Sekirei [Edito J-Pop] – Recensione

di shikaku Commenta

Sekirei è uno shonen. Un’affermazione così perentoria per iniziare una recensione di questa novità J-Pop, non sarà stata molto corretta ma era necessaria perché ovunque cerchiate e in qualsiasi database andiate a finire questo manga sarà sempre catalogato come seinen, e in effetti hanno anche ragione. Leggendo il primo volume ci si accorge però che ad indirizzarlo verso il pubblico adulto è solo l’enorme quantità di tette e mutandine che vengono letteralmente sbattute in faccia al lettore sin dalle prime pagine. Se spogliamo però la storia di tutto il fanservice quello che resta è la tipica trama degli shonen di azione ricca di combattimenti, colpi spettacolari, comicità e momenti di zuccheroso romanticismo.

Serializzato su Gangan YG a partire dal 2004 questo manga di Sakurako Gokurakuin ha vissuto il passaggio della rivista all’attuale Young Gangan. Come spiega a fine volume l’autrice, dopo il trasferimento la numerazione dei capitoli è ripartita da capo ed è per questo che troverete i capitoli 1-2-3 seguiti da un nuovo capitolo 1. Il materiale pubblicato sul quindicinale della Square Enix è stato poi raccolto in 11 volumi ancora in corso che hanno tra l’altro goduto di un adattamento animato in due stagioni di 13 episodi ciascuna, realizzate dallo studio Seven Arcs.

Trama. La storia è ambientata nel 2020 nella capitale di un Giappone per nulla diverso dal presente e ruota intorno a Minato Sahashi, un ragazzo qualunque che ha appena fallito per la seconda volta il test di ammissione all’Università. Proprio nel giorno in cui sembra aver toccato il fondo la sua vita cambia radicalmente quando gli piove addosso Musubi, una misteriosa ragazza in fuga da due pericolose inseguitrici. I due riescono a mettersi in salvo ma quando Musubi sviene dalla fame Minato si vede “costretto” a portarla a casa propria. Fra i due scatta subito qualcosa, ma il legame che sembra unirli non è semplice attrazione, ma qualcosa di più profondo che ha radici fin nel DNA di Minato. La ragazza è infatti una Sekirei, un essere dotato di particolari poteri che dovrà mettersi al servizio di un padrone umano, detto Ashikabi, e insieme combattere le altre Sekirei fino a quanto non saranno tutte sconfitte.

Non tutti gli esseri umani possono legarsi a queste ragazze combattenti (in realtà ce ne sono alcuni anche di sesso maschile) ma solo chi possiede un determinato gene in grado di attivare i pieni poteri di una Sekirei e donarli delle ali di luce. Minato diventerà così l’Ashikabi di Musubi scoprendo che tutta questa paradossale vicenda è opera della M.B.I. un’importante azienda che col suo grattacielo domina tutta la capitale e che ha organizzato questa sorta battle royal fra sekirei che loro stessi hanno allevato e allenato su un’isola sconosciuta al mondo. In totale le Sekirei liberate dalla M.B.I. sono 108 ma per Minato incontrarne di nuove non sarà affatto difficile, anzi scoprirà ben presto che un Ashikabi può legarsi a più Sekirei e nel giro di pochi volumi sarà attorniato da un vero e proprio harem.

Fanservice. Dal primo volume è del tutto impossibile parlare di caratterizzazione dei personaggi: ce ne vengono presentati anche un buon numero, se ne delinea qualche elemento caratteristico, ma nulla più; la mangaka appare molto più concentrata nel delineare elementi di una trama che può svilupparsi bene senza ridurre il manga a una serie di combattimenti fra personaggi femminili procaci senza un perché. D’altronde sekirei vuol dire “cutrettola” una specie di uccello che è legato al mito della creazione secondo la versione della tradizione giapponese. Izanami e Izangani, le divinità creatrici del Giappone e della sua popolazione avrebbero appreso l’arte dell’amore proprio osservando il modo in cui due cutrettole tubavano e si beccavano. Allo stesso modo questa è anche una storia dell’amore o meglio della scoperta dell’amore a partire da quello che i corpi stessi suggeriscono: una Sekirei capisce di aver trovato il suo Ashikabi da una reazione fisica, dal calore che sente dentro di sè e la liberazione delle ali di luce, e dunque la piena manifestazione del potere di una sekirei, avviene nel caso di Musubi grazie ad un bacio dato a Minato.

