Sergio Bonelli: addio al papà del fumetto italiano.

di Ciampax 1

Ci sono dei nomi, per chi è anche solo appena vicino al mondo del fumetto in Italia che, immediatamente, fanno drizzare le orecchie: se si nominano personaggi come “Dylan Dog“, “Martyn Mystére“, “Tex“, “Diabolik“, buona parte degli Italiani, anche quelli lontani anni luce dal mondo delle Nuvole Parlanti, non possono fare a meno di riconoscere lo stile e le caratteristiche di questi personaggi. E spesso, anche tra i profani, non solo il nome degli “eroi”, ma anche quello dei loro autori, dei creatori di questi “esseri di carta e inchiostro”, non suona sconosciuto. Questa mattina i giornali e i telegiornali davano una triste notizia per il mondo del “fumetto made in Italy”: è morto, all’età di 81 anni, il simbolo di ciò che è il “fumetto” nel “Belpaese”, Sergio Bonelli, in arte Guido Nolitta (pseudonimo con cui, nel 1961, inventò il personaggio di “Spirito con la scure”, meglio noto come “Zagor“).

Non starò a farvi una biografia ragionata di quali e grandi imprese Sergio abbia affrontato in 50 e più anni di carriera fumettistica, da quando ha preso in mano le redini della casa di produzione del padre, Gianluigi Bonelli, e l’ha trasformata, poco a poco, in quella fucina di sogni cartacei che è nota, oggi, come “Sergio Bonelli Editore“. Non starò a dirvi quante opere hanno visto il suo intervento, in quanti personaggi della Bonelli ci sia un pezzettino della sua anima, quante storie devono a lui, sempre presente in tutti i progetti, anche quelli più “autonomi”, un contributo a volte fondamentale (come era solito dire, ai tempi in cui era in pratica l’unico autore di Dylan Dog, il buon Tiziano Sclavi): per queste cose esiste internet, esistono le statistiche e le biografie “ufficiali”, esistono le “seconde di copertina” degli albi Bonelliani dove, spesso, è possibile leggere il nome “Guido Nolitta”, o tanti e tanti albi in cui lo stesso Sergio non mancava mai di inserire una sua pagina di presentazione o una sua comunicazione al vasto pubblico dei fumetti. E non mi metterò a citare neanche le varie opere e gli autori/disegnatori che questo “Mecenate del racconto disegnato” ha accolto sotto la sua ala, contribuendo a far crescere in Italia una forma di cultura che, altrimenti, non avrebbe portato oggi la nascita di un sito come Komixjam: perché, al di là di qualsiasi considerazione, senza il forte impegno della Bonelli, case editrici come la Starcomics e la Panini non avrebbero mai potuto spingere il mercato fumettistico in Italia ai livelli attuali pubblicando fumetti Italiani di grande rilievo, importando opere dai comics americani, ai manga giapponesi fino al “fumetto d’èlite” europeo ed esportando grandi nomi del fumetto nostrano che, oggi, sono noti in tutto il Mondo.

Quello che voglio comunicare è un semplice e sentito grazie ad una figura importante, fondamentale, unica: un uomo che ha sempre guardato oltre la sola “pubblicazione per fini di lucro”, che ha sempre investito in nuovi e ambiziosi progetti, alcuni che vivono oggi, altri che hanno avuto meno fortuna ma che, non per questo, non abbiano ricevuto il giusto riconoscimento; un “padre” che, dal 1960 ad oggi, ci ha sempre accompagnato in storie di ogni genere, dal western al fantastico, passando per l’horror e il giallo e che non ha mai avuto pregiudizi su cosa pubblicare (opere come “Gea” di Enoch o “Zona X” di Castelli, che sono sempre state un po’ fuori dagli schemi di quelle che potevano essere le “classiche storie Bonelli”).

Permettetemi di concludere postando, anche in questa sede, il mio commento alla pagina della Bonelli per dare l’ultimo saluto a questo grande uomo: se vi capita, se ve la sentite e vi sembra doveroso, fatelo anche voi.

Addio Sergio: avevo solo 9 anni quando, per la prima volta, ho letto la tua presentazione del Numero 1 di Dylan Dog, nel lontano 1986. In questi 25 anni mi hai sempre accompagnato in nuovi mondi fantastici, con le con le nuove produzioni di casa Bonelli, con le tue presentazioni e le comunicazioni che, di volta in volta, apparivano sugli albi mensili pubblicati. Con te se ne va una parte della storia del fumetto, ma sono certo che tutti quelli che restano porteranno avanti questo tuo sogno semplice e al contempo ambizioso: portare la cultura del fumetto in ogni angolo della nostra penisola.
Grazie di cuore, ci mancherai!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti (1)

  1. Non si pu� far altro che ringraziare chi ha fatto tanto ed ha regalato a tutti noi momenti impagabili.

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