Haiyore! Nyaruko-san W – Recensione anime

di Regola 3

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Inizialmente non volevo inserire questo anime nella trattazione delle serie in corso, ma dopo nove episodi e svariati motivi che cercherò di elencarvi nel corso di questo semplice articolo, capirete perchè mi sono sentito ispirato, e quindi motivato a parlarvene. Haiyore! Nyaruko-san W è la seconda serie anime di quella folle e insensata light novel comico romantica a tema lovecraftiano. Ve ne avevo già parlato quasi un anno fa, ricordate, eppure ci ritorno oggi, perchè questa seconda serie, sebbene i personaggi e le loro origini, i riferimenti linguistici e paesaggistici siano pressochè sempre quelli, è facilmente considerabile un lavoro completamente differente.

Nyarko mantiene sempre le promesse.
Nyarko mantiene sempre le promesse.

La Xebec, se volete il mio personale giudizio, questa volta ha fatto un ottimo lavoro. Era difficile, vista la struttura della prima serie, incentrata più sull’uso in chiave umoristica di elementi della letteratura horror americana del secolo scorso, mescolati con riferimenti presi dai più classici eroge, o hentai per come siamo abituati a sentirli chiamare in Europa, con un tocco velatamente parodistico. La prima serie giocava su situazioni tempisticamente ben orchestrate di avvicinamento/allontanamento (spesso per disgusto) da parte del protagonista Mahiro nei confronti di Nyarko, una Nyarlathotepiana incaricata di proteggere il pianeta Terra dalla pirateria spaziale che mira ad impossessarsi di manga, anime e videogiochi prodotti dal genere umano. Ma Nyarko si innamora follemente di Mahiro, il quale, come dicevo, deve sempre calmare le bollenti intenzioni della folle aliena di cui non vuole conoscere le altre 999 manifestazioni. La prima serie aveva anche altri due personaggi al centro della vicenda, Kuuko, un’aliena follemente innamorata di Nyarko e appassionata di giochi di ruolo, e Hasuta, un ragazzino (doppiato da Rie Kugimiya, che dovreste conoscere) che vorrebbe timidamente far suo Mahiro. Velati riferimenti sessuali, e situazioni archetipiche al limite tra la commedia e l’horror dominavano la prima serie, a cui diedi un timido cinque e mezzo in virtù del fatto che i personaggi e gli intrecci sono da sempre azzeccati. Peccava la ridondanza delle gag umoristiche, e l’inserimento dell’odiato e fastidioso Hasuta.

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Poi finalmente, per una volta, forse dalla lontana Xanadu qualcuno mi ascolta, o perlomeno mostra di pensarla come il sottoscritto nel momento in cui viene garantita la possibilità di animare una seconda serie. Sarebbe stato facile, troppo facile, restare sui binari della prima e trasmettere qualcosa che io avrei prontamente bocciato: invece hanno dovuto stupirmi, e bastarono i primi quaranti secondi del primo episodio a farmi cambiare completamente idea… Haiyore! era sempre lo stesso anime, eppure gestito e costruito in modo completamente diverso. Il tema lovecraftiano rimane, ma passa in sottofondo, rimane però centrale quello della follia e del horror piegato alla demenzialità, Hasuta ha un ruolo da personaggio secondario (e mai, mai potrò ringraziare abbastanza per questo dono) e le situazioni che ci vengono presentate sono semplici, eppure con sviluppi inaspettati sempre comunque privi di qualunque umana logica come siamo stati abituati dalla prima serie. I personaggi, e gli intrecci fra di loro ci sono tutti, sono al centro della storia nonostante le bizzarrie di Nyarko e soci: c’è talmente tanto materiale che quelli della Xebec non hanno dovuto caricare fan-service per accumulare i ventidue minuti necessari ad ogni episodio. Certo, ce ne sono, ma comunque pochi.

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Parodia di “Una vita da strega”.

E poi quello che episodio dopo episodio mi fa ridere davanti allo schermo come un cretino: le citazioni, le decine di citazioni che si riescono a cogliere in ogni episodio, alcune anche sfacciatamente sbattute nella scena senza preoccuparsi di una cosa chiamata copyright. Niente si salva, Dragon Ball, Kenshiro e i shonen più famosi, ma anche prodotti più recenti come Oreshura, Hyouka e To Love-ru Darkness vengono crudelmente mostrati, citati, trasformati per essere la linfa vitale di questa serie, che come le creature dell’orrore lovecraftiano devo consumare per sopravvivere. E il risultato, per me, che nove volte su dieci la citazione mi appare chiara come la luce del giorno, è un anime che riesce a darmi tante piccole soddisfazioni. Che poi la storia va anche avanti, e i personaggi “crescono” in qualche modo, soprattutto inaspettato in questo anime che, come parodia di tutto quello che è il mondo degli otaku, ha finito per parodiare anche se stesso. Ho iniziato a guardare la seconda serie senza troppe pretese, ed è diventato uno degli appuntamenti più attesi della settimana, e se continuano così, mi faranno sperare per una terza.

shub

 

Commenti (3)

  1. Ci sono anche un sacco di citazioni a Kamen Rider XD

    1. Quelle sono tutte ereditate dalla prima serie, che ne � colma 😀

      1. Visto che noi subbiamo Kamen Rider, per ridere mi hanno fatto appunto vedere alcune scene in cui citano Kamen Rider Wizard, tra il circolo magico di trasformazione e la magia per cambiarsi di abito XD

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