L’autrice ha voluto dunque introdurre nella trama e nel modo stesso di raccontare la storia quello che è forse l’elemento più caratteristico e che maggiormente cattura l’occhio: una quantità considerevole di fanservice che a seconda dei gusti personali potrà arricchire la trama o appesantirla. In questo primo volume l’elemento ecchi è forse un po’ eccessivo e soprattutto pesca abbondantemente nei classici stereotipi del genere: la palpata di seno involontaria, le rocambolesche cadute che finiscono in pose imbarazzanti e la lacerazione dei vestiti in combattimento sono cliché che si vedono in ogni manga di questo genere e forse sono anche inevitabili, ma ciò che infastidisce un po’ è che lo stesso espediente viene usato più volte (e in maniera gratuita) nel giro di soli otto capitoli. Dando una sbirciatina ai volumi successivi comunque questa impressione si attenua perchè inizia a prevalere l’elemento action e il fanservice, pur molto presente, è dosato con maggiore saggezza.

D’altronde ce n’è per tutti i gusti: la ragazza prosperosa ma sempliciotta, la ragazzina moe, la donna matura, la mistress, insomma tutti i tipici modelli della “perversione” a cui si affiancano personaggi maschili in stile bishonen. È una commistioni di generi che non si vede tutti i giorni ma che è comprensibile alla luce della carriera artistica dell’autrice. Sakurako Gokurakuin è infatti lo pseudonimo utilizzato dalla mangaka per firmare le sue opere mainstream, ma come Sakura Ashika la stessa autrice si è fatta un nome nel mondo del boys’ love, o forse dovremmo dire proprio yaoi. Nonostante abbia compiuto una brusca virata con Sekirei verso lo shonen-ecchi resta comunque nel suo modo di disegno la passione per figure maschili dai tratti femminei tanto cari al ragazze giapponesi.

Disegno. Il tratto si attesta su buoni livelli, i disegni ecchi o d’azione sono ben realizzati e d’effetto, ma in alcune tavole “secondarie” ritorna il passato dell’autrice con quello stile di disegno che ricorda un doujinshi yaoi anni ‘90. Naturalmente è solo il primo volume e di certo poi lo stile sarà sempre più affinato, ma in questi primi capitoli si avverte proprio quest’aporia tra lo stile abbastanza realistico nel fanservice e quello più femmineo e non ancora maturo che gli deriva dal boys’ love.

Conclusioni. Come consuetudine tiriamo le somme di questo manga dicendo che ci troviamo di fronte ad un buon shonen, ricco di fanservice ma in definitiva senza troppe pretese. L’impressione è stata molto simile a quella che ho avuto leggendo Soul Eater o Ikkitousen, se vogliamo prendere un’altro titolo J-Pop. Sekirei si pone però almeno un gradino sotto entrambi sia per trama che per disegni, quindi mi sento di consigliarlo solo a chi ha un ottimo rapporto con i manga di genere harem e cerchi qualche nuovo titolo. Per i neofiti che vorrebbero un manga leggero e divertente senza disprezzare un po’ di buon fanservice consiglio l’altra novità J-Pop, Binbogami, che abbiamo recensito qualche tempo fa.

Dati tecnici
Autore: Sakurako Gokurakuin
Rivista/Casa editrice giapponese: Young Gangan/Square Enix
Stato: 11 volumi, in corso
Formato: 12,4×18 cm, bross. con sovraccoperta, pagine 224, b/n + colori
Prezzo:  5,90 €
Data di pubblicazione: 7 giugno 2012

Tutte le immagini del manga presenti nell’articolo ci sono state concesse da J-Pop e sono copyright di: © 2005 Sakurako Gokurakuin / SQUARE ENIX CO., LTD.

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