Un terremoto, per chi ci è passato, ti toglie il respiro. La paura di morire durante quella scossa maledetta ti chiude i polmoni. E, una volta finito tutto, quello che rimane è solo morte e distruzione. Nonostante la grande esperienza giapponese nel costruire case e edifici con rigide norme antisismiche, molte persone, anche a causa dello spaventoso tsunami scatenatosi come conseguenza del sisma, sono rimaste senza una casa. Secondo Save The Children, gli sfollati, ad oggi, sono più di novantamila, stipati nei numerosi centri d’accoglienza sparsi sul territorio. La vita è difficile in questi centri, che molto spesso vengono ricavati nei palazzetti dello sport presenti sul territorio. La monotonia, la paura e l’insicurezza giocano un ruolo fondamentale nella vita dello sfollato. Questa gente sa benissimo che prima di poter tornare a vivere nelle proprie abitazioni dovrà aspettare parecchio. Si spera che i tempi della ricostruzione siano molto più brevi di quelli italiani. Ricordo a tutti che L’Aquila è clinicamente morta dalle ore 3:32 del 6 aprile 2009. E ricordo inoltre che i paesi umbri e marchigiani colpiti dal terremoto del ’97 non sono ancora stati ricostruiti del tutto. Il paesino dove mi sono trasferito ne è la prova vivente: a 14 anni dal sisma, il centro storico è ancora diroccato. Confido che l’efficienza giapponese, tanto famosa e tanto messa in discussione nell’ultimo periodo, possa restituire una casa a queste povere persone costrette a vivere nei palazzetti dello sport. Fortunatamente per loro, c’è sempre qualcuno disposto ad aiutare. Varie associazioni, provenienti da tutto il mondo, si danno da fare per tentare di alleviare la vita degli sfollati. Ad esempio: nel centro di accoglienza di Koriyama, a circa 70 chilometri dalla centrale di Fukushima, un’associazione di volontari italiani, “Japan for Life”, creata da Salvatore Cuomo, ha deciso di offrire pizza napoletana agli sfollati. Cuomo gestisce una catena di pizzerie in Giappone ed assieme a Mitsuo Yamono, capo di alcuni centri estetici, offrono il loro lavoro a chi vive nei centri d’assistenza. Non sarà come tornare a vivere nella propria città, non sarà come tornare ad avere una vita normale, ma, sicuramente, una pizza e dei massaggi aiutano tutti a rilassarsi e a non pensare, anche solo per mezz’ora, a quello che la natura ha tolto loro.
Alle piccole associazioni di volontariato si affiancano le ormai più famose associazioni umanitarie. Save The Children su tutti, ha ideato un piano quinquennale di rinascita con cui aiuterà il Giappone ad uscire da questo momento di crisi nera. Le prime azioni compiute sul territorio riguardano, naturalmente, il benessere dei bambini. Bene primario da conservare in salute, sia mentale che fisica, per ottenere un futuro più radioso del grigio presente in cui viviamo. STC(save the children), ha subito attrezzato 19 spazi a misura di bambino, in cui i piccoli possono giocare ed imparare. Obiettivo principale di STC è ricreare nei bambini il senso di normalità perso dopo il sisma. L’associazione si sta occupando inoltre dei pasti quotidiani in asili e scuole elementari. I volontari stanno sfamando ben 3000 bambini e oltre a questo, STC, ha deciso di creare 70 club dei bambinie 7 centri di partecipazione per i giovani. Queste strutture dovranno essere in grado di accogliere i giovani e soddisfare la loro voglia di giocare, correre e ridere. Nei prossimi cinque anni Save The Children aiuterà una generazione a crescere il più serenamente possibile. Fortunatamente al mondo c’è chi dona il suo tempo per la vita degli altri.
[fonte – Nippolandia]
IlSensei 17 Giugno 2011 il 20:37
una cosa spettacolare quella del STC �_� molto commovente! sono contento che almeno ci sia una persona di gran cuore =)