Mushibugyo – Recensione Manga e Anime

di Regola Commenta

 

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Buon sabato a tutti, questa settimana per la presentazione delle serie in corso abbiamo un appuntamento abbastanza particolare reso possibile grazie alla disponibilità della casa editrice J-Pop che ci ha fornito il primo volume di Mushibugyo Pronto all’Azione in anteprima: dovendo comunque recensire anche la serie anime attualmente in corso ho ben pensato di presentarvi entrambi nello stesso appuntamento. Troverete Mushibugyo, il manga di Hiroshi Fukuda (pressochè un esordiente), disponibile nella fumetteria più vicina a voi dal 7 giugno; l’anime invece è prodotto dallo studio Seven Arcs (Magical Lyrical Girl Nanoha, Dog Days, Sekirei) di cui sembrano essere previsti ventisei episodi.

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Protagonista della vicenda il giovane Jinbe Tsukishima, un ragazzo che desidera diventare il samurai più forte del Giappone per onorare il nome di suo padre, considerato uno degli spadaccini più forti del paese, Genjuro Tsukishima. Quando Jinbe era poco più di un bambino, infatti, il padre pagò volantariamente per un errore del figlio, recidendosi personalmente i tendini della gamba sinistra. Da allora Jinbe si allena sotto la guida del padre, fino al giorno in cui non giunge la possibilità di mettersi in mostra: Kotori Matsuhara, magistrato in carica del reparto Mushibugyo viene per chiedere l’aiuto di Genjuro, ma torna alla capitale di Edo (Tokyo) portandosi dietro Jinbee. Questo gruppo speciale, istituito dieci anni prima, ha una missione importantissima e delicatissima: proteggere la città di Edo dai misteriosi insetti giganti mangia-uomini che da un secolo a questa parte infestano il Giappone. Lunga sarà la strada di Jinbee, anche perchè sebbene già sulla indirizzato su quella giusta per diventare un forte samurai, non è ancora sufficientemente abile da lavorare a tempo pieno nel Mushibugyo, e viene quasi ignorato dagli altri strambi, buffi ma fortissimi membri… ma Jinbee non si lascerà abbattere e con più entusiasmo aumenterà l’impegno nei suoi allenamenti!

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Esistono alcune piccole differenze fra anime e manga: nella versione animata infatti è Jinbee a recarsi a Edo per rispondere alla lettera inviata al padre da Kotori Matsuhara, e guadagnarsi con i fatti di diventare una recluta; inoltre i primi episodi sono dedicati ai vari personaggi del corpo speciale, che nel manga invece vengono presentati successivamente. Nel complesso però l’esperienza è molto simile, viene dato tanto spazio alla figura del protagonista che ho trovato piacevole: estremamente ottimista, buono e forse un tantinello troppo sbadato, ma sveglio nei momenti del bisogno, mi ha letteralmente preso alla sprovvista quando, solennemente, augurava buon giorno a un sole da poco sorto. Mushibugyo è uno shonen molto classico, lineare, presenta una storia in maniera chiara, fornisce un protagonista, un obiettivo e indica la sua lunga strada da percorrere, tale che il punto di arrivo sembri un sogno… arricchito da alcuni momenti comici, ed altri ecchi mai troppo invadenti, che a volte salta da momenti tranquilli a momenti di tensione senza per questo dare la sensazione di aver forzato gli sviluppi.

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Lo stile di disegno di Hiroshi Fukuda, non eccessivamente stravolto nell’anime, è dinamico, appartentente alla corrente “pop” del manga, che gli permette una caratterizzazione dei personaggi molto particolare dal punto di vista grafico: ne sono un esempio le capigliature assurde dei vari personaggi; alcune sto ancora cercando di capire da quale angolazione guardarle, dove iniziano e dove finiscono. L’autore poi sembra mostrare una sorta di predilizione per le cicatrici, che usa per marchiare i suoi personaggi maschili nei modi. Altra nota caratteristica sono i mostri che continuamente compaiono in questo manga, perlopiù giganteschi insetti dotati di mandibole che mostrano comportamenti simili alla loro controparte più realistica: alcuni di essi mostreranno tuttavia capacità particolarmente fastidiose. (Nella creazione di un bestiario Mushibugyo mi ha ricordato Toriko.) L’anime, come dicevo, non presenta troppe differenze rispetto al manga, sebbene a colori le diverse scene di esseri umani consumati dagli insetti hanno tutto un altro effetto (e comunicano con molta più efficacia la reale gravità della situazione). Le scene di azione sono nella norma, spesso semplificate e coperte da luci ed esplosioni; unica pecca, probabilmente, le musiche che spesso tradiscono troppo gli stati d’animo dei personaggi in alcune situazioni, anticipando un futuro sviluppo o incastrandosi male con la scena.

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Vi ho incuriosito? Le avventure di Jinbei hanno attirato la vostra attenzione? Allora non perdetevi il primo numero che uscirà, ricordo, il 7 giugno!

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