Eccoci ad un nuovo appuntamento in “rosa” di Komixjam, oggi infatti vi parlerò di un altro dei lavori che caratterizzeranno questo nuovo corso Jpop/Gp. Si tratta di uno shojo dal nome particolare, “Pika-ichi” (scritto da Mochida Aki e illustrato da Maki Youko) , che potrebbe rivelarsi molto interessante.
Per prima cosa ci tengo a sottolineare quanto io non sia proprio il tipo da shojo, non che non ne abbia mai letti /visti (più facile aver visto anime shojo che letto manga per me), quindi cercherò di rimanere abbastanza imparziale in questa valutazione. Ma veniamo al dunque e vediamo di che cosa si parla in questo manga.
Pika-ichi è ambientato in una scuola superiore molto prestigiosa, nella quale vengono istruite “le menti che saranno protagoniste del futuro del Giappone“, o almeno questo è quello che ci si aspetta da questa scuola. Più nel dettaglio, gli avvenimenti della storia riguardano 2 menti “non proprio speciali”, due studenti nella media; un ragazzo e una ragazza che non spiccano, ne’ lo hanno mai fatto in vita loro, in nulla in generale, nemmeno nel nome.
I due studenti sono Suzuki Hanako e Suzuki Tarou, la loro vita è caratterizzata dalla “normalità”, dall’essere “parte del coro”; Taoru non è stato mai il più bravo a scuola ne’, tanto meno, il migliore in qualche sport; Hanako è una studentessa che passa abbastanza inosservata, così come Tarou nemmeno lei eccelle in niente o, quanto meno, riesce a farsi notare. I due però hanno una cosa che li contraddistingue: un forte sentimento di giustizia e onore.
Giustizia e onore sono poi gli stessi sentimenti che si evincono dai principi studenteschi, presenti sul libretto della scuola; principi a cui i due tengono particolarmente (tanto da essere entrambe fan di una serie di film sulla Yakuza) e che li hanno spinti a fare sacrifici per potersi scrivere al liceo Aidane.
Ops, dimenticavo: Suzuki Hanako e Suzuki Tarou non si conoscono affatto. E come potrebbero visto che passano praticamente inosservati?
A farli conoscere però ci pensa il fato. Il liceo Aidane, nonostante tutte le belle parole e i nobili principi, nasconde una cruda verità: è un luogo in cui il bullismo regna sovrano, e a farne le spese sono coloro che arrivano ultimi nelle varie graduatorie disciplinari. Una sorta di gioco perverso orchestrato magistralmente, infatti, porta i migliori della scuola, quelli della classe speciale, a ridicolizzare e punire, anche fisicamente, i malcapitati di turno perché “il liceo Aidane forma solo il meglio“.
Il fato, dicevo prima, giusto lui poteva far capitare nello stesso momento Suzuki Hanako e Suzuki Tarou di fronte a queste scene. I due, forti del loro senso di giustizia e nobiltà d’animo, decidono di reagire e fare qualcosa a difesa delle vittime, cambiando da quel momento la loro vita.
Parlando in linea generale il manga è ben disegnato, ci sono molte scene davvero apprezzabili e, le autrici, sono riuscite a mostrare le loro idee anche graficamente. Un lavoro coordinato e senza sbavature (almeno per ora).
Quello però che si apprezza di più in questo manga, o almeno nel primo volume, è un ideale di fondo che cerca di trasparire attraverso Suzuki Hanako e Suzuki Tarou. L’idea che: “per quanto tu possa essere normale, nella media, in realtà sei speciale” fa molto racconto occidentale, però riesce a far presa nel lettore. Vedere i personaggi prendere coscienza di tutto ciò, avere uno “switch on” della propria personalità, proprio come se ci fosse un interruttore, e trasformarsi in qualcuno di nuovo, qualcuno che gli altri, anche la proppria famiglia, non riescono a riconoscere è davvero una bella idea. Dietro a questa idea credo ci sia tutta l’essenza degli ultimi 20 anni, Ad Hollywood sono stati fatti miliardi basandosi su storie che prevedevano un discorso analogo, ma vederlo fare in un manga porta al pubblico un aspetto di sicura presa. (Nei manga da sempre c’è il personaggio che si “trasforma” in qualcos’altro, ma di solito è appunto una trasformazione, sono due personalità distinte, qui invece si punta la lente sul fatto che non serve trasformarci)
Guardate vi dico una cosa, non so quali saranno i risvolti della storia (certo alcuni, purtroppo, già li immagino) però vi dico che Pika-ichi è un fumetto che io comprerei (questa è un’affermazione importante per me, visto che non leggo questo genere di storie, al contrario di qualcun altro altro nello staff). Non vi dico certo di comprarlo ad occhi chiusi, però magari fateci un pensierino. Questo nuovo corso Jpop/Gp si sta rivelando più interessante di quanto pensassi.
[Fonte | Gp publishing]