Zankyou no Terror – Recensione [01-02]

di Kirisuto 1

Infine inizia la stagione estiva. In quest’afa soffocante vi introduco i titoli che tratterò e inizierò a parlarvi della prima delle due opere.

 

Zankyou no Terror. Opera che ha subito attirato la mia attenzione per la trama, thriller, ma che ora mi ha accalappiato per la psicologia dei personaggi e dei ruoli che hanno all’interno di questa storia. Un anime dalla sceneggiatura originale che si svolgerà in 11 episodi. Molto pochi, ma ciò mi fa presumere una densità di fatti e accadimenti più alta di un qualsiasi altro anime. Ipotesi confermata dai primi due episodi.

 

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Brevemente, abbozziamo il quadro generale visto che, come sempre, mi aspetto che voi prima vediate gli episodi e dopo leggiate i miei articoli. Due giovani liceali si trasferiscono in una nuova scuola e, contemporaneamente, ordiscono un attentato terroristico in un edificio del centro di Tokyo. E’ organizzato in modo tale che non vi sono morti e solo una ventina di feriti lievi, una cosa irreale secondo le forze dell’ordine e di sicurezza che si aspettavano una carneficina viste le proporzioni dell’esplosione.

Il secondo, notevole,  attacco lo progettano a danno di una stazione della polizia, anche qui senza produrre morti o feriti. Un modus operandi che mette in luce due caratteristiche dei ragazzi: la volontà di dimostrare la propria superiorità strategica non generando vittime e una sorta di falsa magnanimità; il loro furto di plutonio mi fa supporre che i fuochi d’artificio finali mettono già in conto una carneficina, inducendo nel frattempo una falsa sicurezza negli animi della gente. Una serie di esplosioni minori (per quanto possa essere minore far collassare un edificio con la termite) che vanno “a vuoto” genera l’idea della fallacità degli attentatori e l’idea che ovunque si vada si sia al sicuro. Idea pericolosa quando questo in realtà è tutto architettato dall’attentatore stesso.

Questo è quanto posso dire riguardo il progetto dinamitardo dei due ragazzi. Mi puzza questa loro conoscenza approfondita degli esplosivi e delle tattiche strategiche; mi è balzato nel cervello il lampo fugace composto dalle parole “Jason Bourne”. Soprattutto per il fatto che tra di loro si chiamino tramite dei numeri (Nine e Twelve). Tra l’altro, spietati.

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>jumps in the pool to embarrass a bullied girl and call her attention to him so he can use her later

>makes fun of crying children in the building he’s about to blow the fuck up

>when caught by said girl, traps her in an elaborate scheme

>disguises this usage as saving her life, making her feel indebted to him

>that fucking smile

 

La ragazza in questione si trova incastrata da un lato dal bullismo femminile, dall’altro da una madre ossessionata dalla possibilità che la figlia la abbandoni come fece il marito. Una ragazza introversa, remissiva e incapace di gestire gli eventi. Dubito avrà mai il ruolo di redentrice in quanto i due ragazzi mi sembrano oltre ogni limite di possibile recupero. Di sicuro non sarà spettatrice inerte, ma mi spiacerebbe se il suo “vivere le vicende” fosse solamente l’elemento di una sua maturazione e tutto l’anime si trasformasse in una storia di formazione e crescita personale.

 

Questa storia si preannuncia come, perdonatemi il paragone, il Death Note degli inizi. Una lunga partita a scacchi tra i criminali e le forze dell’ordine. Che però mi fa già riflettere… Escludendo la redenzione dei protagonisti, le opzioni che rimangono sono un paio: vengono catturati e il loro piano fallisce, muoiono provandoci, muoiono riuscendoci, portano a compimento il piano e riescono a farla franca. L’ultima la ritengo improbabile, la prima sarebbe la più scontata, la seconda è il finale di Death Note. La terza è quella su cui punto, o quantomeno che vorrei vedere realizzata.

 

Il personaggio del detective lo affronteremo più avanti con qualche episodio in più sul groppone.

 

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Per quanto riguarda il comparto grafico ho poco da dire. Curato, con la CG integrata come ormai in tutti gli anime moderni. Il regista è il ben noto Watanabe di Cowboy Bepop e di Ergo Proxy. Anime con una nomea non da poco, positivamente. Confido in pochi/nessun errore o strafalcione animato, oltre che di sceneggiatura.

Un articolo breve, di introduzione, ma so già che tra due settimane (con gli episodi 3 e 4) avremmo di che parlare forse anche con qualche flashback utile per capire il passato dei due ragazzi.

 

Settimana prossima recensirò il nostro secondo titolo che, se in un primo momento pensavo sarebbe stato Tokyo Ghoul, probabilmente sarà Aldnoah.Zero.

 

Alla prossima.

Commenti (1)

  1. Io non avrei fatto il paragone con Death Note: Light � un estremista per la giustizia e L un genio che lo vede solo come un caso importante (idem Near e Mello). Qui invece sia i detectives che i ragazzi sono immischiati in una storia forse pi� grande di loro. I personaggi mi fanno TUTTI paura. Sicuramente lo consiglierei.

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