo questi novanta minuti abbiamo tra le mani un puzzle che ci deve bastare per due anni, ma che manca non solo della metà dei pezzi, ma anche della figura di riferimento. E se poi non mi piace la figura nel suo complesso? Fino alla seconda parte si sapeva dove si stava andando… e questa mancanza di orientamento è fonte di angoscia, è fonte di vendite. Complimenti alla Gainax, a Hideaki Anno e chi sta dietro questo progetto, perchè di pupazzi ne stanno vendendo sicuramente tantissimi.

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Vi lascio al commento di Kirisuto prima che l’amarezza che provo si faccia troppo forte.

Mi viene difficile aggiungere altro a quanto detto da Regola, visto che lo condivido in toto e per di più ha trattato tutti i punti che mi ero prefissato di affrontare.

Il mio rapporto con NGE è molto recente, ma è stato amore a prima vista. E ciò mi sorprese quando lo vidi per la prima volta perché, supponendolo un mecha, prevedevo non mi sarebbe piaciuto; il genere mecha mi rimane sempre molto indigesto, ma NGE è ben di più che robottoni che menano dei “godzilloni strani” che attaccano una Tokyo futuristica. E a dimostrazione di ciò è il fatto che ancora oggi, a distanza di quasi due decenni, stiamo qui a discutere (o almeno c’è gente che lo fa) della serie canonica e del film End of Evangelion. C’era quindi bisogno di un’ulteriore serie (tra l’altro realizzata tramite 4 lungometraggi)? No, sostanzialmente no. Tale mia valutazione s’è consolidata dopo la visione del primo Rebuild (1.0), un mero riassunto dei primi episodi della serie con grafica migliorata. Insomma l’unico pregio riconoscibile allo 1.0 è essere simile, ma più figo. Simile ma non uguale in quanto (per necessità ovvie) non poteva starci tutto, così si son persi tanti silenzi e tanti dialoghi. Della serie: i personaggi li conoscete già e anche quello che succede tra di loro, quindi beccatevi queste botte fighe. Il 2.0 completa il cerchio di mazzate introducendo Mari e una base Seele sulla Luna. No, sinceramente: cosa? Ci sono bare aperte e chiuse: cosa? La luna ha un segno rosso sangue che sembra lasciato dalla Rei di End Of Evangelion: cosa!? Il 2.0 comincia a far vedere quello che detterà legge nel 3.0: il chaos. Ora, anche decidendo di scindere serie canonica e Rebuild, così da non istituire paragoni (sebbene le trame sembrino intrecciate), ci troviamo comunque davanti una trama che non sta né in cielo né in terra, in 3.0. Ciò che più mi ha dato fastidio non è però la trama, questa infatti permette al mio “Io Complottista” di spararsi seghe mentali a due mani su quale cavolo sia il significato dietro il 3.0 (prequel di 1.0 e 3.0 ma sequel di EoE? Semplice seguito del 2.0? la Rebuild è tutta un seguito di EoE? La Rebuild è ambientata in un universo parallelo collegato con quello della serie canonica?) sempre che ve ne sia uno e non si tratti di una mega trollata di Anno (può dare qualsiasi spiegazione e la gente se la berrà come se fosse Slurm).

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Dicevo, quello che mi dà più fastidio è la caratterizzazione dei personaggi. Per questione di tempo e per voler fare fanservice spietato, le caratteristiche peculiari di ogni personaggio sono state estremizzate (o in alcuni casi, capovolte temporaneamente). Shinji è il solito per 1.0 e 2.0, ma nel 3.0 decide di fare il James Dean della situazione e quando gli dicono “stai fermo”, si muove; quando gli dicono “prendi quello”, lui si fa venire i dubbi. Gendo, da geniale calcolatore e sfruttatore, si trasforma in un super computer capace di prevedere cosa avrebbe fatto il cugino del fratello del fidanzato di Maya con 20 anni di anticipo. Asuka da tsundere e supercomplessata (di cui però possiamo comprendere i drammi personali) si trasforma in una tsudere “over 9000” più simile a una stronza che ad una ragazza che ha avuto brutte esperienze. Rei è fredda, più del solito. Prossima allo zero Kelvin. Queste estremizzazioni sono, visibilmente, state fatte per andare incontro alle vare fazioni pro-Rei, pro-Gendo ecc.

Ora come ora la Rebuild si è rivelata come una magnifica operazione commerciale diretta in modo genialmente “malvagio”. Genialmente “malvagio” perché , pur nascendo come commercialata, si è cercato di mascherarla come un secondo NGE con le sue complessità, i suoi drammi, le sue citazioni e i suoi simbolismi. L’aspetto grafico e la trama confusionaria del 3.0, coi suoi dettagli/indizi sparsi qua e là, non sono che fumo negli occhi. Mistificazione atta a nascondere il vuoto che si cela al di là della cortina. Immaginate NGE come un essere umano: ecco, la Rebuild sarebbe la versione di quell’essere umano zombieficata. Al primo impatto dici “figata uno zombie” ma poi riflettendoci te ne esci con un più saggio “ma che schifo, fuggiamo”. Paragone azzardato e venuto malaccio, ma spero si sia il colto il senso.

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Ci sono due sequenze, dell’intera serie, che sono disposto a salvare traendole dalla fangaglia: il combattimento contro Ramiel e il Near Third Impact in cui Shinji assorbe l’S2 e cerca di liberare Rei. E guarda caso nessuna delle due appartiene al 3.0… Dopo aver parlato così male del 3.0 ora vi vengo pure a dire che aspetto il 4.0? Caspita la coerenza… Fatto sta che ho il forte sospetto il 4.0 mi permetterà di dire “lo sapevo/l’avevo detto io…”. Non darà risposte, o almeno non a tutte le domande. Ci saranno di sicuro combattimenti epici (nella preview si vede un Eva metà rosa e metà rosso che combatte contro una serie di Eva verdi: Asuka/Mari vs Mass Production?) ma cos’altro?

Lo scopriremo nel 2015. Forse. Guarda te la coincidenza… Proprio l’anno di apparizione di Sachiel e attivazione dell’Eva01.

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Immagine trovata e modificata da Kirisuto, che talento, signori!

Credo si possa chiudere: queste ultime righe sono datate 23 giugno, e questa trattazione è stata revisionata un paio di volte. Mi scuso per la lunghezza, e l’eventuale pesantezza: abbiamo cercato di non essere enciclopedici, e centrare il punto (io sono prolisso, si sa…) ma se ne voleste di più, se ci chiedeste di analizzare i fotogrammi, le ipotesi e tutti i simboli che compaiono scendondo più nello specifico… beh, io e Kirisuto ci siamo, e vi verremo incontro. Per oggi Gli inguardabili vi salutano, il prossimo appuntamento è per il 10 luglio.

Commenti (7)

  1. cio� ma vi rendete conto che questo articolo non � adatto a un blog? non si pu� commentare un articolo simile!

    tutti gli interessati all’argomento dovrebbero incontrarsi, iniziare a scolare jagermeister, e commentare questo terzo capitolo (magari dopo aver rivisto tutta l’opera: serie, EoE e tutti i rebuild) rinchiusi in un tempio tibetano!

    vorrei tanto esprimermi sulla questione ma ho paura delle conseguenze che ci� avrebbe sui miei prossimi esami universitari, visto il tempo che ci� richiederebbe..

    vorrei ma non posso. sorry guys 🙁

    1. in che senso non � adatto o.O?

      se un giorno, finiti esami universitari, vorrai dire la tua, io e Kirisuto siamo qui.

      1. ahahah

        non � adatto per me. evito sempre di scrivere di evangelion su internet.
        ho scritto un primo commento, che poi non ho postato, che veniva lungo 2 volte il vostro articolo. ho pensato “datti una regolata che non c’� solo evangelion nelle tue giornate!”

      2. Capisco perfettamente, credimi.

  2. Io ero l�.

    Ero l� da prima dell’inizio, quando al cinema a vedere Akira Regola, ai primi cinque minuti di NGE in anteprima, disse: ‘Ecco, ora sbrocco’.

    Ero l� nella prima mezz’ora, all’urlo ‘E che �, Gurren Lagann?!?’

    Ero l� quando il lungometraggio trasmetteva la rabbia, il senso di impotenza, di inadeguatezza, di trovarsi davanti un mondo che non si capisce e che non si vuole capire. A Regola, non al protagonista.

    Ero l� ad ogni singolo urlo, pianto e abbassamento di testa.

    Ero l�, e ridevo come un matto.

  3. Anche io credo che questo Rebuild sia una diretta conseguenza di un “mondo parallelo”, come la storia che si riavvia dopo EoE (la frase di Kaworu alla fine del 2.0 e tanti altri segnali mi lasciano questo pensiero). Il mio giudizio su film non � per� cos� negativo: ci trovo molte cacchiate e trovate da puro fan service, alcune gi� iniziate dal due (la modalit� beast per me � proprio una CAGATA, in pratica un Berserk controllabile), per� sono felice che non abbia preso la stessa piega dell’anime o del film (anche perch� per me EoE � insuperabile), soprattutto mi � piaciuta la pazzia di Shinji pi� marcata. Evidenzio comunque tanti limiti, anche nel comportamento dei personaggi, per� gli darei un 5 giusto per vedere come si svolger� in futuro la cosa (anche se il trailer del 4 non mi preannuncia nulla di buono).

  4. Io ho avuto la fortuna di vivere l’era di NGE, dai primi articoli giapponesi che ritraevano Rei tutta bendata 🙂 all’arrivo della prima VHS e all’inzio e logorante attesa delle restanti cassette (a volta si aspettava anke un anno); Fino alla sua conclusione, con un finale discutibile per molti (non dal sottoscritto) che, anke se ti lasciava con l’amaro in bocca bisogna ammettere che quest’ opera d’arte, perch� in nessun altro modo si pu� descrivere, non meritava altro.
    In fondo i veri protagonisti erano i ragazzi, con tutti i loro dubbi, paure, desideri, aspirazioni ecc… tutto il resto era solo il contorno 🙂
    Per questo ha fatto storia, NGE ha tracciato un linea netta sul classico modo di raccontare una storia, creando qualcosa di unico e innovativo, che molti poi hanno cercato di ricalcare.
    Quindi per un vero appassionato della serie, i film ke seguirono, compresi quest’ultimi vanno presi per quello ke sono, evitando di cerca significati nascosti o risposte a domande passate.
    In conclusione, andatevi a vedere quest’ultimo capolavore augurandosi di vedere la fine di questa speculazione a danno di un anime indimenticabile.

    See yoy Space Cowboy

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